07 January 2016

Jeep Renegade Limited 2.0 MJet 4WD, la nostra prova

E’ a suo agio su tutti i terreni senza essere né spartana né troppo scomoda. Adatta anche per lunghi viaggi, offre un abitacolo accogliente e con il Multijet da 140 Cv, la trazione integrale e il cambio automatico a nove marce ...

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La lunghezza è di soli 424 cm, ma all’interno accoglie comodamente cinque passeggeri e 350 litri di bagagli. Con una scelta di motorizzazioni e trazioni così ampia, la si può configurare sia come Suv modaiola, sia come mezzo specializzato e inarrestabile per i percorsi più infidi. Per la prima Jeep “italiana”, aspetto impensabile fino a solo pochi anni fa e sul quale è opportuno riflettere con molta attenzione, la carta di identità tecnica e costruttiva riporta dati di eccellenza assoluta, e testimonia un cambio di passo da parte di una Casa, e del Gruppo che le sta dietro, dati per spacciati fino a pochi anni fa. Nonostante una progettazione parallela e la condivisione di molti componenti “nascosti”, la Renegade appare totalmente diversa dalla “cugina” 500X ( scopri come vengono assemblate a Melfi).

Dove nell’italiana prevale il gusto e la raffinatezza degli allestimenti, qui il focus è sulla praticità e la polivalenza di utilizzo, in linea con la tradizione americana. La versione in prova è il top di gamma, escludendo la specializzata Trailhawk. Motore due litri da 140 Cv, trazione integrale con diverse modalità d’uso anche per l’off-road, cambio automatico a nove marce. Il listino parte da 31.300 euro con una dotazione completa, ma con qualche accessorio a richiesta la cifra può salire ancora fino a livelli di vetture di segmento superiore. Che però non possono vantare né la stessa raffinatezza meccanica né le medesime doti dinamiche, abbinate a una cura costruttiva finora poco evidente in altri prodotti del Gruppo. Se questi sono i presupposti, per FCA può essere davvero “un altro giorno, un nuovo viaggio”.

LOOK OFF ROAD
Frontale alto, cofano ben separato dall’abitacolo, fiancate verticali, sbalzi molto contenuti. Queste le specifiche di base sulle quali gli stilisti americani hanno lavorato per ottenere la Renegade, basata sul pianale small-wide rialzato e dotato di trazione anteriore o integrale. Il risultato è riuscito: la Renegade ha tanta personalità, non passa inosservata e assicura un ampio spazio interno in rapporto alle dimensioni esterne. Il frontale è semplice, costruito intorno alla mascherina a feritoie verticali e ai grandi fari tondi. Il design prevede poi linee orizzontali per cofano, tetto e cintura, integrate con la verticalità di tutte le fiancate e del portellone. Un appunto sui gruppi ottici, molto elaborati dietro ma altrettanto “cheap” davanti per quanto riguarda le luci diurne, di tipo tradizionale.

 

INTERNI

La realizzazione appare molto curata, con vernice uniforme e ottimi accoppiamenti tra la carrozzeria e le numerose sovrastrutture. La particolare impostazione del corpo vettura ha consentito di ricavare un ampio spazio a bordo. Davanti si sta bene, soprattutto in larghezza e altezza, e anche se siedono due persone di altezza superiore alla media gli occupanti dei sedili posteriori non ne soffrono troppo. Dietro si può accomodarsi anche in tre, grazie al divano orizzontale, al tetto alto e alle porte verticali. Con il non trascurabile plus di un vano bagagli ampio e dalla forma molto regolare, ben sfruttabile per tutte le esigenze. Il posto di guida è rialzato, con posizione raccolta e comandi molto vicini.

Offre buona visibilità sia davanti sia dietro, dove comunque viene in aiuto la telecamera. I comandi sono dislocati in varie aree della plancia, in funzione della frequenza di utilizzo. Solo quelli sotto il display centrale sono un po’ piccoli, mentre il climatizzatore, dal funzionamento molto efficace, è collocato un po’ troppo in basso. Numerosi e ben fatti i vani portaoggetti, dal disegno piacevole e rifiniti con cura. L’allestimento della prova, completato anche da alcuni pacchetti a richiesta, tra i quali i sedili in pelle riscaldabili, il navigatore satellitare e i fari allo xenon, è molto completo e rende piacevole la vita a bordo. Il climatizzatore automatico, gli specchi elettrici esterni, i comandi radio al volante, il sistema di frenata assistita e i cerchi in lega da 17” sono invece di serie sull’allestimento Limited della prova.

