a cura di Redazione Automobilismo - 02 January 2019

Smog: i riscaldamenti e i camini a legna e pellet inquinerebbero più dei diesel

Secondo l’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, circa il 60% delle polveri sottili (PM10) avrebbe origine da alcune tipologie di sistemi di riscaldamento.

L’ultimo rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano, stilato da Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, vi lascerà sicuramente a bocca aperta. Secondo lo studio, condotto su numerose città della Pianura Padana, più del 60% delle polveri sottili (PM10) sarebbe, infatti, generato dai sistemi di riscaldamento tanto domestici quanto degli edifici pubblici, delle scuole, delle aziende e dei centri commerciali.

Non solo diesel

Naturalmente non ci stiamo riferendo ai sistemi di riscaldamento con caldaie a metano ma a tutti quei sistemi di riscaldamento che ancora utilizzano stufe a legna o pellet oppure a tutte quelle attività industriali che ancora adottano camini e forni a legna. In un momento storico di forte accanimento verso il sistema dei trasporti su gomma e nella fattispecie verso le motorizzazioni diesel, bisogna quindi arrendersi all’evidenza che i mezzi di trasporto sono responsabili di meno della metà del PM10 che avvelena la nostra aria e che, soprattutto, i motori Diesel non sono gli unici responsabili dell’inquinamento da polveri sottili, le cosiddette PM10.

Un risultato scontato?

Lo studio non solo riporta che un po' tutte le fonti di inquinamento hanno negli anni ridotto la loro incidenza sull’inquinamento dell’aria che respiriamo, tutte ad eccezione della fonte rappresentata dai riscaldamenti a biomasse (pellet e legna), ma precisa che questa fonte incide per ben il 44% sulle emissioni totali di PM10 in una città come Torino. Un risultato che diventa ancor più importante se paragonato con le altre fonti di inquinamento come: le auto e il trasporto su gomma e ferroviario che insieme raggiungono in totale il 37%. Di questo 37% poi il 14% è riconducibile alle polveri sottili generate dall’usura dei freni o dei pneumatici mentre il 21% viene emesso dagli scarichi di tutte le auto circolanti (benzina e diesel) e solo l’11% è imputabile alle vetture diesel e ai mezzi pesanti a gasolio.

Basta pregiudizi

Ma perché vengono ancora usate queste tipologie di riscaldamento? Semplice, perché scaldarsi in questo modo costa meno ma purtroppo è nettamente più inquinante. Il problema non è quindi da sottovalutare e andrebbero incentivati i passaggi dalle stufe a legna e pellet alle più ecologiche caldaie a gas metano. Inoltre, visti gli ultimi miglioramenti tanto nei motori a combustione interna quanto nella produzione di carburanti rinnovabili, bisognerebbe smetterla di accanirsi unicamente sulle auto e sul trasporto su gomma, attuando i classici ed inutili blocchi del traffico o limitazioni temporanei alla circolazione, ma bisognerebbe iniziare a pensare ad interventi mirati anche su altre fonti di inquinamento ben più importanti e pericolose.

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