Nel 1971 ne fa parte anche Ove Andersson, e con lui arriva la prima vittoria al Rallye di Monte-Carlo. Quell’anno, nel Campionato Internazionale Rally Costruttori, è pieno di successi per Alpine: cinque su nove, quattro dei quali per Andersson. Jean-Claude Andruet vince il campionato francese nel 1968, Jean Vinatier gli succede nel 1969, ma l’ineffabile Andruet si ripete nel 1970, quando conquista anche il titolo di campione europeo (il campionato del mondo partirà nel 1973, per i Costruttori, e nel 1979 per i Piloti).
Nel 1971 Jean-Pierre Nicolas vince il campionato francese, Bernard Darniche nel 1972 e Jean-Luc Thérier nel 1973. Nel campionato nazionale le A110 continuano a vincere anche quando la squadra ufficiale non è più impegnata direttamente.
Nel 1974 e 1975 è un privato a laurearsi campione di Francia: si chiama Jacques Henry, e prepara le sue auto in un garage a Lure, un piccolo villaggio della Borgogna. Molti altri seguiranno il suo esempio, anche senza essere altrettanto vincenti ma di certo numerosi.
L’Alpine è nella storia dell’automobilismo soprattutto per aver vinto il primo campionato del mondo Rally, quello Costruttori del 1973, nonostante gli investimenti finanziari della Casa fossero molto inferiori rispetto a quelli dei rivali.
La prima gara di quell’anno è il Rally di Monte-Carlo disputato dal 19 al 26 gennaio, a cui il reparto corse di Rédélé partecipa con grande spiegamento di forze, ben cinque auto, che occupano alla fine i primi sei posti della gara monegasca, monopolizzando il podio con Jean-Claude Andruet, Ove Andersson e Jean-Pierre Nicolas nell’ordine che battono Ford Escort, Fiat 124 Abarth Rallye e Lancia Fulvia; un’altra Alpine, quella di Bernard Darniche, si classifica decima. Da notare che a quell’edizione della gara tagliano il traguardo soltanto 44 dei 278 equipaggi iscritti. Tra loro, una delle tante Alpine private è condotta da Thierry Sabine, futuro organizzatore della Parigi-Dakar.
Segue il 13-18 marzo una doppietta nella terza gara in calendario, il Rally del Portogallo, con Jean-Luc Thérier vincitore e Jean-Pierre Nicolas al secondo posto; lo stesso Thérier si era ben comportato anche nel precedente Rally di Svezia (15-18 febbraio), una gara per specialisti nordici, nella quale l’Alpine del pilota francese si è piazzata comunque sul terzo gradino del podio.
L’Alpine non partecipa il 19-23 aprile al “Safari”, dove non avrebbe molte possibilità, però vince al Rallye du Maroc dell’8-13 maggio, con Bernard Darniche. Sulle roventi rocce della Grecia Thérier domina il Rally dell’Acropoli del 23-27 maggio davanti alla Fiat 124 di Rauno Aaltonen ed all’altra A110 condotta da Nicolas. Seguono le gare in Polonia e Finlandia, senza risultati di rilievo, e l’Alpenfahrt austriaco del 12-14 settembre dove l’Alpine coglie un secondo posto con Darniche.
Si arriva così al Rallye di Sanremo (10-13 ottobre), dove i soliti Thérier e Nicolas fanno quasi il vuoto, primo e terzo, con il solo Maurizio Verini su Fiat 124 capace di inserirsi al secondo posto. Dopo la gara statunitense a cui gli europei non partecipano, e il RAC britannico terreno di caccia della Ford, il fiore all’occhiello della stagione arriva al Tour de Corse dell’1-2 dicembre dove, ancora una volta, le Alpine-Renault A110 fanno tripletta con Nicolas che vince davanti a Jean-Francois Piot e Thérier.
A seguito di questi risultati, la piccola Casa francese domina la classifica di campionato con 155 punti, davanti alla Fiat-Abarth con 81 ed alla Ford con 76. Formula 3 Nonostante gli eccellenti risultati che legano nell’immaginario collettivo il marchio Alpine ai Rally, la Casa francese è stata ben presente anche nella Velocità in circuito, come già sottolineato, e spesso da protagonista assoluta.
Nel primo anno in cui il marchio è ufficialmente impegnato nelle competizioni, Alpine conquista il Campionato Francese di F3 nel 1964 con il talentuoso Henri Grandsire. Nel 1971, Patrick Depailler diventa campione di Francia con la famosa A360 “Dinosaure”, seguito da Michel Leclère nel 1972, anno in cui Alpine vince anche il campionato europeo, battendo le marche inglesi dominatrici fino a quel momento. Nel Rallycross, Jean Ragnotti, Bruno Saby e Jean-Pierre Beltoise conquistano il titolo francese per tre anni consecutivi (dal 1977 al 1979). La produzione dell’Alpine, che dal 1977 è di fatto un marchio di Renault, cessa nel 1995, dopo oltre 30.000 esemplari di 106, 108, 110 per uso stradale, nonché oltre 100 monoposto e prototipi di auto da corsa. Resta come marchio sulle auto più sportive, in genere delle utilitarie pepate, per dare un tocco di immagine sportiva al modello.
E ora torna nientemeno in Formula 1, riprendendo un filo che si era interrotto dopo la vittoria a Le Mans nel 1978. ufficiali e privati In apertura, Jean-Claude Andruet/Maurice Gelin impegnati al Rallye di Monte-Carlo del 1969 su Alpine A110, in versione 1300 cc: termineranno la gara con un ritiro. Qui a fianco, siamo nel 1968 al Rallye di Sanremo con l’A110 1300 S di Jean Vinatier/Jean-Francois Jacob, quinti assoluti. Sotto, infine, un pilota privato italiano, Aldo Fasan, al Rally 333 minuti del 1973, valido per il campionato italiano: ritirato. vittoria a sestriere Qui sotto, Bernard Darniche/Alain Mahé su A110 1600 al Rallye d’Italia Sanremo-Sestriere del 1971: quarto posto assoluto, completando la vittoria di Andersson/Nash con un’auto gemella.
A destra, Darniche/Mahé impegnati in una prova speciale notturna su neve al Rallye di Monte-Carlo del 1972, su A110 questa volta 1800 cc: 25esimi assoluti, la vittoria va a Munari/Mannucci su Lancia Fulvia HF. dominio al “monte” In questa pagina, due immagini del Rallye di Monte-Carlo del 1973, dominato dall’Alpine con tre A110 1800 sul podio. In alto, Ove Andersson/Jean Todt che terminarono al secondo posto dietro Andruet/Biche e davanti a Nicolas/Vial; qui sopra, l’auto di Darniche/Mahé al… lavaggio: i due furono poco fortunati, con un 10° posto nonostante la vittoria in tre prove speciali. campione F3 Sopra, Patrick Depailler nel 1971 si laurea Campione francese di F3 su Alpine A360-Renault (sopra, foto Fairholme, www.primotipo.com). La monoposto è spinta dal 4 cilindri ad aste e bilancieri della R16, potenziato fino a circa 125 Cv.