Automobilismo10-2018

N ella seconda metà degli anni ‘70, malgrado il momento negativo che porta inflazione e diffi- coltà per l’industria in generale, la passione per l’auto sportiva resta viva, anche se il gusto degli appassionati va orientandosi diversamente. Non più il classico coupé, ma la piccola berlina a due volumi e tre porte capace di graffiare grazie a un motore di cilindra- ta e potenza inusuali per la carrozzeria su cui è montato. Beninteso, esempi in passato di auto così ce n’erano stati, basti pensare alla Mini Cooper o alle Abarth derivate da utilitarie Fiat. Ora, però, questo approccio verso l’auto sportiva mette d’accordo la voglia di prestazioni brillanti con il pensiero corrente che, sull’onda lunga dell’embargo petrolifero, aveva messo in discussione il tradizionale ruolo non solo del coupé bensì delle auto sportive in generale. Quindi niente più linee filanti e aggressive o caratteriz- zazioni estetiche dedicate, ma cavalleria e prestazioni ca- muffate da berlina da famiglia del segmento C con cui si va al lavoro. Basta una vocale Il primo costruttore europeo a prendere atto di questa mutata realtà -e ad agire di conseguenza- è la Volkswagen, che al Salone di Francoforte del 1975 presenta la Golf GTI dove la “I” evidenzia l’alimentazione a iniezione. Dietro questa semplice vocale c’è in realtà un’abile mossa 156 AUTOMOBILISMO.IT | OTTOBRE 2018 Pungente e virile il primo, veloce ed elegante la seconda Due modi di intendere il nuovo ruolo dell’auto sportiva tra gli anni ’70 e ‘80 di Dario Mella - Foto Matteo Boem Lo Scorpione e la GTI E P O C A Fiat Ritmo 125 TC - Volkswagen Golf TRATTO DA C Settembre 2018

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