03 April 2013

Autobianchi Y10

Dell’utilitaria aveva solo la praticità. Fu un successo perché univa eleganza e un pizzico di civetteria. Facile ed economica come la Uno, ma elegante per andare a teatro e arrampicatrice sulle strade innevate, piacque molto alle donne...

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Questa è storia recente. Anche i più giovani - la cui presenza nel mondo delle auto d’epoca è in costante aumento - hanno ricordi “freschi” di questa piccola-grande automobile che ha rivoluzionato il segmento delle utilitarie nel pieno dei mitici anni Ottanta. L’Autobianchi Y10 ha un ruolo di diritto tra le “storiche” e porta con sé una ventata di allegria e stile. È stata molto innovativa sotto i punti di vista tecnico, stilistico, industriale e sociale.La sua prima apparizione ufficiale ci riporta alla primavera del 1985, in occasione del Salone di Ginevra. L’Autobianchi Y10 nasce per sostituire la mitica A112 (che rimane in vendita fino al 1986) e per proseguire quella straordinaria tradizione delle city-car cominciata con la piccola Bianchina quasi quarant’anni prima. In Italia e in Francia, la Y10 mantiene il marchio di fabbrica Autobianchi, mentre negli altri mercati è commercializzata dalla Lancia.

E ne ha ben donde, vista la più elevata qualità costruttiva rispetto alle altre utilitarie del Gruppo Fiat. Al lancio della Y10, l’allora amministratore delegato della Fiat Auto, Vittorio Ghidella, sottolinea subito l’obiettivo con il quale nasceva la vettura: questa sarebbe dovuta essere una utilitaria di lusso, non una scatola su ruote: confortevole, fuori dell’ordinario, funzionale. Avrebbe dovuto attirare un vasto pubblico, partendo dalla clientela con modeste possibilità economiche (magari al primo approccio con l’automobile) fino ad accogliere le pretese dei più abbienti. Ecco, quindi, una prima campagna pubblicitaria geniale, con lo slogan “Y10, piace alla gente che piace”. Ed ecco che la “Y” porta a spasso i più noti personaggi sportivi e dello spettacolo, la gente si immedesima e la vettura va via come il pane.

Motore robotizzato

Così com’era accaduto con la Primula nel 1964, quando la Fiat fa sperimentare alla nuova Autobianchi l’inedita trazione anteriore, anche la Y10 è una sorta di “laboratorio” per introdurre alcune novità tecniche. In primis, il motore Fire, una mini-rivoluzione nel settore, montato per la prima volta proprio sulla Y10. E’ un motore del tutto nuovo, che merita un approfondimento. Il suo nome è acronimo di “Fully Integrated Robotized Engine”, in riferimento ai metodi di produzione automatici e robotizzati con i quali è stato ideato e costruito. La progettazione del Fire inizia nel 1980 (in virtù di un accordo siglato da Fiat e Peugeot) e in seguito comporta la costruzione di un nuovo impianto produttivo a Termoli. Tra le caratteristiche più importanti spiccano la riduzione dei pezzi che lo compongono (273 contro i 368 del vecchio 903 cc), dimensioni e peso contenuti (pesa 69 kg), basso consumo e manutenzione facilitata. Il motore Fire ha il monoblocco in ghisa, la testa in lega leggera e la distribuzione con albero a camme in testa azionato direttamente dall’albero a gomiti tramite cinghia dentata (spariscono quindi aste e bilancieri del 903).

Portellone verticale

L’Autobianchi Y10 sarà prodotta per ben dieci anni, dal 1985 al 1995, in tre serie: la prima dal 1985 al 1989, la seconda dal 1989 al 1992 e la terza dal ’92 al ’95. Come anticipato, tra le principali caratteristiche della Y10 spicca l’innovativa linea a cuneo. I primi studi su questa utilitaria si possono far risalire al 1978, quando il Centro Stile Fiat coinvolge Giugiaro e Pininfarina per definire una possibile alternativa alla A112. Nel 1981 anche il Centro Stile Fiat completa una sua proposta e realizza il primo modello in polistirolo che traccia le linee definitive. Dal luglio 1982 al settembre 1984 si sussegue una serie infinita di modifiche e perfezionamenti che portano alla realizzazione del prototipo “0” definitivo. La linea a cuneo, il frontale basso e largo, i fari trapezoidali, lo scudo paraurti in resina, le ampie superfici vetrate, la coda tronca e quel particolare portellone posteriore verticale verniciato nero opaco - così fatto per mantenere rastremata la coda a vantaggio del Cx e per non sacrificare l’abitabilità interna; il colore, invece, nato da esigenze di mascheratura durante i primi test, è rimasto così perché contribuisce a sottolineare la compattezza della vettura - sono certamente gli elementi di spicco della Y10.Il coefficiente di forma, il famigerato Cx, ha un valore di 0,31 ed è fra i più bassi della categoria. I vetri incollati, montati a filo esterno, e la guarnizione di sigillo nelle zone di raccordo neutralizzano fastidiosi fruscii e rumori.

