Auto elettriche: il V2I, il V2G, il V2V e il V2X le renderanno più efficienti

La reale messa in comunicazione tra le auto, le infrastrutture, l’ambiente circostante e tutto ciò che concerne la mobilità non potrà che incrementare l’efficienza e di conseguenza l’autonomia delle future auto a batteria.

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Lo sviluppo di tecnologie e di infrastrutture rispondenti agli standard di comunicazione V2I (Vehicle-to-Infrastructure), V2G (Vehicle-to-Grid), V2V (Vehicle-toVehicle) e V2X (Vehicle-to-Everything) non potrà che portare ad un uso più attento, oculato, parsimonioso e sicuro delle future auto elettriche. Una modalità di guida e un interscambio di sinergie tra vetture e infrastrutture che non potrà fare altro che incentivare l’efficienza e di conseguenza l’autonomia massima complessiva che queste auto saranno in grado di garantire. Provate, infatti, ad immaginare auto che sapranno fin da subito in anticipo come gestire il flusso di traffico all’interno di una città, un possibile ma imprevisto incidente o ingorgo, una serie continua di semafori o una improvvisa deviazione. Non solo queste auto sapranno sempre quale sarà la migliore strada da prendere ma sapranno oltremodo come affrontare nel migliore dei modi questo particolare percorso così da risultare quanto più efficienti possibili.

In questo modo si potrebbero evitare accelerate inutili, brusche decelerazioni, frenate improvvise, sorpassi azzardati o continue variazioni di passo inutili. Ecco perché una guida autonoma attenta, sicura,m preventiva ed ecologica non può prescindere dal tenere in considerazione anche le informazioni inviategli dalle altre auto e dalle numerose infrastrutture incontrate durante il tragitto. Nello stesso tempo, una volta fermi in sosta, la macchina potrebbe essere ricaricata lo stretto necessario, sfruttando il momento più opportuno o ancora potrebbe persino fungere da accumulatore di energia che verrà poi riversata nella rete nel momento di massima richiesta e riceduta nuovamente alla vettura nei momenti di minor assorbimento così da fungere come una sorta di buffer per i picchi di richiesta che vi sono durante la giornata e al tempo stesso rendere più stabile la rete.

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