24 July 2013

RENAULT CAPTUR DCI 90 CV, prime impressioni

Nasce dalla Clio ed è la nuova proposta di Renault nel segmento sempre più emergente delle Sport utility di dimensioni compatte...

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II mercato le premia e le Case si adeguano. Oggi le Sport utility piacciono specie se di dimensioni compatte, più facili da guidare e da parcheggiare, ma soprattutto perché adatte a un doppio impiego, tutti e giorni e anche nel fine settimana. A muoversi sono in particolare i marchi generalisti, ma anche i “premium” non stanno a guardare. Una delle mini Suv più riuscite è sicuramente la Renault Captur che si fa notare per l’altezza da terra di 200 mm, sottolineata dalla presenza di protezioni per la parte bassa della carrozzeria della parte bassa. Il resto lo fanno le carreggiate larghe (151 cm) e il passo importante (260 cm). Tipica di un monovolume è, invece la posizione di guida rialzata (+10 cm rispetto alla Clio), al pari della versatilità, resa possibile dal divano scorrevole per 160 mm, mentre la capacità di carico base oscilla tra i 377 e i 455 litri, ma arriva 1.235 litri quando si viaggia in due, cui si possono aggiungere altri 27 litri totali, ottenuti sfruttando i vani distribuiti nell’abitacolo.

 

Davvero un record per un’auto lunga come una berlina, appena 412 cm, solo 6 in più rispetto alla Clio da cui deriva. Anche la Renault Captur sfoggia, infatti, la grande losanga cromata al centro di un motivo nero che attraversa il frontale da parte a parte. Da cui è un attimo spostare gli occhi sulle fiancate, che sembrano fare apparire ancora più muscolosi i parafanghi. Passando all’abitacolo, si scopre una plancia snella alle estremità e con una parte centrale piuttosto corposa, dominata dal grande schermo “touch” da 7 pollici. Rispetto alla Clio traspare una maggiore cura del dettaglio e delle finiture in genere, che danno l’idea di una superiore qualità, anche se alcune plastiche un po’ economiche restano, non solo sui pannelli delle porte, ma anche nella parte alta della carrozzeria.

 

La Renault Captur è stata sviluppata sulla stessa piattaforma della Clio, rivista e corretta per l’occasione:ha quindi le sospensioni anteriori pseudo Mc Pherson e posteriori a ruote interconnesse. In vista di un possibile impiego sullo sterrato, la taratura di molle e ammortizzatori è simile a quella della versione station wagon, la Clio Sporter. 

Interni

La tavolozza dei colori si presenta con nove tonalità per la carrozzeria e tre per il tetto che danno vita a diciotto combinazioni possibili. Tutte poi possono essere incrociate con tre diverse finiture per i cerchi, ambienti chiaro o scuro per l’abitacolo e una marea di soluzioni interne, comprese cornicette colorate per casse, bocchette e dettagli vari, oltre che una cover di varie fogge per una porzione di corona del volante. Ultimo, ma non meno importante, c’è anche il rivestimento Zip Collection, che, come lascia intuire il nome, prevede la possibilità di staccare la copertura dei sedili tramite una semplice chiusura lampo per lavarla in lavatrice o per sostituirla all’occorrenza con una diversa: ce ne sono varie, per abbinamenti più classici o arditi. Questo tipo di rivestimento è optional sul secondo livello di allestimento, Live, e di serie sul terzo, Energy.

 

Quello base si chiama invece Wawe e prevede di serie, tra le altre cose, il climatizzatore, il cruise control, le luci diurne a Led e lo stereo con Bluetooth e prese Usb e aux in. Sulla Captur Live diventano standard per esempio i fendinebbia, i cerchi in lega da 16” e la chiave elettronica che può essere lasciata in tasca o in borsa, mentre sulla Energy R-Link, oltre alla Zip Collection spiccano i cerchi in lega leggera da 17”, il clima automatico, i fari con funzione cornering, i sensori pioggia e crepuscolare, il look bicolore e il sistema di infotaiment R-Link con comandi touch screen integrato nella consolle, che consente di accedere come da un tablet al web e a funzioni avanzate che vanno dall’aggiornamento in tempo reale sul traffico alla possibilità di consultare e scaricare nuovi programmi e applicazioni tramite il Renault Store. Quanto ai prezzi, il listino della nuova Captur si apre con i 15.950 euro chiavi in mano della TCe 90 in allestimento Wave, mentre il prezzo d’attacco per la Captur con motore a gasolio è di 17.600 euro chiavi in mano, mentre per passare al livello intermedio e quindi a quello top bisogna aggiungere ogni volta un sovrapprezzo di 1.250 euro. 

Su strada

Dei due motori che abbiamo avuto modo di provare quello che è sembrato più brillante è senza dubbio il 1.5 dCi da 90 Cv abbinato al cambio manuale a cinque marce. Premesso che sei rapporti avrebbero, forse, consentito di sfruttare meglio le potenzialità del piccolo turbodiesel, il motore si dimostra, comunque, piuttosto generoso, grazie al buon ritmo sin dai bassi e medi regimi.

 

Soltanto se viene messo alla frusta alza il tono della risposta, ma si capisce subito che la cosa finisce lì: meglio, dunque, non esagerare e farsi bastare la buona progressione. In questo modo tra l’altro, si finisce per ottenere livelli di consumo contenuti: con inserita la funzione Eco che rende più dolce la risposta del motore e limita gli assorbimenti di potenza del climatizzatore, infatti, il computer di bordo ha mostrato una media di 5,3 l/100 km, equivalenti a una percorrenza di 18,9 chilometri con un litro, lontana forse da quanto dichiarato da costruttore, ma comunque ottima anche perché ottenuta con uno stile di guida del tutto normale.

 

A dispetto della maggior potenza e delle prestazioni dichiarate più brillanti, nemmeno il 1.200 cc TCe ama che gli si metta tanta fretta una volta su strada. E a ben vedere non è un questione di pigrizia: le sue risposte sono vivaci a ogni sollecitazione dell’acceleratore e anche in allungo si difende bene. Il fatto è che quando si spinge il pedale fino a fondo corsa l’intesa con il cambio non è sempre esemplare.

 

Se si usa, invece, il piede con più moderazione, tutto va a meraviglia, con passaggi di marcia dolci e abbastanza puntuali. Usando modi sbrigativi, infatti, l’elettronica finisce col penalizzare la fluidità di guida con una gestione delle marce a volte un po’ brusca. Dei due dovessimo scegliere, comunque, punteremmo sul turbodiesel che conti alla mano assolve al meglio la doppia funzione di un crossover di razza come il Renault Captur.

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