a cura di Redazione Automobilismo - 05 July 2019

Hyperloop: possibile realtà anche in Italia?

Un incontro tra il co-fondatore della HyperloopTT e la sindaca di Torino ha acceso le speranze che anche in Italia possa arrivare queste innovativa tecnologia in grado di far viaggiare alla velocità del suono con partenze ogni 40 secondi.

Vi piacerebbe poter viaggiare da Milano a Torino in pochi minuti o ancora raggiungere Bologna da Milano in soli 9 minuti? Bene, con HyperloopTT potrebbe presto diventare realtà. Hyperloop Trasportation Technologies (HyperloopTT) è un treno a levitazione magnetica in grado di raggiungere i 1223 km/h. Si tratta di un progetto che riprende l’idea di Elon Musk di creare una capsula superveloce, in grado di permettere spostamenti tra città o, in futuro, tra continenti, circa alla velocità del suono. Al momento è in fase di studio e di progettazione in diversi Paesi del mondo e potrebbe arrivare anche in Italia.

Presto in Italia?

Potrebbe perché proprio qualche giorno fa vi è stata la in Italia di Gabriele Gresta, il manager italiano co-fondatore e presidente di HyperloopTT, la società statunitense che sta lavorando agli avveniristici treni a levitazione. Durante questa visita vi sarebbe stato un proficuo incontro con la sindaca di Torino, Chiara Appendino, e un cenno di intesa con alcune società e imprenditori che sarebbero già pronti ad investire su questo avveniristico progetto. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, infatti, Gresta avrebbe dichiarato che entro la fine del 2019 verranno annunciati due studi di fattibilità insieme ad alcune Regioni italiane per tratte da circa 150 chilometri l’una. Una di queste tratte potrebbe essere a logica il collegamento Torino-Milano. Un progetto adocchiato già da alcuni imprenditori, attirati da un lato dal fascino dell’innovativo sistema e dall’altro dalla bassa necessità di investimenti iniziali e dalla capacità del progetto di generare fin da subito profitto in modo da rientrare nell’investimento iniziale in soli otto anni.

Come funziona?

Il sistema è composto essenzialmente da piccole capsule, adibite al trasporto di persone o merci, che vengono “costrette” a viaggiare all’interno di tubi sopraelevati all’interno dei quali le capsule si muovono sopra un velo d’aria, abbattendo in questo modo al minimo ogni forma di attrito o resistenza e permettendo al sistema di raggiungere la vertiginosa velocità del suono. Le piccole capsule sono realizzate in un innovativo materiale chiamato Vibranium. Si tratta di un materiale in fibra di carbonio con dei sensori inseriti direttamente nel composto stesso e mescolati con esso fin dall’inizio del processo produttivo. Grazie a questi sensori si è in grado di tenere traccia dei cambiamenti di stabilità, temperatura e integrità strutturale, fornendo immediatamente dei feedback alla centrale di controllo. Un materiale oltretutto, a detta della stessa casa produttrice, otto volte più resistente dell’alluminio, con un peso specifico cinque volte inferiore all’acciaio e quasi la metà di quello dell’alluminio.

A "costo zero"

Come se non bastasse il sistema è pure in grado di produrre più energia di quella che viene impiegata per farlo funzionare. O meglio, cerchiamo di spiegarci, il sistema complessivo, costituito da treno, tunnel e stazione, sembra essere in grado di coprire il consumo di energia e di «rimettere in circolo e rivendere quella in eccesso prodotta tramite il recupero energetico in frenata, i pannelli fotovoltaici integrati nella struttura e alcuni generatori eolici.

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