21 May 2016

Nuova Opel Astra 1.6 CDTi 136 Cv, la nostra prova

Un motore più potente e un lavoro certosino di alleggerimento fanno della nuova media tedesca una delle vetture più efficienti della classe. Consumi da record, ottima guidabilità, ma anche prestazioni di tutto rispetto in rapporto alla cilindrata di soli 1,6 litri....

INTERNI

Si capisce già dall’estetica che la nuova nata ha davvero poco da spartire con la già apprezzata versione precedente, ma anche la meccanica e le dotazioni dell’ultima nata segnano un deciso passo in avanti che la posiziona a livello delle rivali più accreditate in un segmento tra i più competitivi del mercato. Basi pensare che il nuovo motore td di 1,6 litri è praticamente imbattibile nel rapporto prestazioni/consumi, ma anche l’equazione prezzo/qualità/dotazioni fornisce un risultato difficile da replicare da parte della concorrenza, che negli ultimi anni ha inseguito più lo stile e le dotazioni elettroniche piuttosto che non la difficile strada del contenimento del peso.

INTERNI
I sedili avvolgenti e ampiamente regolabili in ogni direzione, il piccolo volante in posizione verticale e la corta leva del cambio fanno sentire perfettamente integrati alla guida di una vettura molto facile da assimilare fin dai primi chilometri. Aiutano anche la semplicità dell’abitacolo e la logica ineccepibile con cui i comandi sono dislocati lungo la plancia, con l’ormai immancabile schermo touch screen molto intuitivo da gestire e completato da una serie di tasti fisici per richiamare immediatamente le funzioni di più frequente utilizzo.  Non manca un portaoggetti protetto da una chiusura a saracinesca sul tunnel, mentre sulla consolle, immediatamente sotto i comandi dell’impianto di climatizzazione, è stato ricavato un incavo per trattenere uno smartphone o anche un più comune telefono cellulare.

Nonostante le dimensioni esterne leggermente inferiori rispetto al modello precedente, l’abitabilità soddisfa sia davanti sia dietro, dove il pavimento pressoché piatto e il divano non eccessivamente sagomato non creano disagi quando si ha la necessità di viaggiare in cinque. Volendo essere pignoli si potrebbe muovere qualche critica nell’accessibilità posteriore a causa del padiglione discendente verso la coda, ma si tratta di un dettaglio, esattamente come il piccolo tasto dell’hazard in prossimità del passeggero, non immediato da individuare in caso di pericolo. Pur non spiccando in termini di capacità, il vano di carico si fa invece apprezzare per la forma regolare e l’apprezzabile sviluppo in altezza, con l’unico limite del piano non perfettamente liscio quando si reclinano gli schienali posteriori e la capienza cresce da 370 a 1.210 litri.

TECNICA E SICUREZZA

La riduzione del peso è stato uno degli obiettivi prioritari dei progettisti, e il risultato si può sintetizzare un una cura dimagrante che va da un minimo di 120 kg fino a 200 a seconda della versione. La scocca nuda è stata infatti alleggerita del 20% (da 357 a 280 kg), mentre altri 50 kg sono stati risparmiati con l’impiego di acciai leggeri, ricorrendo a telai ausiliari più compatti e lavorando su sospensioni e freni, con questi ultimi che, dovendo rallentare una massa inferiore, pesano 10 kg in meno. Altri accorgimenti hanno riguardato l’accorciamento dello sbalzo anteriore e di quello posteriore e la diversa linea di scarico, ma anche l’accoppiata cerchi/pneumatici ha ridotto la massa complessiva fino a 11,5 kg, mentre i nuovi sedili anteriori hanno assicurato un ulteriore risparmio di 10 kg.



Modificato anche il motore turbodiesel di 1,6 litri, dalla potenza di 136 Cv e accreditato di emissioni di Co2 inferiori ai 100 g/km. Le curve di potenza e coppia espresse  durante la prova sul banco a rulli hanno mostrano un andamento molto progressivo e lineare con una crescita costante da basso regime fino a raggiungere i valori massimi registrati, che sono un po' più alti di quanto dichiarato dalla Casa. Abbiamo infatti registrato 140,1 cv a 3.580 giri/min e 325,1 nm a 2.340 giri/min. Moderata anche la flessione una volta superato il regime ideale di sfruttamento.

Per quanto riguarda la sicurezza, le dotazioni si sono ulteriormente arricchite, con una serie di dispositivi tra cui spiccano il riconoscimento dei cartelli stradali, l’avviso di involontario cambio di corsia, quello di rischio di tamponamento e quello dell’approssimarsi di eventuali veicoli nel cosiddetto angolo cieco degli specchietti retrovisori. Tra gli optional figurano poi anche il cruise control con limitatore di velocità, il sistema per il parcheggio automatico e la telecamera posteriore con schermo a colori.



 

SU STRADA

All’inizio lasciano un po’ perplessi il ticchettio del motore a gasolio e la sua non eccelsa fluidità di funzionamento, poi, man mano che la temperatura del liquido refrigerante sale, i toni del 4 cilindri a gasolio si smorzano e si apprezza la generosa disponibilità di un motore che all’occorrenza sa essere molto progressivo nell’erogazione, ma quando si affonda il piede sull’acceleratore sfodera una grinta inaspettata. Del resto i numeri non smentiscono certo la sensazione che si prova al volante, sia per quanto riguarda la potenza rilevata al banco, di 140,1 Cv contro i 136 promessi dalla Casa, sia per un’accelerazione sensibilmente migliore rispetto a quella dichiarata, come testimoniano puntuali gli 8,974 secondi rilevati sullo 0-100 km/h in luogo dei 9,6” promessi dalla Casa. Di grande spessore anche la velocità massima effettiva che sfiora i 210 km/h, un dato davvero sorprendente anche in rapporto alla concorrenza, visto che, per esempio, un punto di riferimento come la VW Golf 2.0 TDI da 150 Cv con cambio a doppia frizione DSG stacca 8,54” sullo 0-100 km/h e raggiunge 209,7 km/h di velocità massima.

Una media turbodiesel di 1,6 litri con le prestazioni di un 2.000 cc quindi, ma caratterizzata da consumi non solo inferiori rispetto a quelli delle più efficienti 2 litri a gasolio, ma addirittura migliori dei meno potenti 1.600 cc, come conferma la percorrenza media rilevata di 17,8 km/litro, non solo molto più elevata nel confronto con i 14,4 km/litro della Golf 2.0 TDI, ma anche leggermente migliore in rapporto ai 17,6 km/litro della Peugeot 308 1.6 R-HDi da 115 Cv, un vero e proprio punto di riferimento sul fronte dell'efficienza. Parlando di numeri, una doverosa citazione meritano poi gli spazi di frenata, sempre ai vertici della classe, ma anche in tema di piacere di guida e sicurezza attiva la media tedesca si colloca a pieno titolo sul podio virtuale. Merito di un avantreno molto incline a cambiare rapidamente direzione, di uno sterzo pronto nella risposta a tutte le andature e di un cambio manuale dai rapporti ben scalati, oltre che molto morbido e rigoroso negli innesti delle 6 marce. Tralasciando la già accennata rumorosità del motore a freddo e in piena accelerazione, anche sul fronte del confort di marcia il giudizio finale è ampiamente positivo in virtù dell’abitacolo ben insonorizzato e della buona risposta delle sospensioni sullo sconnesso. 

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