14 April 2015

Peugeot 106 Rallye, pura e dura

Pura e dura, ma alla portata di tutti. Bella, lo stile è di Pininfarina, e con un motore da 7.000 giri. Ce n'e' abbastanza per coinvolgere 20 enni in cerca di una piccola sportiva, come quelli che ci hanno chiamato in redazione....

STILE

I primi “rumors” sull’arrivo della Peugeot 106 iniziarono a diffondersi ai primi del 1991. La piccola francese sarebbe stata presentata ufficialmente solo nell’autunno dello stesso anno, in occasione del Salone di Francoforte. Non sapendo ancora con precisione che ruolo avrebbe giocato nella gamma Peugeot, fu indicata come “105” per creare l’affinità con il modello 205 già sul mercato. In azienda, invece, il progetto era identificato come “S1”. Come poi si scoprì dopo il suo lancio, la Peugeot 106 andava a inaugurare una nuova famiglia di modelli che si sarebbe poi allargata con le successive 206, 306 e 406. Nello stesso tempo, in un certo senso, sostituiva la più vecchia 104 commercializzata nel mercato francese fino al 1988.

STILE
Lo stile della 106 era frutto della collaborazione tra i centri stile Peugeot (all’epoca diretto da Gerard Welter) e Pininfarina: una partnership in essere sin dagli anni Cinquanta, precisamente dal 1951, quando il Leone acquistò dall’atelier torinese il prototipo che servì da base per creare la berlina 403. A questa seguirono i modelli 404, 204, 504, 104, 604, 505, 305, 205, 306 e 406. Tornando alla linea della 106, questa è caratteristica soprattutto nel frontale, che riprende in qualche modo quello della 205 ma rispetto al quale è ancora più moderno grazie all’utilizzo di proiettori più bassi e filanti. La calandra è integrata al cofano evidenziando ancor di più un profilo spiovente e affilato. Più avvolgente il posteriore, dotato di ampio portellone, mentre sulle fiancate spiccano la linea di cintura piuttosto bassa e il padiglione molto luminoso.

MOTORE

A livello meccanico, il “leoncino” che inaugurava gli anni Novanta si presentava con un’impostazione tecnica ormai affinata: motore trasversale e trasmissione sull’asse anteriore, ruote indipendenti con avantreno del tipo McPherson. Sull’asse posteriore, invece, spiccavano i bracci longitudinali collegati da una traversa tubolare. Ai vertici erano fissati, in posizione quasi orizzontale, gli ammortizzatori.

Insomma, la Peugeot 106 si presentava con tutte le carte in regola per battersi con successo nell’agguerritissimo segmento delle compatte, dove all’epoca si contendevano il mercato le varie Fiat Uno, Autobianchi Y10, Citroën AX (stesso pianale della “cugina” 106), Ford Fiesta, Opel Corsa, Volkswagen Polo, Renault Clio e anche la Rover 100. Peugeot, ovviamente, con la sua 106 voleva giocare un ruolo di primo piano, tanto che nel progetto “S1” investì 4,4 miliardi di Franchi (quasi mille miliardi delle nostre vecchie Lire!) con la previsione di produrre 300.000 esemplari entro il primo anno di commercializzazione. Al momento del lancio sul mercato italiano, la 106 era offerta in 7 varianti: 954 XN e XR, 1.1 XR e XT, 1.4 XT e XSi, 1.4i XT Targa Verde (l’unica dotata di catalizzatore).

Tre cilindrate, quindi, tutte con i quattro cilindri della famiglia “TU” del Gruppo PSA, in lega d’alluminio e con distribuzione monoalbero due valvole per cilindro. Il più piccolo è il 954 cc da 45 CV, in mezzo c’è il 1.124 cc da 60 CV e al top di gamma c’è il 1.360 cc da 75 CV. Quest’ultimo, nella variante a iniezione elettronica utilizzata sulla versione XSi, sviluppa 98 CV ed è lo stesso motore montato sulla Citroën AX GTI. Ad un anno dal lancio, nell’autunno del 1992, la gamma 106 si allargava con la variante di carrozzeria a 5 porte e l’aggiunta della motorizzazione a gasolio (quattro cilindri 1.360 cc e 52 CV).

RACING

La tradizione sportiva di casa Peugeot ha lasciato il segno anche sulla compatta 106. Non poteva andare diversamente, visti i successi delle versione pepate allestite sul modello 205 e, andando più indietro, anche sulle insospettabili 104. La parola d’ordine è: Rallye. E infatti, alla fine del 1993, ecco pronta a ruggire la 106 Rallye, erede della gloriosa 205 a carburatori. Come per quest’ultima, e a differenza della XSi, questa versione si rivolge al pubblico più giovane, è senza compromessi. I colori disponibili sono solo tre: bianco, rosso e nero. I cerchi in lamiera sono verniciati di bianco.

Sulle fiancate corrono le strisce con i colori di Peugeot Sport. L’allestimento interno è specifico, spartano e corsaiolo: sedili avvolgenti, cinture di sicurezza e moquette in colore rosso. Sulla consolle mancano anche le bocchette centrali per la ventilazione dell’abitacolo. Tutto è all’insegna del racing, compreso il motore (anche se l’ormai imprescindibile iniezione elettronica ha lievemente addolcito il carattere rispetto ai carburatori della 205). Per rientrare nella classe 1.300 cc dei regolamenti sportivi, il propulsore della 106 Rallye è il brillante 4 cilindri 1.294 cc che sfiora i 100 CV di potenza (98, per la precisione). Un ottimo livello, unito al fatto che la piccola di Sochaux pesa poco più di 800 kg.

