Cambia poco esternamente la più potente della gamma MiTo, recetnemetne rinnovata, che mantiene lo stesso motore 1.4 turbo da 170 Cv di prima, ma ora accoppiato solo al cambio automatico a doppia frizione. Un peccato che non sia prevista anche la versione con cambio manuale, ma si tratta di una chiara evoluzione dei tempi dalla quale la Casa del Biscione non poteva certo esimersi. Dai nostri dati rilevati emerge un lieve vantaggio nei dati di accelerazione, la vettura è ancora più fruibile, ma nel confronto con il cambio a doppia frizione del Gruppo VW si notano una minore reattività e una logica di gestione non sempre puntualissima nell’interpretare la volontà del guidatore.
LOOK
Si notano subito gli stemmi triangolari del Biscione sui parafanghi, ma ci sono anche altri dettagli che distinguono la MiTo più potente della gamma, tra cui il trattamento brunito di specchi retrovisori, cornici dei fari, maniglie delle porte e cerchi da 17 pollici (quelli da 18” sono optional). Lo scudo paracolpi posteriore ha un look più sportivo delle altre MiTo grazie soprattutto all’estrattore d’aria centrale, mentre nell’abitacolo è il volante a catturare l’attenzione, non tanto per il design leggermente differente rispetto al passato, quanto per la corona appiattita nella parte inferiore. Dietro le razze ci sono poi i paddles per la gestione manuale del cambio a TCT, che prevede anche la classica leva sul tunnel, da tirare indietro per salire di marcia e spingere in avanti per scalare secondo una logica ripresa dal mondo delle corse.
INTERNI
Nonostante il sedile un po’ troppo rialzato, soddisfa la posizione di guida, ampiamente adattabile anche grazie alla regolazione continua dello schienale, non particolarmente avvolgente ma gli amanti dello stile racing possono ora optare per i sedili a guscio Sabelt, offerti a richiesta con un sovrapprezzo di 2.500 euro. Come in passato il cursore del sistema Dna consente di selezionare 3 diversi programmi di guida che influiscono su risposta del motore ai comandi dell’acceleratore, taratura del servosterzo e soglia di intervento del controllo di stabilità, che non può essere totalmente disattivato.
Come in passato la disposizione dei comandi è in linea di massima ordinata, ad eccezione di quelli dell’impianto di climatizzazione posizionati un po’ troppo in basso e dei tasti di fendinebbia e retronebbia separati rispetto a quelli delle luci sul piantone di sterzo. Il nuovo sistema multimediale, nel caso si opti per il navigatore satellitare Tom Tom, è più facile da gestire che in passato, mentre resta sempre criticabile l’assenza di un vano a giorno utile per accogliere gli oggetti di uso più frequente. Buona l’abitabilità anteriore, un po’ più sacrificata dietro, mentre il vano bagagli offre una capienza nella norma ma la soglia di accesso piuttosto alta da terra crea qualche disagio nello stivaggio dei colli più pesanti.