I dati di potenza,
il sistema di trazione
e l’impianto frenante delle due sfidanti sono molto simili, ma alla guida
le sorprese non mancano. A partire dall’erogazione del motore, più
progressivo
e pieno ai regimi medio bassi sulla Subaru, un po’ meno lineare invece
sulla Lancer, dalla minore spinta fino a circa 4.000 giri a cui
segue una brusca salita della coppia che, unita ai rapporti molto ravvicinati
del cambio, rende le accelerazioni a dir poco entusiasmanti.
L’Impreza
riesce comunque a tenere il passo grazie alla maggiore coppia del motore
avvertibile soprattutto immediatamente dopo i cambi di marcia, fattore
che assicura progressioni altrettanto soddisfacenti nonostante i rapporti
più lungi del cambio. Un 6 marce molto preciso ma altrettanto contrastato
che richiede una certa decisione nei passaggi da un rapporto
all’altro,
al contrario della trasmissione della Lancer, che permette manovre più
rapide senza manifestare rifiuti neppure in condizioni limite. Poi
viene
lo sterzo, preciso e progressivo in entrambi i
casi,
ma più rapido nella risposta sulla Mitsubishi, al punto da richiedere
manovre
misurate alle velocità più alte, situazione in cui il retrotreno
risulta
inoltre più sensibile al rilascio del gas in appoggio nel confronto con
la Subaru.
Più
sottosterzante in ingresso di curva, un po’ meno reattiva nei
trasferimenti
di carico nonostante la tecnica rallistica del pendolo possa essere sfruttata
ad hoc per far partire la coda in impostazione di curva e provocare un
sovrasterzo
facilmente controllabile grazie all’immediato
trasferimento
della coppia alle ruote anteriori non appena le posteriori iniziano a perdere
aderenza. L’unica accortezza in questi casi è quella di
impugnare
saldamente il volante per contrastarne le brusche reazioni sotto coppia.
Trazione elevatissima quindi sia per Lancer sia per Impreza, a proprio
agio soprattutto sui fondi più scivolosi, tanto che sul bagnato,
è possibile
dare libero sfogo a tutta la potenza anche in uscita dai tornanti e dalle
curve più strette, naturalmente dopo aver considerato un sottosterzo
più
marcato in inserimento e lungo tutta la traiettoria impostata.
Le
velocità che si raggiungono in breve tempo sono di conseguenza
elevatissime,
comunque presto contrastate da impianti frenanti molto efficaci: quello
della Subaru però, oltre a garantire spazi di arresto più
contenuti a tutte
le velocità, evidenzia una modulabilità leggermente migliore
nell’uso
più spinto, dato che il servofreno è tarato in modo da richiedere
sempre
una sensibile pressione sul pedale per garantire la giusta sensibilità
a qualsiasi andatura. Quasi superfluo infine parlare di confort di
marcia e consumi, con il primo aspetto influenzato dalla taratura molto
rigida delle sospensioni, dai pneumatici ribassati e dall’isolamento
acustico
dell’abitacolo limitato al minimo indispensabile, mentre le percorrenze
sono accettabili solo rispettando i limiti di velocità nella marcia
autostradale,
quando si raggiungono punte superiori agli 8 km/litro contro i 5-6 km/litro
percorsi in condizioni di guida più consone all’impostazione di
vetture
con simili caratteristiche e prestazioni.