a cura di Redazione Automobilismo - 10 April 2019

Mobilità elettrica ancora lontana. Per ora meglio il diesel Euro 6d-Temp

E' una conclusione emersa alla edizione 2019 degli Stati generali della mobilità, dove è apparso chiaro come la mobilità elettrica fatichi a prendere piede mentre il parco circolante italiano sia sempre più vecchio.

Con un parco circolante in Italia sempre più vecchio (in media 11 anni), una tecnologia come quella elettrica, definita come la panacea a tutti i mali, che fatica a decollare e con valide alternative che spesso non vengono prese in considerazione per pregiudizi infondati, cattiva informazione, terrorismo psicologico e burocrazia o leggi sbagliate e complesse, la migliore soluzione per il prossimo futuro sopratutto nel breve termine non può che essere ancora l'alimentazione a gasolio.

Questione di emissioni

Si perché gli ultimi motori diesel Euro 6d-Temp, omologati secondo il più severo ciclo WLTP + RDE, sono attualmente l'unica soluzione reale in grado non solo di emettere un quantitativo bassissimo di emissioni nocive (NOx = 0,05 g/km e polveri sottili = 0,02) ma anche di vincere la sfida nel contenimento delle emissioni di anidride carbonica (CO2), causa dell'Effetto Serra e quindi climalterante, così da rispettare i futuri standard sulle emissioni sempre più stringenti.

Ancora qualche anno

L'elettrico potrebbe si essere il futuro, la soluzione definitiva ma purtroppo non è ancora pronta per svariati motivi che tutti noi ben conosciamo. E' quindi un futuro sempre più lontano e non così attuale come molti vorrebbero farci credere. Stando, infatti, a una indagine condotta da Format Research con addetti ai lavori, meccanici e ricambisti, ci vorranno almeno 16 anni prima che l’elettrico possa prendere piede. A tutto questo ci aggiungiamo una classe politica sempre meno preparata in materia ma sempre più avvezza a legiferare stupidi, sempre più severi e irraggiungibili limiti sulle emissioni che non fanno altro che ammazzare un mercato già in crisi e creare sempre maggiori danni su un popolo sempre più povero e spolpato fino all'osso.

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