Più auto elettriche, più domanda di corrente e aumenta la produzione di CO2

Con le tecnologie attuali è inevitabile che una sempre maggiore richiesta di energia elettrica porti a un rilascio nell’aria di una quota sempre crescente di anidride carbonica (CO2)

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Troppo volte ormai la mobilità elettrica e l’elettrificazione del trasporto vengono considerati come l’unica e reale soluzione a tutti i mali dell’inquinamento dell’aria, dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento ambientale. Quando però si fanno queste affermazioni non si pensa che purtroppo, allo stato attuale delle cose, l’energia elettrica viene ancora ottenuta convertendo altre fonti di energia e viene prodotta a livello industriale utilizzando diversi metodi, il principale dei quali consiste nel bruciare i “famigerati” combustibili fossili, carbone, metano e petrolio in primis con la conseguente produzione di CO2 come prodotto della reazione di ossidazione degli atomi di carbonio.

La produzione da fonti rinnovabili (eolico, solare, idrico, ecc), il cui impatto ambientale può venir considerato “nullo”, è invece ancora modesta e non permette purtroppo al giorno d’oggi di soddisfare il fabbisogno di elettricità contando solo su di esse. La situazione potrebbe però peggiorare se alla normale richiesta quotidiana dovesse aggiungersi anche quella di un cospicuo numero di vetture elettriche in cerca di energia elettrica per la ricarica. Stando, infatti, allo studio della società di consulenza americana Frost & Sullivan, le vendite cumulative di veicoli elettrici dovrebbero aumentare enormemente passando dai 34 milioni nel 2025 ai 636,7 milioni entro il 2040. Questa forte immissione di veicoli elettrici sul mercato comporterà per il settore energetico una richiesta sempre maggiore con un incremento dei consumi di energia dagli attuali 11.612,6 TWh del 2018 a 19.756,8 TWh nel 2040.

Capite bene quindi come vi sia una certa distorsione della realtà quando si pensa alla mobilità elettrica e alle vetture a batteria. La maggiore richiesta di energia non potrà che portare a una maggiore produzione di anidride carbonica nei prossimi anni. Sebbene siano state installate nuove centrali elettriche rinnovabili che hanno aiutato nella produzione “green” di nuova energia elettrica, dall’altro lato queste centrali ecologiche sono state affiancate nella produzione da centrali nucleari, da centrali a gas e dalle più deleterie centrali a carbone. Situazione che, secondo la International Energy Agency IEA, a fronte di una maggiore richiesta di energia (+4%) nel 2018 ha fatto segnare una crescita delle emissioni di CO2 del settore di ben il 2,5% nello stesso anno.

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