Auto elettriche e termiche raggiungeranno mai la parità di prezzo?

Quando arriveremo al pareggio di prezzo tra le moderne auto a batteria e le classiche auto con motore endotermico? Proviamo a scoprirlo.

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L'avvistamento della "parità di prezzo" tra veicoli elettrici e auto a combustione interna è diventata la balena bianca dell'industria automobilistica. La questione ha, infatti, scatenato numerose diatribe e ha avviato numerosi studi accademici e analisi di mercato per definire quanto siamo vicini alla parità di prezzo e quanto tempo dovrà ancora trascorrere prima che questo avvenga.

Cercando di non schierarci ne da una parte ne dall’altra, bisogna in prima istanza considerare bene ogni aspetto e porsi le giuste domande per capire se e quando questo punto di pareggio potrà avvenire. Per prima cosa non vanno considerati gli incentivi in quanto non potranno essere protratti in eterno e quindi sballano la reale visione che si ha del mercato delle elettriche e naturalmente il loro reale prezzo di acquisto.

In secondo luogo siete così sicuri che le case auto, dopo aver investito ingenti somme per la transizione ecologica verso la mobilità elettrica e in un periodo di forte crisi e di continue multe per sforamenti dei limiti sulle emissioni o per irregolarità nei sistemi di post trattamento, siano così tanto desiderose di vendervi auto economiche o a prezzi più bassi di quelli che attualmente sono in vigore?

L'idea di parità di prezzo sembra saldata a una singola e miope variabile: la caduta dei prezzi delle batterie agli ioni di litio nei prossimi anni. Secondo Bloomberg New Energy Finance, i prezzi dei pacchi batteria sono diminuiti dell'89% dal 2010, da una media di 1100 dollari per kilowattora a 137 dollari per kWh nel 2020.

Il problema è questa dubbia credenza che la parità dei prezzi si possa raggiungere con la riduzione del costo per la realizzazione delle batterie. E’ dunque sbagliato pensare che il costo per la realizzazione del pacco batteria sia l’unica variabile in grado di influenzare il costo finale dei veicoli elettrici.

In secondo luogo non crediamo proprio che, anche se mai i pacchi batteria dovessero arrivare a costare veramente poco, le case auto possano riversare interamente questo risparmio nelle tasche degli acquirenti, facendo scendere vertiginosamente il prezzo di acquisto dei moderni veicoli elettrici.

Come sempre, i prezzi dei veicoli elettrici dipenderanno da variabili come design, immagine del marchio e marketing, non solo dal costo delle batterie. Si dovrà sempre fare i conti tra costi e ricavi che un marchio ha su un determinato modello. Alla fin fine tutto si rifà al profitto che una casa riesce a ottenere dalla vendita di un veicolo.

Molto probabilmente per la case auto la parità di costo potrebbe si essere raggiunta ma a rialzo cioè dove tutti noi dovremmo pagare ogni modello di più e non di meno per adeguarle al prezzo dei modelli con motore endotermico.

Basta guardare come negli ultimi anni i costosi, ingombranti e inquanti SUV abbiano mangiato quote di mercato in tutti gli stati nei confronti di qualsiasi altro segmento, anche di modelli più economici e abbordabili. Perché quindi ora dovrebbero pensare ad abbassare i prezzi delle auto elettriche che in un certo senso sono a oggi giustificate nell’avere un prezzo di acquisto cosi alto?

Anche perché una vera definizione di parità significherebbe che i veicoli elettrici non solo dovrebbero costare lo stesso prezzo delle auto convenzionali, ma dovrebbero generare anche profitti simili; altrimenti sarebbero semplicemente un castello di carta per i costruttori automotive.

Certo, ci sarà sempre un mercato per le auto economiche, indipendentemente da ciò che le alimenta. Ma questa tipologia di auto non sarà ne appetibile per il pubblico ne produrrà profitto per i costruttori. Certamente i prezzi dei modelli a combustione e dei veicoli elettrici dovrebbero iniziare a combaciare ma per ora se una vettura a combustione interna raggiunge un prezzo medio di 40.000 euro, difficilmente un’auto elettrica simile potrà avere un prezzo di acquisto più basso, a meno che non voglia non generare profitto.

A oggi il punto di pareggio lo si ritrova a un prezzo intorno ai 50.000 euro e non a una cifra a portata di qualsiasi contribuente. Anche con i prezzi delle batterie che scendono dell'89%, le case automobilistiche faticano a generare profitto dalla vendita di questi modelli elettrici. Ecco perché hanno smesso di attivare promozioni su questi modelli, affidandosi unicamente agli ecoincentivi statali.

Se i prezzi delle batterie scenderanno ulteriormente e i consumatori inizieranno ad acquistare numerosi modelli elettrici, tutte le case auto non potranno fare altro che mantenere stabili gli attuali prezzi di vendita per cercare di recuperare quanto più possibile degli ingenti investimenti a lungo termine messi in campo per realizzare questa importante transizione verso una mobilità sostenibile.

Se così non fosse non vi sarebbe profitto ma unicamente perdite dalla vendita di ogni singolo modello a batteria. Ecco perché i costruttori stanno puntando in primis su modelli premium, di grosse dimensioni come SUV o prestazioni come super e hypercar. Modelli in grado di generare un elevato profitto e che possono essere acquistati da automobilisti senza alcun problema di liquidità.

Ultimo capitolo da affrontare la tanto richiesta maggiore autonomia chilometrica garantita dai moderni veicoli elettrici. Finchè non cambieranno le cose attuali, per generare più autonomia chilometrica servirà inevitabilmente un pacco batteria di maggiori dimensioni e questo, pur a costi inferiori a quelli attuali, non potrà che rappresentare la quota parte maggiore del prezzo di acquisto di una moderna auto elettrica.

Ecco perché dal nostro punto di vista il pareggio di prezzo tra un’auto con motore endotermico e una con motore elettrico non arriverà sicuramente a breve e non sarà certamente un obiettivo primario delle case automobilistiche.

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