Auto elettriche: e se l’energia elettrica non dovesse bastare?

E’ quello che sta succedendo in Svezia dove la forte impennata nelle vendite di auto a batteria ha mandato in crisi il sistema di approvvigionamento di energia elettrica alle stazioni di ricarica.

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La Svezia è uno dei Paesi dell’Unione Europea dove hanno preso maggiormente a cuore la tematica ambientale e la conseguente riduzione delle emissioni dovute alla mobilità e al trasporto su gomma. In questo virtuoso stato del Vecchio Continente, infatti, è stata attivata una politica green chiaramente votata alla limitazione delle vetture con motore termico e alla realizzazione di una mobilità sempre più pulita ed ecosostenibile. Proprio per questo lo stesso Governo ha messo in piedi un colossale e allo stesso tempo ambizioso piano di sviluppo di una mobilita a zero emissioni. Un progetto, fatto di sostanziosi contributi statali e incentivi all’acquisto di auto elettriche ed ibride, che ha portato a una impennata nelle vendite di auto a batteria tale da far segnare persino un +253% nei primi cinque mesi dell’anno. Purtroppo però questa impennata non è stata l’unica conseguenza di questa politica così eco-friendly.

Si perché dopo solo qualche mese il sistema di approvvigionamento dell’energia elettrica, colui che ha il compito di rifornire di elettricità le stazioni di ricarica e le colonnine sparse sul territorio, è andato pienamente al collasso, dimostrando di non essere all’altezza di poter reggere una tale richiesta di energia. A Stoccolma e in altre città della Svezia, infatti, l’infrastruttura di ricarica elettrica si sarebbe dimostrata troppo antiquata, sotto dimensionata e non altezza a livello di capacità di produzione per poter coprire una tale richiesta di energia. Una situazione talmente al collasso che avrebbe spinto i gestori a inventarsi persino nuove strategie per fronteggiare la domanda in crescita esponenziale, come quella di potersi agganciare alla rete che fornisce energia alle linee della metropolitana o ancora quella di proporre incentivi in denaro ai proprietari che mettano a disposizione del sistema l’energia elettrica presente della propria vettura (V2G=Vehicle to Grid) così almeno da alleggerire il problema.

La domanda è, infatti, cresciuta talmente rapidamente da far ammettere al Governo svedese che l’infrastruttura non ne è all’altezza e che serviranno almeno dieci anni per costruire una nuova ed efficiente rete di distribuzione sul territorio. Insomma, in Svezia hanno raggiunto una delle problematiche di cui spesso si sente parlare anche in Italia cioè di come il nostro sistema di approvvigionamento dell’energia non sarebbe in grado allo stato attuale di sopperire alla richiesta dell’energia necessaria a ricaricare un gran numero di veicoli elettrici. Non è difficile capire come l’energia prodotta con eolico e solare o altre fonti pulite e rinnovabili non sia attualmente sufficiente a sopperire la richiesta di energia di un tale numero di veicoli a batteria. Senza il nucleare si dovrà per forza ricorrere ancora alle centrali a combustibile fossile, vanificando in buona parte se non del tutto l’assenza di emissioni allo scarico delle vetture elettriche. Non osiamo, infine, immaginare quando questo problema si dovesse presentare in Italia…

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