Acqua e olio: gli escamotage per l’incremento delle prestazioni

Non solo un’elettronica più spinta, l’adozione della sovralimentazione o della fasatura variabile o il miglioramento dei parametri caratteristici del propulsore, ma anche un uso corretto di raffreddamento e lubrificazione vi permetterà di raggiungere superiori valori prestazionali all’interno del vostro motore.

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Fino a oggi quando si volevano incrementare le prestazioni e quindi l’efficienza e il rendimento dei motori endotermici – e, perché no, ridurre consumi ed emissioni nocive – non si faceva altro che agire sull’elettronica di gestione del motore modificando la mappatura della centralina, sull’aspirazione o immissione installando un gruppo di sovralimentazione o un sistema di fasatura variabile oppure sui parametri caratteristici del motore incrementando cilindrata, regime di rotazione, rapporto di compressione e così via. Il continuo sviluppo dei motori a combustione interna ha però portato all’adozione in primis nel motorsport e in secondo luogo su alcune auto di serie di soluzioni estreme per aumentare le prestazioni e non solo. Si tratta di strategie a volte piuttosto curiose ma comunque interessanti sotto il profilo tecnico perché mirano a incrementare l’efficienza in camera di combustione e di conseguenza le prestazioni del motore.

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Una di queste, già trattata in un nostro precedente articolo tecnico, è l’iniezione di un liquido vaporizzato (acqua distillata finemente polverizzata) all’interno dei cilindri o nei condotti di aspirazione così da sfruttare il calore latente di vaporizzazione del liquido introdotto per ottenere un’apprezzabile refrigerazione della carica, ossia della miscela aria-carburante, e di conseguenza una riduzione della temperatura interna del motore. A questo seguirebbe una sensibile riduzione delle sollecitazioni termiche, una minore facilità nell’insorgere del fenomeno della detonazione ed un lieve miglioramento del rendimento volumetrico poiché la carica, essendo a temperatura minore, risulterebbe più densa. In sostanza si arriverebbe a un maggiore livello prestazionale del motore e a un apprezzabile abbattimento dei consumi di carburante e delle emissioni di NOx e monossido di carbonio.

Un secondo escamotage, ed è quello di cui vi vogliamo maggiormente parlare in questo articolo, è quello di mescolare olio alla benzina per esaltare le prestazioni di alcuni motori, una pratica magari non molto nota ma applicata da molti decenni nei motori da competizione e nelle sportive stradali più prestazionali. Forse non tutti sanno che l’olio è anche un buon carburante con un potere calorifico di circa 10.000 kCal/Kg. Per questo motivo i vapori di olio possono essere bruciati in camera di combustione per ricreare una sorta di spinta aggiuntiva (maggiore potenza) senza per questo incrementare il consumo di carburante. Nello stesso tempo l’olio in camera di combustione funzionerebbe come additivo alla benzina con scopo antidetonante cioè capace di ridurre il fenomeno chiamato battito in testa ovvero la detonazione spontanea della miscela combustibile-comburente. Per fare in modo che una certa percentuale di olio si mescoli con la benzina in camera di combustione così da contribuire all’incremento prestazionale si può fare affidamento sul sistema di ricircolo dei vapori d’olio del motore (olio nebulizzato) così da reimmetterli in camera di combustione ben miscelati con l’aria in ingresso dall’aspirazione, oppure si può sfruttare il trafilamento di olio da sotto il pistone, lasciandolo volutamente trafilare attraverso le fasce elastiche, per esempio, grazie a un olio a bassissima viscosità, o ancora si può fare affidamento sulla depressione tra guide valvole e steli valvole, eliminando per esempio gli anelli paraolio sulla parte superiore dello stelo valvola.

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