Tutte queste modifiche incontrano perfettamente le doti del nuovo motore due litri che, con 115 CV (DIN) e una coppia motrice disponibile lungo un ampio intervallo di rotazione, dona un piacere di guida prima sconosciuto. I sorpassi, punto dolente delle vecchie Flavia, sono ora rapidi e sicuri grazie alla notevole progressione di ripresa. La velocità massima, dichiarata in 175 km/h, è simile a quella delle migliori concorrenti di pari cilindrata e permette di mantenere, nel totale comfort, medie autostradali di tutto rilievo. L’accelerazione, pronta e brillante, dona alla 2000 un piglio sportivo che soddisfa anche i più esigenti.
TENUTA
La tenuta di strada sicura e la notevole motricità permettono alla 2000 di ben figurare anche lungo i percorsi di montagna, dove si inerpica con un’agilità prima sconosciuta. Se un appunto si può fare è il sensibile beccheggio nelle fasi di accelerazione e frenata, che disturba un po’. Ed è forse l’unica (relativa) pecca per-ché, parlando di comfort, c’è da sottolineare la silenziosità che regna nell’abitacolo. Il merito va all’ottima insonorizzazione, ma non va trascurato il contributo dato dal motore boxer, equilibratissimo e praticamente esente da vibrazioni. Grazie, inoltre, alla nuova alimentazione con un carburatore a doppio corpo e alle modifiche nella fasatura, esso dimostra notevoli doti di elasticità, tanto da sopportare bene i nuovi rapporti del cambio che, con quattro marce, sono giocoforza piuttosto lunghi. Insomma, gli interventi messi in atto sul piano meccanico e il miglioramento delle qualità stradali, pur a fronte di soluzioni tecniche ancora valide, ma che ormai si stavano abbandonando (come la balestra anteriore trasversale e il ponte posteriore rigido), hanno originato un modello molto equilibrato per cilindrata, dimensioni, prestazioni e comfort.
CONFORT
Il risultato è il piacere di viaggiare in un ambiente raffinato, ovattato, dove tutto è orientato a soddisfare la qualità della vita a bordo. La strumentazione, dall’originale forma quadrata, è completa e il volante, a due razze e di piccolo diametro, ha la corona in legno antischeggia. I cristalli sono del tipo atermico e azzurrati, la selleria, morbida e confortevole, è rivestita con velluto di prima qualità e, a richiesta, si possono avere l’aria condizionata, i vetri elettrici alle quattro porte, le cinture di sicurezza anteriori e posteriori e i rivestimenti in pelle. La plancia è foderata con legno pregiato e c’è anche il lunotto termico, anche se non si nota perché le resistenze sono invisibili. È una rarità che all’epoca soltanto pochissime vetture di lusso avevano, tanto che molti chiedono come mai un’auto come la 2000 non abbia un accessorio ormai diffuso anche su vetture più popolari. Nessuna concorrente di pari cilindrata era all’epoca rifinita così bene come la Lancia 2000, né poteva vantare un abitacolo altrettanto sontuoso. L’unico tocco oltre le righe è dato dalle tendine del lunotto, un retaggio del passato mantenuto per donare intimità all’abitacolo, oltre che per riparare dal sole. Ma i tempi sono mutati e, dopo il fatidico Sessantotto, le tendine fanno tanto automobile di servizio, condotta dall’autista anziché dal proprietario.