Auto elettriche: quanto migliorerà l’aria delle città italiane?

Uno studio di Motus-E e CNR mette in mostra miglioramenti importanti sia dal punto di vista del particolato (PM10) che dei biossidi di Azoto (NO2) già dopo solo 5 anni.

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Vi siete mai chiesti come potrebbe cambiare l’aria delle nostre città se tutte le auto circolanti in Italia fossero esclusivamente elettriche? A farsi la stessa domanda e a cercare una risposta sono stati Motus-E e CNR che hanno realizzato uno studio per capire quali potrebbero essere gli effetti da qui a 5 e 10 anni se dovessimo improvvisamente sostituire tutte le auto endotermiche attualmente in circolazione con auto esclusivamente elettriche. Lo studio prende in considerazione nello specifico come potrebbe cambiare l’aria delle nostre città sia dal punto di vista del particolato (PM10) che dei biossidi di Azoto (NO2) con l’utilizzo esclusivo di auto elettriche (FEV) ed elettrificate (PHEV = ibride plug-in). Per farlo Motus-E e CNR si sono avvalsi dell’Advanced Dispersion Modelling System - una simulazione matematica sviluppata al computer, basata su algoritmi che calcolano le equazioni che governano la dispersione degli inquinanti, e utilizzata per stimarne la concentrazione ambientale – e di due dead line temporali, fra5 e 10 anni, per capire gli effetti di una misura così consistente e importante.

Lo studio ha preso poi come città campione cinque capoluoghi di Regione (Torino, Roma, Milano, Bologna e Palermo), tenendo oltremodo in considerazione i dati meteo specifici per le realtà analizzate, come la temperatura, l’umidità, la nuvolosità e il tasso di precipitazioni, e ne è andato a calcolare le variazioni delle concentrazioni di sostanze inquinanti (PM10 e NO2) in µg/m3 all’interno dell’area urbana. I risultati ottenuti dallo studio ve li riassumiamo all’interno della tabella che vi proponiamo qui sotto. Leggendola con attenzione si scopre come ovunque vi sia un netto miglioramento già dopo 5 anni e ancor di più dopo 10 anni. Naturalmente l’effetto maggiore lo si ha sui biossidi di Azoto (NO2) con riduzioni minime del 47% già dopo 5 anni mentre un effetto più contenuto ma comunque significativo lo si ha sul particolato (PM10) con riduzioni minime del 28% sempre dopo solo 5 anni.

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