a cura di Redazione Automobilismo - 07 October 2019

Carburanti: l’evasione dell’Iva va fermata

Solo nel 2017 l’ammanco dalle accise di benzina e gasolio toccherebbe quota -19,4 miliardi, equivalenti al 10,7% del gettito teorico, di cui ben 5 miliardi sarebbero riferibili alla sola evasione dell’Iva.

Nella lotta del Governo agli sprechi, per cercare di raccogliere le coperture necessarie per la prossima manovra economica, vi è sicuramente la lotta all’evasione fiscale e nella fattispecie la lotta alle frodi sui carburanti come l’evasione dell’Iva su benzina, gasoli, metano, gpl, ecc ecc. Il motivo è presto detto: se ci si rifà al 2017 si scopre come l’ammanco dalle accise di benzina e gasolio abbia toccato quota -19,4 miliardi, equivalenti al 10,7% del gettito teorico. Di questa ingente cifra, persino raddoppiata rispetto a quanto registrato nel 2012, ben ben 5 miliardi sarebbero riferibili alla sola evasione dell’Iva.

A dirlo è stato nientemeno che Martino Landi, presidente della Faib (il sindacato gestori stazioni di servizio), durante l'audizione alla Camera in merito al Piano clima 2030. Una soluzione però è stata avanzata da Assocostieri (l'associazione dei titolari di depositi costieri, doganali e fiscali di carburanti) che avrebbe proposto di accorpare l'Iva con l'accisa, in modo da pagare l'imposta all'estrazione, cioè all'uscita delle autocisterne dai depositi. Certo è che la situazione va risolta perché, specie nell’ultimo periodo, è nuovamente peggiorata.

Il Governo sarebbe pure al vaglio delle agevolazioni fiscali di cui gode il gasolio così da equipararle a quelle della benzina e cercare in questo modo di recuperare un altro tesoretto utile alla manovra di bilancio. Una cosa però va detta che, seppur abbiano negli anni generato una quota parte di gettito mancante (cosiddetto tax gap), queste agevolazioni fiscali sono rimasti pressoché costanti e non hanno quindi influito sempre più nei mancati guadagni dello Stato, perdita di denaro riconducibile, invece, proprio alle frodi.

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