Auto usate, chilometri scalati: Italia maglia nera d'Europa

Con un giro d'affari di 2 miliardi di euro il Bel Paese vanta il triste primato per la vendita di auto con chilometraggio falsificato.
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Essere primi in qualcosa nella vita è sempre una bella cosa o meglio lo è quando la situazione è positiva mentre non lo è quando si riferisce ad una situazione negativa o poco piacevole. Sempre più spesso però la nostra cara e vecchia Italia si trova agli ultimi posti in tutte quelle situazioni dove si dovrebbe essere primi mentre finisce al primo posto in tutte quelle classifiche non proprio virtuose.
Purtroppo è successo ancora. Secondo, infatti, uno studio commissionato dal Parlamento Europeo, il Bel Paese, con un giro d'affari di ben 2 miliardi di euro, vanterebbe il triste primato per la vendita di auto con chilometraggio falsificato. Una piaga, quella della vendita di automobili con il chilometraggio alterato, che ogni anno in Europa genera un introito di circa 9 miliardi di euro. Ma perché questa pratica è così diffusa? Semplice, in primis perché questa cattiva usanza consente di poter alzare il prezzo di vendita dei veicoli usati una volta che il chilometraggio è stato abbassato, in secondo luogo a causa degli scarsi strumenti di cui il consumatore dispone per potersi difendere e in terza istanza perché le pene previste non sono abbastanza severe da indurre i venditori ad astenersi dalla commissione del reato.
Ricordiamo, infatti, che la manomissione del contachilometri si configura come reato di truffa e frode in commercio, illecito che se scoperto viene sanzionato con la reclusione fino a tre anni e una multa fino a 2.065 euro. La difficoltà per il malcapitato resta però quella di reperire le prove, di capire di chi siano le reali colpe e di dover a quel punto querelare la persona colpevole del reato. Capite bene come in un Paese dove non vi è l'obbligo della compilazione del libretto dei tagliandi e la prima revisione avviene solo al quarto anno quindi nei primi anni può avvenire praticamente di tutto, coloro che intendono porre in essere la pratica illecita spesso riescono a farla franca, risultando in alcun modo individuabile i responsabili della truffa.

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