22 July 2015

Volkswagen Passat Variant 2.0 TDI Bluemotion, la nostra prova

Passat è da sempre sinonimo di concretezza e qualità, e lo conferma l’ottava edizione, che aggiunge una migliore abitabilità e un bagagliaio ancora più capiente. Comoda e poco assetata, la nuova nata ha guadagnato in dinamismo....

INTERNI

Difetti la “vecchia” Passat ne aveva davvero pochi, anzi, forse non ne aveva proprio, ma è naturale che ogni nuovo modello sia per qualche verso migliore del precedente. Nel caso specifico si tratta però di una vettura profondamente diversa, che nasce da una nuova scocca, dal passo maggiorato ma con le stesse dimensioni e dal peso addirittura ridotto. Esteticamente non stacca in modo netto, ma nel complesso resta sempre una delle migliori vetture del segmento alla luce di un rapporto qualità/prezzo/contenuti tecnologici difficile da eguagliare. Finora la Passat era più che altro sicura e confortevole, ora aggiunge un dinamismo sorprendente, almeno optando per le sospensioni attive, che in Sport rendono più rigido un assetto altrimenti a proprio agio anche sullo sconnesso.

 

 

COME È FATTA Al primo sguardo sembra molto più grande del modello precedente, in realtà non lo è affatto. Del resto, l’obiettivo dei designer del Gruppo VW era proprio quello di conferire un aspetto da ammiraglia senza accrescere le già considerevoli dimensioni della “vecchia” Passat. Ad ogni modo la nuova nata è più larga di una decina di centimetri e più bassa, per un’immagine più sportiva e dinamica che non guasta affatto. Poi c’è l’abitacolo, che è profondamente cambiato, anche se la sensazione è sempre quella di sentirsi un po’ come a casa propria. E’ immediato trovare la posizione di guida più congeniale nonostante il volante non sia mai perfettamente verticale, i comandi che servono nella guida si trovano senza problemi e la sensazione di qualità è sottolineata da plastiche morbide al tatto intervallate da gradevoli listelli satinati. Colpiscono le bocchette di aerazione estese per tutta la lunghezza della plancia, che si integra alla perfezione con pannelli porta arricchiti da generose tasche nella zona inferiore.

 

 

E’ molto gradevole da impugnare anche il volante a tre razze, che però presenta comandi poco intuitivi da usare: inizialmente sembrerebbe che quelli posizionati sulla razza sinistra servano solo per gestire il cruise control, ma poco dopo si scopre la regolazione del volume dell’impianto audio demandata a un piccolo bilanciere posizionato appunto sotto l’area dedicata al regolatore automatico della velocità. Quelli sulla razza destra servono invece per spostarsi tra i vari menù, tra cui spiccano quelli del computer di bordo (a colori per 145 euro), visualizzato dal piccolo display a colori posto tra tachimetro e contagiri. Meno laborioso invece gestire il monitor da 6,5” sulla consolle, non soltanto perché in un mondo di tablet e smartphone l’uso del sistema touch screen è ormai una prassi comune, ma anche per una serie di finezze come, per esempio, il passaggio dalla modalità di visualizzazione a quella di comando che avviene automaticamente all’avvicinarsi delle dita al monitor.

Si possono poi far scorrere elenchi e menù, oltre a ingrandire una particolare zona unendo 2 dita e successivamente allargandole. C’è anche la funzione rubberband, che consente di modificare il percorso del navigatore satellitare toccando con il dito un punto della rotta sulla mappa, mentre i tempi di reazione del sistema di infotainment si sono sensibilmente ridotti grazie al processore principale dalla potenza raddoppiata. L’aumento del passo si riflette invece positivamente sull’abitabilità, come conferma la crescita di 33 mm della lunghezza interna, mentre il già notevole volume del bagagliaio è ulteriormente cresciuto, per l’esattezza di 47 litri con gli schienali posteriori in posizione d’uso.

TECNICA

La scocca della nuova Passat è quella modulare trasversale denominata MQB sulla quale si sviluppano numerosi modelli del Gruppo VW: si caratterizza per una sensibile riduzione del peso, che per alcune versioni può arrivare fino a 85 kg, e vanta una rigidità torsionale incrementata di 2.000 Nm/°, per un valore finale di 25.000 Nm/°. Rispetto al modello precedente, le rinnovate sospensioni posteriori multilink e lo sterzo elettromeccanico hanno assicurato un risparmio di peso rispettivamente di 4,7 e 2,2 kg, mentre nel reparto motore l’alleggerimento può arrivare fino a 40 kg.