Gli ingredienti giusti per divertirsi ci sono, ma per andar forte bisogna saperla tenere sempre su di giri. Il regime di potenza massima, infatti, è oltre 7.000 giri, con un range ottimale di utilizzo che parte dai 5.000. Anche l’assetto è specifico per questa versione, più rigido per rendere la vettura più precisa e stabile. Di contro, per sfruttare a fondo la 106 Rallye bisogna avere una certa esperienza, perché le sue reazioni -soprattutto durante gli spostamenti di carico- sono fulminee e non lasciano spazio all’improvvisazione: in curva può passare dal sottosterzo al sovrasterzo in un battito di ciglia, è molto sensibile ai freni e al rilascio dell’acceleratore.

Mentre la Rallye ottiene ottimi risultati di vendite, nella gamma 106 si affaccia una nuova sportiva. O, meglio, l’altra sportiva di famiglia, la 1.4 XSi, sale di categoria con l’adozione dell’1.6 da 103 CV. Carattere e temperamento sono molto diversi dalla sorella Rallye: la XSi, benché più potente, si rivela meno nervosa e più confortevole. Come top di gamma è superaccessoriata e ben rifinita. Il motore deriva da quello montato sulla 306, ma con alberi a camme simili a quelli della Rallye, con alzata di 11 mm per le valvole di aspirazione e di scarico. Rispetto alla Rallye e alla XSi prima maniera, la 1.6 ha il rapporto al ponte più lungo.

BIALBERO

Nell’aprile 1996 debutta in Italia il primo restyling del modello 106. A cinque anni dal lancio (e dopo 1.400.000 esemplari costruiti) il Leoncino subisce un piccolo lifting, dentro e fuori. È più lunga di 11 cm in seguito all’aumento degli sbalzi anteriore e posteriore dovuto ai paraurti ridisegnati, monta nuovi gruppi ottici, nuovo frontale con l’inserimento di una sottile calandra, nuove maniglie apriporta, ha il lunotto più arrotondato nella parte inferiore. Nell’abitacolo, plancia e volante sono ridisegnati e anche i sedili migliorano il confort di marcia. Anche la Rallye cresce, in tutti i sensi. A parte un certo “imborghesimento” nell’aspetto generale, la versione più sbarazzina della gamma adotta il motore 1.6 monoalbero da 101 CV. Altre novità riguardano cerchi e passaruota allargati, le minigonne laterali.

Tra i colori della carrozzeria sono ora disponibili anche il blu e il giallo. Con il rinnovamento della gamma, infine, si assiste alla nascita della GTI 16v da 118 CV. In questo caso le novità stanno tutte nel propulsore, dotato di distribuzione a due assi a camme in testa e quattro valvole per cilindro. Ha il blocco in ghisa con camicie integrate, pistoni raffreddati da un getto d’olio e le punterie idrauliche per il recupero automatico del gioco. Due anni più tardi, la gamma 106 subisce un nuovo stravolgimento: con l’arrivo del modello 206 la 106 GTI esce di produzione ma il suo motore va su una seconda variante Rallye. Per un anno rimangono quindi in listino due 106 1.6 Rally: 8 e 16 valvole. Dal 1999 al 2004, infine, rimane disponibile la sola 1.6 Rallye 16v.

SCHEDE TECNICHE

PEUGEOT 106 RALLYE 1.3 (1993)

Motore: anteriore trasversale inclinato di 6° in avanti, quattro cilindri in linea, 1.294 cc, potenza 98 CV a 7.200 giri, coppia 10,8 kgm a 5.400 giri, 2 valvole per cilindro, un asse a camme in testa, iniezione elettronica multipoint Trasmissione: trazione anteriore, cambio a 5 rapporti; ruote: cerchi in lamiera 5,5x14”, pneumatici 175/60 TR14 Corpo vettura: sospensioni ruote indipendenti, anteriori tipo McPherson, braccio trasversale e montante telescopico, molla elicoidale, barra antirollio, posteriori con braccio longitudinale, barra di torsione trasversale, barra antirollio; sterzo a pignone e cremagliera; freni: anteriori a disco autoventilanti, posteriori a tamburo Dimensioni (in mm) e peso: passo 2.385, carreggiata ant/post 1.342/1.484, lunghezza 3.564, larghezza 1.607, altezza 1.360; peso in ordine di marcia: 810 kg Prestazioni: velocità massima 190 km/h, accelerazione 0-100 km/h 10,3 secondi

PEUGEOT 106 RALLYE 1.6 (1996)

Come 106 1.3 Rallye, tranne: Motore: cilindrata 1.587 cc, potenza 101 CV a 6.200 giri, coppia 13,2 kgm a 3.500 giri Trasmissione: ruote: cerchi in lamiera 6x14”, pneumatici 185/60 TR14 Corpo vettura: freni: a disco sulle quattro ruote (anteriori autoventilanti) Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 3.678, larghezza 1.610, altezza 1.357; peso in ordine di marcia: 900 kg Prestazioni: velocità massima 195 km/h

PEUGEOT 106 RALLYE 1.6 16V (1998)
Come 106 1.6 Rallye, tranne: Motore: potenza 118 CV a 6.600 giri, coppia 14,5 kgm a 5.200 giri, 4 valvole per cilindro, due assi a camme in testa Dimensioni e peso: peso in ordine di marcia: 950 kg Prestazioni: velocità massima 205 km/h, accelerazione 0-100 km/h in 9,6 secondi

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