28 November 2011

Automobilismo d'Epoca Dic 2011/Gen 2012

E' in edicola il nuovo numero di Automobilismo d'Epoca. In copertina, la guida all’acquisto della Fulvia Coupé II serie, tra le auto preferite in Italia....

Sommario

Una foto una storia 4

Lettere 6

Fatti&Notizie 8

Punta-tacco Vita di Club 32

Punta-tacco Classic Sport News 110

In libreria Libri di Natale 130

Elenco argomenti

Tutte le auto pubblicate 132

Compro-vendo Le occasioni dei lettori 136

Compro-vendo Le occasioni dalla Francia 142

I listini delle auto da collezione Tutte le quotazioni 148

 Attualità

XVII club italia  ...60 12

PERSONAGGI

L’uomo della Montreal 12

Eleganza e restauro Fiat 500  18 

Guida all ’acquisto

Lancia Fulvia Coupe 1,3 s - 1,6 hf lusso Tutto per piacere 38

Dossier Bmw e3 2800/3000 Tiro nel 7 50

BELLISSIME ieri&oggi

Alpine 106 Fine apprendistato 62

Pezzi unici

DAF SILURO Questione di stile 72

BELLISSIME da corsa

AC COBRA Size matters 80

Piccole collezioni

Ferrari vs. Porsche Spread ricucito 94

Conservate

Safaf 6cv Copia conforme 100

Io e la mia auto

Zanzara spada Modularità ’68 104

Sport

Rohrl e la lancia 037 2 contro Quattro 114

Controsterzo HANS -JOACHIM STUCK Quella volta al “Ring” 120

Editoriale

SERVE MANODOPERA...

 

Un’autorevole rivista inglese il mese scorso parlava di un argomento molto interessante, per un paio di motivi. L’argomento è la mancanza di personale per le aziende che si occupano di auto storiche. Meccanici, restauratori, preparatori, tappezzieri e quant’altro hanno bisogno di gente con le competenze e la manualità adeguata a seguire la quantità di auto d’epoca che la passione britannica ha portato fino ai giorni nostri, funzionanti e usate spesso. Il primo motivo di interesse viene dai numeri: l’FBHVC (Federation of British Historic Vehicle Clubs, come dire il nostro ASI) nel 2005 aveva fatto un’indagine secondo la quale sul suolo britannico c’erano 2.500 imprese legate alle auto d’epoca, che impiegavano quasi 30.000 persone. Ora le imprese sono diventate 4.000, ma gli impiegati non sono cresciuti di pari passo, perché in giro non ce n’è abbastanza.

Il secondo motivo interessante è il dato relativo al giro d’affari, quantificato (nel 2005) in 3,2 miliardi di sterline (pari oggi a circa 3,74 miliardi di Euro). Una bella cifra. Se mai ve ne fosse bisogno, ciò dimostra una volta di più che le auto d’epoca ai giorni nostri rappresentano una fettina di PIL di un paese. E se è così in Inghilterra, sarebbe forse altrettanto in Italia, se ci fosse una tassazione che consentisse l’emersione delle tante attività che sicuramente sono sommerse. E se queste emergessero, potrebbero essere una buona opportunità di lavoro per un po’ di giovani italiani. Sempre che, naturalmente, qualcuno li istruisca a mettere mano ad alberi a camme e carburatori. L’ASI aveva avviato un corso di restauro, ma forse non è esattamente quello che serve. E se investisse una parte del suo cospicuo bilancio per fare un’indagine come quella inglese? Se volete leggere tutto sull’iniziativa del sodalizio britannico, il sito internet è: www.fbhvc.co.uk/trade-and-skills.

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