Emissioni: test irregolari in Giappone per Mazda, Suzuki e Yamaha

Riscontrate alcune irregolarità nei test interni sui consumi di carburante e sulle emissioni nocive di alcune automobili giapponesi.
Dopo Mitsubishi, Nissan e Subaru, coinvolte lo scorso anno nello scandalo "data tempering", e dopo Kobe Steel Toray e Mitsubishi Materials, al centro di una crescente ondata di irregolarità e falsificazioni, ora anche Mazda, Suzuki e Yamaha sembrerebbero essere cadute nel “escamotage” dell’irregolare svolgimento dei test su consumi ed emissioni.
Secondo quanto riportato dal Nikkei, i tre colossi giapponesi avrebbero loro stessi segnalato alle autorità giapponesi di aver scoperto alcune irregolarità nello svolgimento dei propri collaudi e test finali di certificazione, riguardanti i consumi di carburante e le emissioni inquinanti di alcune automobili dei rispettivi Marchi. L’errata metodologia riguarderebbe però solamente i collaudi effettuati a campione, durante i processi di controllo qualità, su un numero limitato di vetture commercializzate in Giappone che sarebbero quindi non conformi alle imposizioni legislative. Stiamo parlando di circa 72 automobili Mazda delle 1.875 testate dal 2014 a oggi, di 6.401 unità Suzuki delle 12.819 vetture collaudate dal 2014 e di solo 7 veicoli Yamaha tra tutti quelli testati.
Nello specifico si tratterebbe di test eseguiti in modo irregolare perché effettuati con alterazione impropria della velocità del veicolo, errata temperatura esterna per il collaudo e non conforme attrezzatura utilizzata per la misurazione dei parametri d'emissioni e consumo carburante. Il sistema non era, inoltre, in grado di invalidare automaticamente i risultati in caso d’insorgenza di un errore di velocità e le procedure di prova lasciavano stabilire la presenza di errori di velocità ad ogni singolo ispettore, effettuata in alcuni casi da ispettori non certificati.
Mazda però si difende tranquillizzando i consumatori e affermando che gli errori rilevati non influenzerebbero in alcun modo il consumo di carburante o il livello delle emissioni nocive dei veicoli coinvolti. L’azienda di Hiroshima oltretutto si è già rimboccata le maniche, aggiornando i macchinari e aumentando il numero di tecnici addetti all'ispezione dei dati, così da evitare il ripetersi di una situazione simile.

Le ultime news video

© RIPRODUZIONE RISERVATA