a cura di Redazione Automobilismo - 20 November 2018

Superbollo: si pensa all’abolizione

Un disegno di legge in Senato ne chiederebbe l’abolizione per il mancato gettito dalla sua introduzione.

La questione è quanto mai annosa. Se già il bollo o tassa di possesso non viene vista di buon occhio dalla maggior parte degli automobilisti, figuriamoci il superbollo, la tanto odiata tassa, introdotta nel 2012 dal Governo Monti, che impone il pagamento di 20 euro per ogni kW in eccesso dopo i 185 kW di potenza massima.

Che sia la volta buona

Ecco perché se ne è tornato a parlare, come già altre volte in passato, per cercare di ottenerne la sua abolizione. Questa volta la proposta arriva direttamente da Andrea de Bertoldi, senatore di Fratelli d'Italia e Segretario della Commissione Finanze, che avrebbe avanzato in Senato un disegno di legge per la sua abrogazione visto che in questi anni non solo non ha contribuito ad accrescere il gettito per lo Stato ma ha contribuito ad impoverire il parco auto di vetture con potenza superiore ai 185 kW (250 CV) che per questo motivo sono state vendute fuori dai confini nazionali, riducendo di conseguenza anche il gettito dell’IVA connesso alla vendita.

Più aspetti negativi

Secondo il Senatore de Bertoldi le finalità iniziali che avevano generato l’introduzione del superbollo hanno prodotto in realtà l’effetto contrario, penalizzando fortemente il mercato delle auto e il suo indotto. Al posto dei 168 milioni di euro, l’incasso stimato con la sua introduzione, si sono generati, invece, 140 milioni di euro di perdita complessiva per lo Stato. Un ammanco generato dal mancato incasso per le minori vendite di auto con più di 185 kW, dal minor introito nell’IVA, dal minore incasso del normale bollo, dalla minore vendita anche di auto usate con potenze superiori ai 185 kW e dal duro colpo per tutto l’indotto come il calo occupazionale per le officine specializzate.

Mercato in difficoltà

Ricordiamo, infatti, che già nel 2011 il bollo prevedeva una maggiorazione di 10 euro per ogni kW in eccesso dopo i 225 kW di potenza massima. Questa maggiorazione è stata poi portata nel 2012 dal Governo Monti da 10 a 20 euro per ogni kW abbassando oltretutto il limite da 225 a 185 kW. Un prelievo forzoso che va pagato per ben 20 anni dopo la prima immatricolazione dell’auto ma che si riduce al 60% dopo cinque anni, al 30% dopo dieci e al 15% dopo quindici. Questa tanto contestata tassa sulle auto di lusso hanno, infine, portato, secondo i dati UNRAE negli anni 2011-2014, alla riduzione del parco circolante con potenze oltre i 185 kW da 217.000 a 183.000 auto e alla maggiorazione delle esportazioni di ben il 115%.

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