a cura di Redazione Automobilismo - 04 January 2021

Ferrari va in tribunale per la Purosangue

È in corso una battaglia legale tra la Casa di Maranello e un'associazione podistica di Roma. Pare che il brand "Purosangue" sia già stato depositato, e registrato, dalla ASD Purosangue Athletics Club. Sarà il Tribunale di Bologna a stabilire chi avrà ragione

Quattro ruote contro... due gambe

Dopo quasi cento anni dalla sua fondazione, Ferrari è in procinto di presentare il suo primo tanto atteso - quanto discusso - Suv, che si chiamerà Purosangue. Il nome vuole far intendere che nonostante le sue enormi dimensioni, si tratta comunque di un'auto di razza della Casa di Maranello. Il FUV, Ferrari Utility Vehicle, non arriverà prima del 2022, ma già adesso iniziano le prime controversie. Non tra gli appassionati, ma tra avvocati e tribunali.

Un Purosangue, attualmente, esiste già, ed è una piccola società di atletica e che conta circa duecento iscritti, specialmente nella zona di Roma e dintorni. La ASD Purosangue Athletics Club è conosciuta nel mondo podistico come organizzatori di corsi, allenamenti ed eventi i cui fondi e materiali raccolti vengono destinati a finanziare due scuole di atletica in Africa, una in Kenya e una in Mozambico. Ovviamente la declinazione della parola "Purosangue" è usata con due accezioni differenti: nel caso di Ferrari si tratta di un cavallo di razza, nel caso della ASD come sangue pulito, non dopato.

Niente compromesso, si va in tribunale

Il problema nasce in quanto la ASD Purosangue Athletics Club ha depositato fin dalla sua nascita (2011) il marchio "Purosangue" oltre che in ambito sportivo, anche per quel che riguarda abbigliamento e gadgets. Una sovrapposizione che a Maranello non si aspettavano nel 2018, quando Ferrari ha depositato il marchio "Purosangue" per il suo nuovo modello (in arrivo nel 2021). Chiaramente anche a Maranello, oltre che nella categoria auto, hanno voluto depositare il brand anche per abbigliamento, eventi sportivi e altre categorie, onde evitare future speculazioni e poter lanciare articoli e prodotti dedicati al proprio SUV.

Inizialmente c'era la buona intenzione di trovare un accordo, un compromesso che, purtroppo, non è mai arrivato. Per questo l’associazione ha deciso di chiamare in causa i suoi avvocati per far valere i propri diritti. Di tutta risposta la casa automobilistica modenese (che, a quanto pare, non si è mai opposta alla coesistenza dei due marchi) ha deciso di citarla presso il Tribunale di Bologna per far decadere i marchi per mancato utilizzo, sia in Italia che in USA.

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