20 February 2014

Renzi? Non dimentichi il comparto auto

Perché è il vero indicatore dell’andamento economico del Paese. Il 2014 non sarà l’anno della ripresa decisa e non sarà nemmeno il punto di svolta da cui far ripartire la nostra economia perchè il peggio non lo abbiamo ancora lasciato alle nostre spalle. Eppure qualcosa sta cambiando....

Renzi? non dimentichi il comparto auto

Il 2014 non sarà l’anno della ripresa decisa e non sarà nemmeno il punto di svolta da cui far ripartire la nostra economia perchè il peggio non lo abbiamo ancora lasciato alle nostre spalle. Eppure qualcosa sta cambiando, qualcosa sembra muoversi nell’immenso acquitrino paludoso che ha sommerso gran parte del nostro Paese. Soprattutto nella politica dove Matteo Renzi ha ritenuto di doversi assumere le responsabilità della guida del Paese per non farsi dettare i ritmi del processo di riforma dello Stato dall’ultimo dei democristiani, Enrico Letta, naturalmente vocato alla politica gattopardesca del “tutto cambia affinchè nulla cambi”.

 

Insomma non c’è da cantar vittoria, ma i segnali che arrivano dal mondo dell’auto dicono che il mercato di gennaio è cresciuto del 3,2% rispetto a gennaio del 2013. Si tratta del secondo segno + consecutivo, dopo il +1,4% di dicembre 2013. Considerando il giorno lavorativo in meno, l’incremento equivale in realtà ad un progresso di circa il 4,5% e sempre in gennaio 2014 sono andati bene anche gli ordini: ammontano a poco più di 120.000 unità, oltre il 9% in più rispetto a gennaio 2013. Dell’incremento di gennaio 2014 non è riuscita ad approfittarne la Fiat, che ancora una volta ha registrato una flessione (-4,3%), solo in parte compensata dal recupero di Lancia (+13,7%). Hanno recuperato invece al di sopra della media del mese Volkswagen (+9,6%), Ford (+12,3%), Peugeot (+29,6%), Renault (+27,9%) e Toyota (+22,6%) mentre tra i marchi di prestigio va segnalato il balzo di Maserati con 122 unità rispetto alle 10 del 2013.

 

La colonna dei segni positivi risulta più numerosa rispetto a quella dei meno a conferma che qualcosa, forse, si sta muovendo in questo inizio d’anno. Basta sommare la crescita del 1,4% di dicembre 2013 al più 3,2 di gennaio 2014 per valutare l’inversione di tendenza in positivo di almeno 2 punti e mezzo. Non sarà molto, dopo tante perdite, ma il recupero resta signifi cativo. Significativo è anche il fatto che il clima di fiducia degli operatori del settore auto rilevato dal Centro Studi Promotor, dopo aver toccato un minimo nel giugno 2013, è in costante ripresa e nel gennaio scorso è aumentato di 6 punti netti: ciò coerentemente con migliori giudizi da parte dei concessionari sulla raccolta di ordini, che in gennaio è stata alta o normale per il 47% dei concessionari contro il 35% di dicembre e il 14% di giugno.

 

Numeri a parte, restano sempre i problemi, tuttora irrisolti, del settore auto. Se come ha affermato Massimo Nordio, Presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere “La politica è tornata assente sui temi del nostro settore” e la Consulta Automotive, dopo successivi rinvii, ha di fatto interrotto i lavori previsti davanti alle priorità politiche della riforma della Legge elettorale ed una spending review da rendere più incisiva”, viene da pensare che la decisione di Renzi possa essere stata presa a seguito dei nuovi dati del settore auto da sempre riconosciuto (insieme all’edilizia) fra gli indicatori di inversione di tendenza del Paese.

E se Nordio aggiunge che il Governo Letta “ha trovato il tempo di prorogare al 2016 le politiche fi scali restrittive sulle auto aziendali, in merito alla detraibilità dell’IVA, che terranno questo comparto lontano dall’Europa ancora tre anni pieni. In questo quadro il settore auto continuerà ad operare in un contesto di bassa propensione ai consumi, fi nché non si determinerà un alleggerimento della pressione fiscale che agisce sul sistema famiglie ed imprese”, Renzi dovrà rivedere questa posizione governativa perché a gennaio la crescita più consistente (22,5%) è stata quella delle vetture destinate al noleggio e in calo risultano solo le immatricolazioni di auto per i privati, la cui quota è scesa dal 70,2% di gennaio 2013 al 68% di gennaio 2014.

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