Si potrebbe riconoscere ad occhi chiusi una Serie 3, ma quando il corpo viene compresso con una tale forza contro lo schienale si intuisce subito che sotto il cofano non c’è il 2 litri turbodiesel della 320d. Nella 325d la cilindrata resta infatti la stessa, ma i turbo sono due, la potenza massima raggiunge 218 Cv, ma sono soprattutto i 450 Nm di coppia a fare la differenza. Non ci sono vuoti ai bassi regimi, l’intervento del secondo turbocompressore è inavvertibile, ma la spinta che prosegue ininterrottamente fino a 5.000 giri identifica uno dei migliori 4 cilindri a gasolio del mercato, soprattutto perché tali prestazioni sono associate a consumi che hanno dell’incredibile, basti pensare che in autostrada percorrere 17 km/l non è affatto un miraggio.
Aiuta l’ottava marcia lunga, ma un altro punto di forza di questa vettura è proprio il cambio, non tanto per la sua dolcezza in automatico, caratteristica scontata per una trasmissione con convertitore di coppia, quanto per il fatto che in manuale, selezionando il programma Sport, gli inserimenti delle varie marce siano così secchi e veloci da non far rimpiangere affatto i migliori doppia frizione. L’assetto resta il principale protagonista di un piacere di guida assoluto: è rigido quanto basta, la compostezza nei cambi di direzione è quella a cui la vetture della Casa bavarese ci hanno abituato da tempo, ma è soprattutto la capacità di mettere a proprio agio e di mascherare una massa di 1.600 kg a collocare al vertice della classe la 325d sul fronte del piacere di guida. Certo, l’assetto rigido non digerisce volentieri le sconnessioni della strada e il riavvio del motore da parte dello start/ stop provoca qualche scossone di troppo, ma sono aspetti che si dimenticano alla svelta alle luce delle qualità dinamiche della berlina Bmw.