a cura di Redazione Automobilismo - 13 May 2020

Mini spiega la nuova John Cooper Works GP

Elementi in carbonio, aerodinamica ricercata e propulsore in grado di erogare ben 306 CV e 450 Nm, sono le carte in tavola della inglesina tutto pepe che ha girato al Ring in soli 7 minuti e 59 secondi.

Realizzata in soli 3.000 esemplari dei quali 150 a disposizione del mercato italiano, la nuova John Cooper Works GP è la Mini più prestazionale ad oggi disponibile sul mercato. Ordinabile a un prezzo base di 45.900 euro, vanta già la nomea di Mini JCW più potente fino a oggi mai costruita. Sotto pelle, infatti, giace un cuore pulsante estremamente prestazionale. Si tratta del 2.0 litri 4 cilindri turbocompresso, capace di erogare la bellezza di 306 CV e 450 Nm di coppia massima, numeri in grado di spingere la pepata inglese fino alla velocità massima di 265 km/h e di farle archiviare la pratica dello 0-100 km/h in appena 5,2 secondi.

Svelata lo scorso novembre al Salone di Los Angeles, la terza generazione della Mini più sportiva di sempre è stata persino capace di girare al Nurburgring Nordschleife in soli 7 minuti e 59 secondi, un tempo davvero niente male (venti secondi di vantaggio sul modello precedente) reso possibile non solo grazie a una meccanica sopraffina ma anche merito di un’aerodinamica particolarmente curata. Al posteriore fa bella mostra di se l’imponente alettone posteriore, realizzato in due elementi separati ed equipaggiato con quel piccolo nolder sulla parte superiore dell’ala, in grado di garantire l’adeguata deportanza alle alte velocità; all’anteriore, invece, trova posto il generoso splitter frontale; sulle fiancate sono apparsi gli spats, le appendici che sovrastano gli archi ruota, che servono per coprire la maggior larghezza della vettura. Nella parte inferiore, infine, spiccano terminali di scarico sdoppiati in acciaio lucido, posti in posizione centrale e incastonati all’interno dell'estrattore.

La Mini al peperoncino è cresciuta di 4 cm in larghezza, perché le carreggiate sono aumentate di 20 mm per lato, e ha guadagnato dei nuovi parafanghi allargati e realizzati a mano in fibra di carbonio che, oltre a coprire l’extra carreggiata, agevolano il flusso dell’aria lungo la fiancata. Sotto i generosi parafanghi trovano poi posto cerchi in lega da 18 pollici, a quattro razze bicolore, in grado di far risparmiare ben 9 km su leso totale della vettura. La trasmissione, abbinata a un differenziale autobloccante meccanico Torsen che arriva fino al 31% di bloccaggio, è costituita da un cambio automatico a convertitore di coppia e 8 rapporti (messo a punto in maniera specifica per il modello) che si comanda dai paddle dietro il volante. Rivisitato anche l’assetto con sospensioni ribassate di ben 10 mm e ammortizzatori ritarati di conseguenza mentre l’impianto frenante prevede all’anteriore pinze di alluminio a quattro pistoncini con dischi da 360 mm di diametro, mentre dietro sono flottanti a singolo pistone.

All’interno, persiste il corsaiolo layout a due posti secchi (sedili sportivi con poggiatesta integrati) con barra strutturale dietro i sedili anteriori e la completa scomparsa del divanetto posteriore, scelta per irrigidire la scocca e ridurre i pesi aggiuntivi. Dal punto di vista estetico tutti i 3000 modelli sono contraddistinti dalla verniciatura grigia contrastata dal colore argento del tetto e delle calotte degli specchietti e dai dettagli rossi delle grafiche e della barra di rinforzo in alluminio che prende il posto dei sedili posteriori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA