Auto elettriche: l’incendio non è facile da domare

Pur non risultando più pericolosa di una comune auto a benzina o diesel, l’auto elettrica è sicuramente più complicata da gestire in caso d’incendio, presupponendo apposite procedure e specifici accorgimenti.
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Estinguere l'incendio di una vettura elettrica è molto diverso da sedare le fiamme di un'automobile a benzina o diesel. A dircelo è la stessa Tesla ma anche le numerose squadre di pompieri professionisti, addestrati per l’occasione, che si sono già trovate di fronte a un incendio di una moderna auto a batteria e che hanno in questo modo potuto provare sul campo quali siano le differenze con una comune vetture a combustibile fossile. Pur non risultando più pericolosa di qualsiasi altra vettura con motore endotermico (benzina, diesel, metano e GPL), ricordiamo infatti che in quel caso ci si trova seduti sopra più e più litri di carburante altamente infiammabile, un’auto con pacco batteria necessita di interventi particolari e specifici accorgimenti per poter essere sedata se soggetta ad un incendio causato magari da un incidente.

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Secondo quanto riportato dai Vigili del Fuoco, l’incendio può provocare il danneggiamento dello stesso pacco batterie, innescando inevitabilmente il rilascio di vapori tossici e l’innalzamento della temperatura nella zona dell’incendio fino anche a 482°C. Quando questo accade per sedare le fiamme che avvolgono la vettura possono servire anche alcune ore e un quantitativo di acqua nettamente maggiore rispetto a quello utilizzato per una comune vettura a benzina a diesel. Non va poi dimenticato che la vettura, una volta estinto l’incendio, va comunque tenuta sotto osservazione per almeno altre 24 ore perché il pacco batterie danneggiato e tutti gli altri componenti elettrici potrebbero generare nuovi focolai e dare vita a un nuovo incendio.
Bisogna poi sempre tenere a mente che si ha a che fare con vetture al cui interno circa corrente elettrica ad alta (le ibride) e altissima tensione (le elettriche pure). Circuiti elettrici che posso arrivare anche agli 800 Volt con amperaggi abbastanza elevati. Insomma numeri che se non presi in considerazione portano facilmente alla folgorazione e quindi alla morte tanto del conducente e dei relativi occupanti il veicolo quanto del soccorritore intervenuto per sedare le fiamme. Secondo quanto riportato da Tesla bisogna sempre disconnettere ogni possibile alimentazione prima di intervenire per evitare di rimanere fulminati. Per prima cosa quindi il soccorritore deve intervenire solo le minuto di adeguati dispositivi di protezione come respiratori per proteggersi dai vapori tossici - le batterie agli ioni di litio quando bruciano rilasciano nell’aria acido solforico, ossidi di carbonio, nickel, litio, rame e cobalto - e materiali isolanti che proteggono fino a 1000 volt o guanti sicuri fino a 40.000 volt. Una volta indossati questi dispositivi essenziali allora si può passare alla completa disconnessione dell’alimentazione elettrica.
Per facilitare l’operazione le Case costruttrici indicano tutti i cavi ad alta tensione con appositi colori, nella maggior parte dei casi un arancione intenso. In secondo luogo Tesla ci insegna che per prima cosa va aperta la portiera posteriore di sinistra e con una sega circolare da 12″ va praticato un foro tondo per disconnettere l’impianto ad alta tensione in uno dei due punti di disconnessione dell’alimentazione. A questo punto non resta che spegnere il materia che brucia. Anche in questo caso però va ricordato che, se per spegnere le fiamme sulla vettura potrebbero servire grossissimi quantitativi di acqua, per spegnere il pacco batterie non va utilizzata l’acqua. Se, infatti, versiamo acqua sulla decomposizione del litio favoriamo una combustione più violenta perché favoriamo l’ossidazione. A volte, infine, si rende persino necessario isolare la zona dell’incidente per lasciare che le fiamme si estinguano autonomamente a causa dell’elevato quantitativo di alluminio e fosforo, presenti sulle moderne vetture, che aumentano ulteriormente la pericolosità dell’incendi.

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