Polestar 1: ultimi collaudi su ghiaccio e neve

Al freddo della Svezia i tecnici ne hanno valutato la batteria, il telaio e il torque vectoring.
Dopo averla vista allo scorso Salone di Ginevra la supercar ibrida di Polestar, costruttore svedese nato da una costola di Volvo che si occupa principalmente dello sviluppo di auto premium elettrificate, è volata in Svezia dove tra nevi, ghiacci e rigide temperature si è sottoposta a importanti collaudi sulla tenuta del sistema ibrido plug-in e sulla bontà del comparto telaio e sospensioni.
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A tutta batteria

Ricordiamo che la Polestar 1 è una coupé 2+2 ibrida plug-in capace di una potenza di 600 CV e una coppia di 1000 Nm. Sotto pelle si nascondono, infatti, un motore benzina da 2.0 litri 4 cilindri con turbocompressore e volumetrico da 336 CV e 370 Nm che si occupa delle ruote anteriore, due motori elettrici che sviluppano complessivamente 218 CV e 480 Nm esclusivamente sulle ruote posteriori e un motore elettrico da 46 CV e 150 Nm, collegato al motore termico, con funzioni di generatore per le batterie in fase di decelerazione. Un sistema evoluto che, grazie alle tre batterie da 34 kWh, è in grado in primis di erogare la bellezza di 600 CV e 1.000 Nm di coppia massima e secondariamente di garantire allo stesso tempo un'autonomia di 150 km nella sola modalità elettrica.

Freddo e neve non la fermano

Per mettere alla frusta tale concentrato di tecnologia i piloti, i collaudatori e gli ingegneri di Polestar hanno passato ben 2 settimane a nord del Circolo Polare Artico con temperature fino ai -28 gradi così da portare a termine gli importantissimi e durissimi test invernali, concentrando l'attenzione nello specifico il funzionamento del comparto meccanico, la tenuta del pacco batterie, il bilanciamento di telaio e assetto e il funzionamento del torque vectoring. Collaudi che, secondo l'amministratore delegato di Polestar, proseguiranno per tutto l’anno, in diverse condizioni ambientali, con l’obiettivo di presentare il primo modello al Salone di Pechino 2018.

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