L’ottimizzazione dell’impianto elettrico e dell’elettronica di bordo ha portato invece un beneficio quantificabile in 3 kg, mentre la scocca è stata alleggerita di 33 kg grazie all’impiego di acciai ad altissima resistenza forgiati a caldo e alla struttura della carrozzeria con parti in alluminio. Il motore turbodiesel rappresenta l’ultima evoluzione del 2.0 TDI VW, che si distingue per l’introduzione di alcune innovazioni, tra cui il basamento a parete sottile (-2.4 kg), i contralberi di equilibratura spostati dalla coppa alla parte superiore del basamento (-3 kg), oltre al generale lavoro di riduzione degli attriti meccanici che prevede differenti fasce elastiche per i pistoni, cuscinetti a basso attrito per gli alberi a camme e la pompa dell’olio a portata variabile.

Per garantire un riscaldamento più rapido del motore si è fatto invece ricorso a circuiti di raffreddamento separati tra testata e monoblocco, oltre a una pompa dell’acqua che si disattiva a motore freddo. Il sistema di iniezione raggiunge una pressione massima di 1.800 bar e impiega iniettori a 8 fori, mentre l’intercooler è integrato nel sistema di aspirazione per realizzare percorsi di uscita più brevi, quindi una migliore qualità di erogazione e un rendimento superiore. Anche il sistema di ricircolo dei gas di scarico è stato perfezionato rendendolo più compatto e riducendo di conseguenza le perdite di flusso.

Oltre al cruise control adattivo, di serie per l’allestimento Businessline, al pari del monitoraggio Front Assist (280 euro) che, in caso di possibile tamponamento rallenta automaticamente la vettura, la voce sicurezza può arricchirsi di numerosi sistemi offerti a richiesta, tra cui il dispositivo di mantenimento automatico della corsia (530 euro), la regolazione automatica degli abbaglianti (145 euro) e gli air bag laterali posteriori (425 euro), che si aggiungono ai 7 cuscini salvavita di serie, incluso quello a protezione delle ginocchia del guidatore.

 

In allegato in alto le schede tecniche Passat.

SU STRADA

Era difficile immaginare una Passat ancora migliore, ma la nuova nata lo è, non certo in modo sostanziale, ma quanto basta per coinvolgere di più nella guida. Non tanto per merito del reparto motore/cambio, che già in precedenza ha determinato nuovi standard a cui la concorrenza ha cercato pian piano di avvicinarsi, quanto sul versante dell’assetto. Se la precedente Variant anteponeva confort di marcia e sicurezza a qualsiasi altro aspetto, il nuovo modello è diventato davvero camaleontico, pur se va specificato che la sua doppia anima deriva in parte dalla presenza delle sospensioni adattive, optional a circa 1.000 euro.

Un accessorio che include un tasto sulla consolle per selezionare diversi programmi di guida, compreso quello Sport che, modificando risposta del motore e dello sterzo, oltre naturalmente alla taratura delle sospensioni, conferisce un inedito piacere di guida. Se in Comfort le asperità delle strada vengono assorbite più che dignitosamente anche in presenza delle ruote da 18” dell’esemplare in prova, il rollio che si manifesta in curva smorza ben presto qualsiasi velleità sportiva. Che può comunque essere soddisfatta con la semplice pressione del tasto Sport: a questo punto, l’assetto che diventa molto più rigido, il motore prontissimo ad ogni sollecitazione del pedale destro e lo sterzo che si fa più consistente consentono di togliersi inattese soddisfazioni anche all’insorgere di qualche piccolo prurito sportivo in presenza di un tracciato ricco di curve.

Nonostante i quasi 2,8 metri di passo associati alla massa di oltre 1.500 kg, la Variant si rivela infatti molto più agile e reattiva di quanto potesse sembrare nel settaggio Comfort. Così il rollio si smorza parecchio e le ruote seguono fedelmente i comandi impartiti dal volante, anche nel continuo susseguirsi di curve e controcurve di vario raggio. Il raggiungimento del limite è sottolineato da un progressivo sottosterzo, ma a sorprendere è un dinamismo sconosciuto al modello precedente associato a una stabilità altrettanto buona nelle manovre di emergenza, dove i rarissimi interventi dei controlli elettronici ribadiscono l’equilibrio di un assetto davvero indovinato.

Associato a freni che assicurano spazi di arresto molto contenuti a tutte le andature, ma anche a quella sensazione di confort che ha reso nel corso degli anni la Passat un vero e proprio punto di riferimento. Lo conferma la qualità dell’isolamento acustico dell’abitacolo, sottolineata da un valore su tutti: 67,2 decibel di rumorosità rilevati a 130 km/h, un dato di pochissimo superiore rispetto ai 66,9 decibel dell’Audi A4 Avant 2.0 TDI e un po’ più basso dei 67,6 decibel della Bmw 320d.

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