Accise carburanti: che sia la volta buona?

Il Governo avrebbe ribadito nuovamente l’intenzione di eliminare dal prezzo dei carburanti le accise più datate e anacronistiche.
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Le accise sui carburanti sono in Italia un argomento molto scottante. Fin da principio erano state inserite come tasse straordinarie cioè introdotte in genere dopo eventi tragici come guerre, terremoti o alluvioni. Successivamente però sono diventate tasse definitive e praticamente ormai indispensabili per l'economia del nostro Paese. Basti, infatti, pensare che solo lo scorso anno il gettito garantito dalle accise è stato di ben 25 miliardi di euro, una cifra difficile da coprire.

Quasi assurde

Seppur ormai definitive e indispensabili, alcune di queste sono però anacronistiche e quanto mai antiquate ed inutili. Nella lunga lista di accise che attanagliano il prezzo alla colonnina non è difficile scorgere ancora alcune che risalgono ai primi anni del ‘900 relative ai finanziamenti di conflitti dello scorso secolo o alla ricostruzione dopo calamità naturali come, per esempio, la Guerra in Abissinia e in Bosnia o l’alluvione di Firenze e i terremoti di Belice e Friuli o Irpinia.

Difficile attuazione

Nel Contratto di Governo, stipulato tra la Lega e il Movimento 5 Stelle e firmato a maggio dal capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, e dal segretario della Lega, Matteo Salvini, era previsto il taglio delle accise più datate e anacronistiche sui carburanti. Una proposta, avanza dalla Lega e fortemente voluta da Matteo Salvini, che prevedeva a una riduzione di 18 centesimi nel prezzo al litro di benzina e di 15 in quello del gasolio ma che purtroppo non è mai andata in porto. La motivazione è presto detta: rimuovere queste tasse tanto odiate da tutti gli automobilisti porterebbe allo Stato un mancato introito di circa a 6 miliardi di euro l’anno.

Nuove speranze

La promessa è però ora tornata alla ribalta quando il sottosegretario all’economia, il leghista Massimo Bitonci, ha sottolineato nuovamente che nella prossima legge di bilancio, che l’esecutivo sta scrivendo proprio in queste settimane, vi sarà sicuramente la cancellazione delle accise più datate e anacronistiche. Un taglio che se attuato veramente, come già detto in precedenza, porterebbe alla piena eliminazione delle accise introdotte tra il 1935 (guerra d’Etiopia) e il 1996 (missione in Bosnia) con un netto calo dei prezzi alla pompa. Si stima, infatti, che la riduzione dei prezzi potrebbe addirittura toccare il 9,2% con un considerevole effetto sul portafoglio di tutti gli automobilisti.

Un buco importante

Ribadiamo però che ne da parte del Governo ne da parte del sottosegretario all’economia alla economia è stato precisato dove e come verranno trovati i fondi a copertura della manovra, un taglio sulle accise che equivarrebbe a una riduzione della componente fiscale dell’11% per la benzina e del 12,8% per il gasolio e che provocherebbe un buco, per le casse dell'erario, di circa 4 miliardi di euro. Non ci resta quindi che aspettare e spera che sia veramente la volta buona!

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