Peccato per lo schienale dei sedili, regolabile solo a scatti mediante una levetta laterale. A richiesta, tra le altre cose, il tetto MySky, composto da pannelli rimovibili che possono essere riposti anche all’interno del bagagliaio. La finitura è buona in relazione al segmento di appartenenza ma, alla luce del prezzo finale, qualche plastica seminascosta potrebbe essere più pregiata.

TECNICA

La sintesi tra le competenze americane a livello di telaio e trazione e la tecnologia italiana per motori e cambi ha generato un prodotto eccellente da diversi punti di vista. La gamma di motori, cambi e trazioni della Renegade soddisfa da molti punti di vista, anche se manca un cambio automatico nelle motorizzazioni diesel di accesso. L’esemplare della prova monta il due litri Multijet da 140 Cv Euro 6 con start&stop accoppiato al cambio automatico a nove marce e alla trazione integrale con sistema “on demand”. Questa prevede quattro modalità di funzionamento selezionabili tramite un selettore in plancia: Auto con trazione normalmente anteriore e posteriore inseribile automaticamente in funzione dei parametri di aderenza stradale, Snow per la marcia su neve o fondi molto sdrucciolevoli, Sand e Mud rispettivamente per terreni soffici e paludosi.

In combinazione con gli sbalzi molto contenuti della carrozzeria, tale sistema assicura eccellenti angoli di attacco e uscita anche nei percorsi più critici. Le sospensioni, con un escursione di 205 mm dietro e un assetto rialzato che assicura un’altezza da terra minima di 220 mm, prevedono uno schema Mc Pherson davanti e a ruote indipendenti dietro, con ammortizzatori dotati di valvola FSD per l’ammortizzazione selettiva. Il servosterzo è elettrico e i freni a quattro dischi. Sul fronte della sicurezza attiva sono presenti, di serie o a richiesta, i sistemi di assistenza alla frenata, al mantenimento della vettura all’interno della carreggiata e di avviso di veicolo in arrivo in caso di sorpasso. Di serie anche sette air bag e il controllo di stabilità con antiribaltamento.

SU STRADA

Il motore mostra un convincente tiro dal basso, riprende senza fatica e supporta con efficacia il peso della vettura. Positivo il giudizio sul cambio a nove marce: tranne qualche incertezza nel passaggio seconda – terza, con un innesto troppo immediato e qualche scossone all’interno dell’abitacolo, le altre marce si inseriscono quasi impercettibilmente, tanto che talvolta viene quasi spontaneo spostare il selettore verso la posizione manuale per verificare che effettivamente si stia marciando in nona macia.

Altro piccolo appunto riguarda la tendenza a mantenere un po’ troppo i rapporti superiori, tanto da far emergere una certa ruvidità meccanica in corrispondenza delle leggere salite su superstrade e autostrade o un fastidioso ritardo allorché si richiede la massima potenza. La dinamica di guida è più che soddisfacente: lo sterzo offre prestazioni interessanti anche se a volte non brilla per comunicatività, soprattutto nei piccoli angoli. L’inserimento in curva avviene con buona progressione, ma in ingresso è necessaria un po’ di attenzione, data anche l’ampia escursione delle sospensioni.

L’appoggio non è quindi immediato, ma le reazioni non sono mai brusche e nel complesso la vettura rimane sempre perfettamente governabile. La tenuta di strada è efficace, e anche le serie di curve vengono affrontate senza mai scomporre il corpo vettura a testimonianza della validità e dell’efficacia del telaio. Per quanto riguarda il confort di marcia, la silenziosità a tutti i regimi è notevole e solo disturbata da qualche sibilo proveniente dagli specchietti, ma il baricentro alto e l’indole anche fuoristradistica hanno imposto sospensioni piuttosto soffici che mostrano qualche limite nella marcia veloce, anche con irrigidimenti sui piccoli ostacoli sul terreno. Le prestazioni complessive sono più che soddisfacenti, con un’ottima accelerazione (da 0 a 100 km/h in 9,647 secondi contro i 10,2 secondi dichiarati dalla Casa), medie autostradali elevate con motore intorno ai 2.000 giri e consumi abbastanza interessanti anche nell’uso cittadino, dove si percorrono 10,7 km/litro.

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