03 June 2014

Marchionne, Lancia senza capacità attrattiva

«Abbiamo constatato che il marchio Lancia non ha capacità attrattiva al di fuori dall’Italia. La Lancia non ha storia né in Europa né negli Usa. Noi crediamo che Alfa Romeo superi di molto la Lancia». Sono le parole di Marchionne anche se poi ammette di possedere una Lancia HF Integrale, «la migliore di tutte»....( 3 video HD)

Marchionne, lancia senza capacità attrattiva

 

«Confermo qui il nostro impegno per l'Alfa Romeo». Sono le parole di Sergio Marchionne a Trento al Festival dell'Economia sottolineando quanto previsto nel piano al 2018 e spiegando cosa prevede per il rilancio del marchio, per il quale è prevista una produzione esclusivamente in Italia fino al 2018. Sono previsti nel periodo del piano «5 miliardi di investimenti per lo sviluppo di architettura e motori. Alla fine andremo a rioccupare tutta la forza lavoro e non avremo eccedenze» ha l’ad FCA.

 

Sui marchi tedeschi:

 

 

Sul marchio Lancia:

 

LANCIA SENZA ATTRATTIVA
«Abbiamo constatato che il marchio Lancia non ha capacità attrattiva al di fuori dall’Italia. La Lancia non ha storia né in Europa né negli Usa. Noi crediamo che il marchio Alfa Romeo superi di molto la Lancia». Anche se poi afferma di possedere una Lancia HF Integrale EVO, «la migliore di tutte». Marchionne difende anche la qualità delle auto italiane anche nei confronti delle più celebrate vetture tedesche: «Ho guidato recentemente una Bmw - ha detto Marchionne - e credo che la qualità sia peggiorata molto. Vedrete tra un po’ la nuova Alfa Romeo». «Dal 2004 ad oggi - ha ricordato Marchionne - abbiamo fatto poco per Alfa Romeo, marchio acquistato da Fiat nel 1986 e poi reso sempre più simile a Fiat per una serie di errori. Quindi confermo l’impegno della Fiat di concentrare gli impegni su Alfa Romeo. Il rilancio avverrà solo sul sistema industriale italiano, non ci saranno quindi eccedenze di organico».

Il marchio Alfa Romeo:

RENZI e IL FISCO...
E sul premier Renzi: "Vada avanti, la sua è l'unica alternativa credibile per l'Italia e per l'Europa” e in tema di politica si confessa deluso “…da tutti, nessuno escluso, e ne sono passati parecchi di governi. Sto ancora aspettando una politica a sostegno delle esportazioni che mi era stata promessa dal presidente Monti e dal ministro Passera due anni e mezzo fa".  Marchionne ha così detto che farà la sua parte per la reindustrializzazione dell'Italia con un obiettivo bellicoso nei confronti dei signori dell'auto in Europa: "Prendete tutti i modelli della Bmw e fra due-tre anni ci saranno modelli analoghi dell'Alfa che saranno nettamente migliori. Fiat è pronta a fare a pugni con i tedeschi sul mercato. Grazie a Chrysler ora abbiamo le risorse finanziarie per farlo, prima non sarebbe stato possibile".

Marchionne affronta anche il tema delle basse retribuzioni: "La mia è alta perché è commisurata ai risultati. Se non porto risultati, io guadagno zero - rivendica l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne - sono cresciuto nel Nord America dove tutti, per definizione, sono precari. Non ho mai avuto e non credo di avere nemmeno adesso un contratto che mi protegga. Io sono il più precario della Fiat".

 

"Dobbiamo proteggere i lavoratori attraverso strutture sociali e di continuità nel lavoro, - continua Marchionne - ma reclamare e insistere sulle responsabilità dell'industria per quanto riguarda il libero mercato è fuori luogo". "Il netto dei nostri dipendenti - ha ammesso - dopo che abbiamo pagato quel che c'è da pagare è una cosa ridicola". Ma a pesare sulle imprese italiane non c'è solo il fisco: "E' molto difficile fare qualcosa in Italia, dai permessi agli accordi sindacali". Mentre "quattro settimane fa abbiamo concluso un accordo con il presidente serbo. Le discussioni, comiciate ad aprile, si sono concluse in sole tre settimane e cominceremo a lavorare nello stabilimento in Serbia neo terzo trimestre di quest'anno".

 

"Quando il sistema istituzionale comincia a creare ostacoli per ragioni di potere una multinazionale come la Fiat si sposta perché il mercato non può aspettare che qualcuno prenda il tempo per condividere degli obiettivi"."Il ruolo del sindacato è utile” continua Marchionne” ma il problema è che ci sono regole antiquate. Con questi strumenti la dialettica azienda-sindacato non risolve niente. Parlo di un'azienda che deve creare le condizioni per la competitività mentre qui si parla di mantenere accordi firmati nel 1993, quando la situazione dei mercati era completamente diversa da oggi".

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