Le serie

La commercializzazione della Autobianchi Y10 comincia il 26 marzo 1985 con le versioni Fire, Touring (con il motore 1.050 cc di derivazione Fiat 127) e Turbo (stesso motore della Touring sovralimentato). Un anno più tardi l’allestimento della Fire si impoverisce dando vita a una nuova versione “base”, mentre la precedente è proposta come Fire LX. Verso la fine dello stesso anno nasce la 4WD, con motore Fire e trasmissione integrale a inserimento elettropneumatico e con ruote posterori libere. Nel 1987 sono commercializzati i modelli speciali Fila, Martini e Missoni. Nel 1988 esce di produzione la serie Martini e i modelli Touring e Turbo sono dotati di un allestimento arricchito. Nel 1989 esce di produzione la Missoni. Con il termine della produzione per le versioni Fire, Fila, LX, Touring e Turbo, entra in scena la seconda serie.

Nell’aprile 1989 la Y10 si presenta con un restyling che comprende indicatori di direzione anteriori con plastiche bianche, quelli posteriori (come le luci di retromarcia) le hanno grigie. I copriruota hanno un nuovo disegno. All’interno, il quadro strumenti è più moderno, il volante è regolabile in altezza (versione Fire esclusa), l’impianto di climatizzazione ha il ricircolo dell’aria. I pannelli porta hanno un nuovo disegno e includono pulsanti degli alzacristalli e predisposizione per gli altoparlanti. Il divanetto posteriore ha lo schienale modificato per aumentare il vano bagagli. A livello tecnico sono introdotte le nuove motorizzazioni di 1.100 cc con iniezione single-point e accensione senza contatti, e di 1.300 cc con iniezione multi-point.

La gamma è quindi formata ora da quattro versioni: Fire 999 cc, LX i.e. (1.108 cc a iniezione single-point), GT i.e. (1.300 cc a iniezione multi-point) e 4WD i.e. (con il motore della LX). A queste nel novembre 1990 si aggiunge la Y10 Selectronic con motore Fire 1.100 SPI e trasmissione automatica ECVT con variazione continua. Anche per la seconda serie non mancano alcune versioni speciali: nel 1991 è il momento della “Mia”, con colori esterni metallescenti abbinati agli interni in Alcantara, e la “Ego”, con rivestimenti in pelle Frau. Nella primavera 1992 si aggiungono le versioni 1.1 (con il modello speciale Avenue dotato di portellone verniciato in tinta con la carrozzeria) e 1.3 catalizzate. Nel settembre 1992, la Autobianchi Y10 si rifà il look pesantemente. Con la terza e ultima serie cambia fuori e dentro.

Il frontale è completamente ridisegnato, nuove le ruote (canale da 5 pollici anziché 4,5) e nuovi gli specchi retrovisori esterni (disponibili anche con regolazione elettrica), così come i gruppi ottici posteriori; i tergicristalli sono carenati, il porta targa posteriore è spostato nella parte inferiore del paraurti. All’interno la plancia portastrumenti portastrumenti ha un disegno diverso ed è arricchita nelle dotazioni. Il motore base è il Fire 1100 con sistema di iniezione single-point e accensione Monomotronic. Il cambio meccanico a 5 rapporti è di nuova generazione (rimane anche la versione Selectronic con cambio automatico continuo), mentre le sospensioni sono oggetto di una sostanziale revisione ai fini del comfort e della tenuta di strada. Sono mantenute le versioni 1.3 (fino al 1994) e 4WD. La gamma delle versioni si amplia ed è composta da sette modelli: 1.1 i.e., 1.1 Elite, 1.1 Avenue, Selectronic, Avenue Selectronic, 1.3 Elite, 4WD e la speciale Mia.

Anche 4WD

Basta un dito, per inserire la trazione integrale sulla Y10 4WD. C’è un pulsante sulla sinistra del volante che aziona il comando elettropneumatico per dare o togliere la trazione alle ruote posteriori. Soprattutto, la Y10 4WD dà la possibilità di mantenere, nella marcia normale, la trazione sulle sole ruote anteriori, senza che le posteriori siano “trascinate a peso morto” a svantaggio delle prestazioni e del confort. Agendo sul pulsante, i semiassi, il differenziale e l’albero della trasmissione sono isolati sia dalla presa di forza all’uscita del cambio, sia dalle ruote posteriori e quindi si fermano. Il comando è abbinato al sistema elettropneumatico che comprende un serbatoio del vuoto, le elettrovalvole, gli attuatori pneumatici per l’inserimento dell’innesto sincronizzato dell’albero di trasmissione all’uscita del cambio e delle “ruote libere” posteriori tramite manicotti scorrevoli, di una presa di forza all’uscita del cambio, di un albero di trasmissione in tre parti con due giunti omocinetici anteriori e due cardanici posteriori, del ponte posteriore.

