16 October 2013

...a ridatece la passione!

Cosa manca ai giovani di oggi affinché si appassionino al mondo dell’automobile, anziché ai videogames e all’elettronica? Forse solo un po’ di emozioni. E per capirlo, basta guardare la pubblicità...

...a ridatece la passione!

Lo penso ricalcando il vecchio detto romanesco “A' ridatece...”. Sento continue lamentele riguardo al fatto che i giovani delle generazioni successive agli anni Ottanta non hanno più la passione per le auto.

Spesso perché preferiscono concentrare i loro interessi sull’elettronica e sulle tecnologie. Che sono ormai iperabbondanti e al centro dell’attenzione. Ce n’è veramente per tutti i gusti. Ora è vero che con la crisi economica le famiglie sono disposte a spendere meno o non hanno la possibilità di farlo. Però se è anche vero che la pubblicità è l’anima del commercio, direi che, da questo punto di vista, ultimamente siamo sulla cattiva strada. Ci sono tanti esperti e studiosi della pubblicità e non si sentiva la necessità di un mio commento a riguardo. Ma lasciatemi dire che da utente televisivo e appassionato di motori mi sento un po’ deluso nel complesso.

 

Parlando di numeri, secondo le elaborazioni Upa sui dati Nielsen la spesa in pubblicità delle Case costruttrici automobilistiche è scesa dal picco di un miliardo di euro nel 2007 a circa 700 milioni nello scorso anno. Le auto restano, comunque, una fetta consistente del mercato pubblicitario su cui nel 2012 hanno inciso mantenendo una quota pari al 12% del fatturato complessivo del settore. Sono, comunque, tanti soldi, che stanno generando spot un po’ deludenti, a fronte dell’investimento, perché sono poco coinvolgenti.

 

Stavo leggendo il servizio sulla Delta Integrale che trovate pubblicato sul numero di novembre di Automobilismo, già in edicola, e ho sentito subito (tipo richiamo della foresta!) la voglia di andare a cercare su Internet i vecchi filmati della Martini Racing. Ed ecco come è nata l’associazione al discorso pubblicità. Pensavo che, intanto, non esiste più un marchio forte, legato a un prodotto e a una persona italiana, costantemente presente nel mondo dei motori e che solo a sentirlo nominare faccia venire in mente la parola chiave “racing”. Ma non esistono nemmeno più quei begli spot ispirati alle corse, ai grandi rally, che lasciassero sognare lo spettatore, trasportandolo in soli pochi istanti su un campo di gara e trasmettendogli emozioni.

 

Oggi la pubblicità è prevalentemente incentrata sul concetto di risparmio e nell’insieme sembra piuttosto piatta, morta, noiosa. Certo, va pure considerato che la crisi ha affossato anche i rally, un tempo ispiratori dei migliori spot. Però, penso, forse è proprio nei momenti di crisi che bisognerebbe investire in “fantasia”. Spremersi un po’ le meningi per trasmettere emozione. Come si può pretendere che i giovani si appassionino a qualcosa che già in partenza si presenta in uno stato di agonia?

 

La mia memoria in materia è limitata per motivi anagrafici. Però, da trentenne, mi ricordo che dalle elementari a salire (in termini di età), un tempo si buttava l’occhio su qualche vetturetta tipo la Opel Corsa GSI, la Renault 5 GT Turbo, sino ad arrivare alla più performante Lancia Delta Integrale. E l’idea era quella di farci qualche tracciato misto tenendo l’acceleratore schiacciato, sognando per qualche istante di essere come uno di quei piloti delle pubblicità. Sognando appunto. E oggi un giovane che guarda la pubblicità che cosa sogna? Di risparmiare? Di consumare poco? Non è certo con questo tipo di comunicazione che si possono coinvolgere ed emozionare le nuove generazioni.

 

E poi, poi, le Case costruttrici, quando vogliono, sono ancora capaci di farsi venire qualche bella idea per promuovere le loro auto. Basti pensare alle campagne pubblicitarie che Fiat si è inventata per promuovere la 500 negli Stati Uniti, ricalcando gli stereotipi dell’italianità, del Belpaese e di come ci vedono gli americani. Il tutto per trasmettere il concetto che l’auto è “Made in Italy” originale.

 

Quindi se riusciamo a giocare bene delle carte all’esterno, perché non possiamo ricominciare a fare qualche buona puntata anche nel nostro Paese? Come dite? Che a regalare emozioni con l’avventura ci sono già i famosi spot del noto amaro italiano, in cui gli archeologi dovevano affrontare le situazioni più irreali per recuperare dei reperti antichi!

Bene, allora beviamoci sopra, così ci facciamo venire un po’ più di euforia e ci dimentichiamo di quelle facce tristi delle promozioni dove uno entra in un concessionario, vede che non si può permettere nulla, ma grazie a un fantastico sconto riesce a comprare un’auto mediocre, pagandola in una quantità infinita di rate. Ma dai... così facciamo solo autogol.

 

E poi, a guardar bene, volete mettere delle immagini di un’auto da corsa estratte da un rally vero, un bel guidato fra le strade, con una situazione di pericolo finta e costruita – come quella dell’amaro, appunto – che ha suscitato ilarità più che altro? A ridatece la passione.

 

Di seguito i video con alcuni degli spot più belli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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