30 September 2015

Come un ente no-profit e una piccola università della Virginia hanno messo in ginocchio il 2° costruttore mondiale

L’ esatto contrario. Quel test avrebbe dovuto dimostrare l’ opposto di ciò che emerso. Nessun complotto, nessuna cospirazione. A dare il via, tra l' altro, è un tedesco. Peter Mock responsabile europeo dell’ICCT, in un 'indagine che parte dal 2014...(PDF test ICCT)

INTRO

L’ esatto contrario. Quel test avrebbe dovuto dimostrare l’ opposto di ciò che emerso. Le tre vetture americane scelte per i test dall ‘ università del West Virginia dovevano attestare infatti come fossero obsolete e inquinanti i corrispettivi modelli europei, omologati grazie a normative anti-inquinamento molto più blande e obsolete. Il risultato dei test ha invece scoperchiato il vaso di Pandora, permettendo di scoprire probabilmente la più grande, voluta, truffa nella storia dell’ automobilismo mondiale.

Nessun complotto dunque , nessuna cospirazione. A dare il via al tutto è un tedesco. Peter Mock è il suo nome, chimico, responsabile europeo dell’ ICCT di San Francisco, una piccola organizzazione non profit creata per "migliorare le performance ambientali e l'efficienza energetica" nei trasporti "per il bene della salute pubblica e per mitigare il cambiamento climatico". Mock è Managing Director dell'  International Council on Clean Transportation (ICCT) e da sempre impiegato nel settore delle indagini sulle emissioni degli autoveicoli. Negli anni passati lui e i suoi colleghi hanno spesso riscontrato numerose discrepanze tra i dati di emissioni dichiarati dalle Case europee e quelli realmente rilevati.

 

Nel maggio dello scorso anno, l' ICCT aveva pubblicato un dossier sulle emissioni dei diesel di ultima generazione, che riguardano principalmente gli NOx ( lo trovate in allegato in pdf nell' ultima pagina ). Non molto colpiti dai risultati ottenuti sulle vetture teuropee testate decisero di ripetere le analisi sulle vetture in USA, certi che l'esito del test avrebbe fatto sfigurare le auto europee.

"Non avevamo davvero avuto alcun motivo di nutrire sospetti sulle vetture tedesche prodotte e vendute in America", ha detto Mock , nella foto in alto,  "pensavamo che i veicoli fossero puliti, eravamo certi che l'esito del test avrebbe fatto sfigurare le auto europee. La ICCT avrebbe voluto dunque dimostrare che le auto tedesche in America sono più pulita che in Europa, perché le regole sono molto più severe. Il tutto per spronare le autorità del Vecchio Continente a introdurre test e normative più stringenti.”

La West Virginia University si aggiudicò il bando ICCT per effettuare i test. Tre le vetture scelte: la Passat (MY 2013) , la Jetta (MY 2012) e la BMW X5 (MY2013). Inizialmente avrebbe dovuto esserci anche una Mercedes. “Solitamente effettuiamo i nostri test su vetture prese a noleggio non su quelle date dai costruttori , affinché siano il più possibile verosimili.” Spiega lo stesso Mock ” Non siamo però riusciti ad ottenere a noleggio il modello Mercedes che volevamo e allora ci siamo accontentati delle due VW e della BMW.” 

 

I TEST

"Se sei imbottigliato nel traffico di Los Angeles per tre ore, sappiamo che la vettura non si trova nella condizione migliore per dare buoni risultati sulle emissioni", ha spiegato al New York Times  Thiruvengadam, professore dell’ ateneo USA. "Ma se si va a 70 miglia all'ora costanti , tutto dovrebbe funzionare perfettamente. Le emissioni dovrebbero calare. Ma quelle di Volkswagen non scesero". E ancora “ripetemmo più volte le procedure di controllo sulle apparecchiature di rilevamento “ continua Thiruvengadam” e poi, voglio dire, abbiamo fatto tanti di quei test che non potevamo avere dubbi o ripetere più volte lo stesso errore nelle misurazioni”.

 

Con i dispositivi di rilevamento montati, le tre vetture hanno percorso 1300 miglia da San Diego a Seattle per verificare le emissioni in condizioni reali. I risultati della vettura Volkswagen furono molto deludenti . La VW Passat superava il limite delle emissioni NoOx imposto dagli Stati Uniti da 5 a 20 volte, la VW Jetta da 15 sino a 35 volte. Solo la BMW X5 rispettava i limiti. "E 'stato scioccante ricevere i dati americani ", ha dichiarato Mock. I dati rilevati furono poi passati alla California Air Resources Board (Carb), l'agenzia dello stato della California che fissa gli standard sulle emissioni. Nel maggio dello scorso anno i dati sono inviati sia a Volkswagen USA sia all’ EPA (Environmental Protection Agency) . 

 

LA CENTRALINA DEL TDI EA189

Con le accuse sul tavolo , la filale americana Volkswagen motiva il tutto con “difetti tecnici” e a dicembre avvia in USA un richiamo di 500.000 veicoli per risolvere il problema. A inizio anno , tuttavia, sia il California Air Resources Board , sia l’ ICCT ripetono i test prima al banco poi su strada. I valori continuano ad essere troppo alti ed entrambe attestano come nessuno dei problemi tecnici addotti da VW fosse veramente responsabile delle emissioni così elevate.

La California Air Resources Board e l’EPA minacciano quindi di non certificare i nuovi modelli MY2016 Volkswagen e Audi TDI . E’ la stessa Volkswagen infine ad ammettere l’ uso di un particolare software nella centralina capace di riconoscere quando una vettura è nel ciclo di prova al banco e quindi di ridurre le emissioni di ossidi di azoto.

Come? La centralina del quattro cilindri TDI EA 189 Euro 5 rileva e misura il carico, in base alla posizione del pedale dell'acceleratore, e sul banco tra l' altro si verificano condizioni particolari, non cambia l’angolo di sterzata, ad esempio, e le sospensioni lavorano, ovviamente, molto meno. La centralina grazie a un sofisticato algoritmo riduceva dunque di conseguenza la quantità di gasolio iniettata, aumentava la quantità di aria per ciclo di combustione e modificava, se necessario, il tempo di iniezione, in modo che risultassero le migliori emissioni di scarico possibili. Il gioco era fatto. Un gioco costato evidentemente molto caro sia in termini di costi, miliardi di dollari, sia soprattutto in termini di immagine.

In allegato in alto il pdf ICCT dei test effettuati nel maggio 2014.

Le ultime news video

© RIPRODUZIONE RISERVATA