a cura di Redazione Automobilismo - 01 February 2021

Quanto incide il freddo sull’autonomia delle elettriche?

Jason Fenske di Engineering Explained ha voluto mettere alla prova la sua Tesla Model 3 in due viaggi da 3.200 chilometri per capire quale impatto abbia il clima invernale sull’autonomia della batteria.

Spesso si sente dire che il clima rigido come il freddo del periodo invernale o le temperature estreme, sia eccessivamente calde che fredde, possano influenzare negativamente l’autonomia del pacco batteria di una moderna auto elettrica, un po’ quello che constatiamo sulla carica della batteria del nostro smartphone quando andiamo, per esempio, in montagna a sciare. Seppur vero che i pacchi batteria delle moderne auto elettriche funzionino meglio in un determinato range di temperatura all’interno del quale sono in grado di fornire il massimo della performance e dell’autonomia, da recenti studi sembrerebbe che l’utilizzare l’auto in climi rigidi incida si sull’accumulatore ma non in modo così incisivo come si potrebbe pensare.

A dircelo è nientemeno che Jason Fenske di Engineering Explained, il quale ha voluto mettere alla prova la sua Tesla Model 3 in due viaggi da 3.200 chilometri per capire quale impatto abbia il clima invernale sull’autonomia della batteria. Dopo aver percorso, infatti, un primo viaggio in inverno di circa 3.200 chilometri e un secondo viaggio in estate di altri 3.000 chilometri è giunto alla conclusione che non vi siano poi così tante differenze di consumo e autonomia tra le due condizioni climatiche e che tali differenze possano essere paragonate a quelle che normalmente si hanno anche con un’auto con motore endotermico.

Ma veniamo ai numeri veri. Se con il clima più caldo Jason Fenske ha ottenuto un consumo medio di 285 wattora per miglio, con il clima freddo (-18°C) il consumo è cresciuto fino a un valore medio di 338 wattora per miglio. Si tratta insomma di una differenza di poco inferiore al 20% con un calo dell’autonomia che è passato dalle 250 miglia iniziali alle 212 miglia a causa del clima più rigido. Un risultato migliore rispetto agli studi condotti in precedenza che vedevano un degrado dell’autonomia prossimo al 40% nel passaggio da un clima mite a uno rigido. Un dato oltretutto che secondo Jason Fenske è quasi paragonabile a quello ottenuto con un’auto con motore endotermico dove nel passaggio da clima mite a clima freddo l’efficienza del motore cala di circa il 15%, dati rilevati e rilasciati da fueeconomy.gov.

Jason Fenske ha poi precisato che questa leggera minore efficienza delle vetture elettriche nel periodo invernale è comunque ben compensato dalla maggiore efficienza generale che queste vetture hanno rispetto alle corrispettive vetture con motore endotermico. Se poi si vuole tenere in considerazione l’effetto che il clima ha sulle tempistiche di ricarica, Jason Fenske sottolinea come basti effettuare un maggior numero di ricariche brevi per non risentire della diversa velocità di ricarica che si ha al cambio di temperatura non solo del pacco batteria ma anche dell’ambiente nella quale l’auto viene usata e ricaricata.

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