a cura di Redazione Automobilismo - 10 October 2020

Continental: cresce il numero degli italiani che si sposta in auto (+22,5%)

La paura della pandemia e del contagio spinge verso una mobilità al cui centro vi è con sempre maggiore forza l’automobile che dovrà però interpretare una forma di mobilità sostenibile, rispettosa dell’ambiente e accessibile a tutti.

Come la pandemia ha cambiato gli italiani? Quali nuovi bisogni, paure e abitudini sono emersi? Verso quale normalità stiamo andando e come i protagonisti del mondo della mobilità stanno rispondendo alle nuove esigenze? Sta cambiando la percezione del concetto di sicurezza? Questi sono alcuni dei principali interrogativi analizzati e contenuti nel secondo Osservatorio Mobilità e Sicurezza di Continental, brand che da oltre 140 anni fa della sicurezza su strada e dell’innovazione tecnologica la propria missione.

La paura del contagio incide inevitabilmente sulla mobilità. Oggi, senza dubbio, l’automobile è il mezzo scelto dagli italiani: oltre un italiano su due (56,7%) scegli di spostarsi in auto perché la ritiene il mezzo più sicuro con cui muoversi (66,6%), un dato significativo che registra una crescita del 22,5% rispetto all’anno precedente. Le persone che hanno modificato maggiormente le proprie abitudini sono gli over 65, ovvero i più esposti ai gravi pericoli del virus (il 65% degli italiani che si sposta in auto sono over 65). I mezzi pubblici, d’altra parte, continuano a essere comunque utilizzati ma solo da due italiani su cinque (il 22,5%) e solo il 2,7% si sente sereno nel farlo. Biciclette, monoruota e monopattini sono il mezzo di trasporto scelto solo dal 3,4% degli intervistati, residenti prevalentemente nelle grandi città.

Sono circa tre italiani su dieci (34,3%) ad aver cambiato le proprie abitudini di mobilità: il 39,2% lo ha fatto per paura dei mezzi pubblici, l’11,4% per la paura dell’affollamento dei treni, il 10% per la paura di uscire di casa. A fronte di questo 60,6% che dichiara di aver cambiato le proprie abitudini per “paura”, il 31,2% degli intervistati riconduce la drastica riduzione del proprio bisogno di mobilità a delle cause oggettive come lo smartworking o il ritorno alle proprie terre d’origine, il southworking. Gli italiani non prevedono di tornare alle abitudini pre-Covid in tempi brevi: infatti, l’83,2% degli intervistati dichiara che almeno per l’autunno e l’inverno manterrà le nuove abitudini “sicure” di spostamento e il 70% si spinge oltre e dichiara che le manterrà anche quando si raggiungeranno zero contagi e arriverà il vaccino.

Dal cambio delle abitudini e delle intenzioni di comportamento futuro emerge una mobilità che ha ancora, al centro, l’automobile come il principale e pre-scelto mezzo di trasporto. Un mezzo che gli italiani desiderano sostenibile sia dal punto di vista economico che da quello ambientale e in grado di garantire spostamenti sicuri, efficienti e puliti. Un intervistato su tre (32,8%) si dichiara disponibile ad acquistare un nuovo veicolo: il 20,5%, potendo scegliere, acquisterebbe un’auto ad alimentazione ibrido benzina (preferita dagli over 65), il 19,5% si orienterebbe sull’elettrico (in particolare la fascia 25-44 anni), il 17,8% vorrebbe un’auto ad alimentazione ibrido plug-in, mentre il 15,2% manterrebbe la propria scelta sul benzina (specialmente gli under 25).

La maggior parte degli italiani che si dichiara non disponibile a cambiare il proprio mezzo, riconduce la propria scelta principalmente a ragioni di carattere economico (32,6%) o alla non esigenza di cambiare l’auto poiché ritenuta relativamente nuova e senza problemi (31,4%). Solo il 10,7% dichiara, invece, di non essere interessato poiché ha appena cambiato il proprio veicolo. Il 6,6% riconduce la propria non disponibilità a cambiare automobile all’assenza di adeguati incentivi seguiti da un 5,7% che parla di incertezza del futuro lavorativo. Lo scenario cambia radicalmente davanti all’ipotesi di poter usufruire di incentivi per l’acquisto di nuovi autoveicoli ecologici: in presenza di incentivi il 64,5% dei cittadini intervistati si dichiara disponibile a prendere in considerazione l’ipotesi di cambiare auto.

Di fronte alle nuove abitudini e alle nuove necessità emerse nel corso della pandemia il 42,3% degli intervistati (principalmente tra i cittadini che risiedono nei grandi centri urbani, in particolare Roma, Milano e Napoli) ritiene che il proprio comune sia pronto per accogliere cambiamenti di tipo sociale e strutturale per mantenere le città decongestionate dal traffico e più vivibili. Il 78,7% dei cittadini italiani (soprattutto tra gli over 65 e tra coloro che abitano in provincia) chiede una sostenibilità vera che rispetti l’ambiente, i cui protagonisti siano autoveicoli sicuri ed ecologicamente puliti. La mobilità richiesta a gran voce dai cittadini non è, quindi, fatta di monopattini elettrici, monoruota o biciclette, richiesta solo dal 15,4%.

Consultati sulle misure utili per mantenere le città decongestionate dal traffico e più vivibili da un punto di vista di qualità dell’aria, il 47% degli intervistati suggerisce un potenziamento dello smartworking e dei servizi di prossimità, il 42,6% suggerisce un sostegno del trasporto pubblico e il 30,4% consiglia di puntare sull’elettrificazione dei veicoli, infine il 29,7% punta sulla pianificazione degli orari di ingresso al lavoro, a scuola. Durante il lockdown il blocco della mobilità e delle attività produttive ha ridotto di molto l'inquinamento atmosferico aumentando la consapevolezza delle persone rispetto al tema “ecosostenibilità”. Più della metà degli italiani (53%) dichiara, infatti, di prestare attenzione alle tematiche green come prima dell’emergenza sanitaria. I motociclisti (64,8%) e i giovani 67,6% (fascia di età 18-24) si rivelano i più sensibili a queste tematiche.

In questo 2020 gli italiani si sentono meno sicuri al volante rispetto allo scorso anno. Il 75% dei cittadini che oggi si sente sicuro delle proprie capacità e di sé stesso mentre è alla guida fa registrare un -12% rispetto all’anno precedente. Tra i meno tranquilli troviamo gli over 65, gli stessi che in emergenza Covid-19 hanno ripreso a guidare le loro autovetture al fine di evitare i mezzi pubblici o in sharing. Da cosa dipende la sicurezza stradale secondo i cittadini? L’elemento più importante per garantire sicurezza stradale, come lo scorso anno, viene ricondotto alla figura del guidatore (48,8%). Seguono poi i freni (10,2%), i sensori e i sistemi di guida assistita (8,8%, menzionati in particolare dai motociclisti), le cinture di sicurezza (8,1%, menzionate soprattutto dagli autisti di professione) e gli pneumatici (6,7%). Il 96,4% attribuisce agli pneumatici una forte importanza sul piano della sicurezza stradale e oltre l’85% dichiara di prestarvi molta attenzione (soprattutto uomini, di età compresa tra i 45 e i 64 anni, residenti nel Sud e in aree periferiche).

© RIPRODUZIONE RISERVATA