Premendo il pulsante di comando entra in funzione l’attuatore principale sul cambio e quindi scatta il meccanismo di collegamento: l’albero della trasmissione porta il moto al differenziale e da questo ai semiassi. Ruote e semiassi si uniscono quando intervengono gli attuatori posteriori. Innesto e disinnesto avvengono con il motore avviato e la vettura ferma o in movimento fino a 55 km/orari. Se il motore è spento con la trazione integrale inserita, questa si disinnesta automaticamente. Con la versione Selectronic nata nel 1990 - dotata dell’innovativa trasmissione ECVT (Electronic Continously Variable Transmission) - la Lancia (a cui fa capo l’Autobianchi) ribadisce la volontà di creare una vera city-car comoda e magari, volutamente, anche un po’ snob. Il sistema Selectronic è basato su un variatore continuo con pulegge collegate fra loro da una cinghia metallica, una frizione elettromagnetica controllata da una centralina elettronica con il compito di assicurare uno spunto graduale partendo da fermo, un gruppo inversore a ingranaggi elicoidali per la marcia avanti, per la folle e retromarcia con innesto sincronizzato, un gruppo di riduzione finale con differenziale incorporato, un sistema idraulico con pompa a ingranaggi. In pratica, la leva ha tre sole posizioni: marcia avanti, marcia indietro.

Schede tecniche

AUTOBIANCHI
Y10 FIRE I SERIE
Motore
Anteriore trasversale, 4 cilindri in linea,
cilindrata 999 cc, alesaggio e
corsa 70x64,9 mm, rapporto di compressione
9,8:1, distribuzione monoalbero
a camme in testa, 2 valvole per
cilindro, alimentazione con carburatore
Weber 32 TLF/250, potenza massima
45 CV a 5.000 giri
Trasmissione
Trazione anteriore, frizione monodisco
a secco, cambio a 5 rapporti sincronizzati
Corpo vettura
Carrozzeria portante, 2 volumi 3 porte.
Sospensioni anteriori con schema Mc-
Pherson, bracci oscillanti, molle elicoidali,
ammortizzatori idraulici telescopici
Sospensioni posteriori ad assale
rigido con incernieramento centrale,
bracci di reazione longitudinali, ammortizzatori
idraulici telescopici. Freni,
anteriori a disco, posteriori a tamburo,
doppio circuito idraulico. Sterzo
a cremagliera. Pneumatici anteriori e
posteriori 135/80 SR 13
Dimensioni (in mm) e peso
Interasse 2.159 Carreggiata anteriore
1.281 Carreggiata posteriore 1.277
Lunghezza 3.392 Larghezza 1.507
Altezza 1.420 Peso in ordine di marcia
720 kg
Prestazioni
Velocità massima 145 km/h.
AUTOBIANCHI
Y10 TOURING I SERIE
Come Autobianchi Y10 Fire tranne:
Motore
Cilindrata 1.049 cc, alesaggio e corsa
76x57,8 mm, rapporto di compressione
9,5:1, potenza massima 55 CV
a 5.850 giri, alimentazione con un
carburatore Weber 32 ICEV 55/250
Dimensioni e peso
Peso a vuoto 750 kg Prestazioni: velocità
massima 155 km/h
AUTOBIANCHI
Y10 TURBO I SERIE
Come Autobianchi Y10 Fire tranne:
Motore
Cilindrata 1.049 cc, alesaggio e corsa
76x57,8 mm, rapporto di compressione
7:1, potenza massima 85 CV a
5.750 giri, alimentazione con un carburatore
doppio corpo Weber 30/32
DMTR 103/251, sovralimentazione
con turbocompressore lhi con intercooler,
radiatore dell’olio, accensione
elettronica Digiplex Corpo vettura:
pneumatici 155/70 HR 13
Dimensioni e peso
Peso a vuoto 790 kg Prestazioni: velocità
massima 175 km/h
AUTOBIANCHI
Y10 4WD I SERIE
Come Autobianchi Y10 Fire tranne:
Motore
Rapporto di compressione 9,8:1, potenza
massima 50 CV a 5.500 giri, alimentazione
con un carburatore Weber
32 TLF 8/250 Trasmissione: trazione
posteriore inseribile con comando
elettropneumatico, ruote libere ai
mozzi posteriori (azionamento pneumatico,
riduzione finale a coppia cilindrica
anteriore e conica ipoide posteriore),
pneumatici 155/70 R13
Dimensioni e peso
Peso in ordine di marcia 850 kg.

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