E’ il caso, ad esempio, del talentuoso David Obendorfer che è riuscito ad ottenere grande visibilità e apprezzamenti grazie ad alcune sue concept, in special modo la bella Bmw CS Vintage e lo stuzzicante remake della Fiat 127. Diffi cile e inutile stabilire se i giovani siano una reale fucina di idee innovative, anche perché spesso tutte le fonti si ispirano a vicenda, anche se extrasettoriali, ma è chiaro che in questo momento il Futuretrò rappresenti uno dei pilastri espressivi a disposizione del car design.
GIORNI MEMORABILI
Quando si guarda il passato con gli occhi di un giovane, le cose prendono pieghe inaspettate. Non sono presenti pregiudizi, esperienze e ricordi non sono stati vissuti direttamente, ma sono fi ltrati da quello che la cultura ne ha tramandato e, magari, travisato. Oggi i Centri Stile sono formati da team di età media sempre più bassa e della più diversa origine geografi ca, con il risultato che a volte la supervisione di un designer maturo non è suffi ciente a tenere a bada l’esuberanza creativa, anche a causa di tempistiche troppo tirate e stressanti. La Caterham AeroSeven, ad esempio, è il tentativo di portare nel nostro secolo il concetto di kit car all’inglese, sfruttando il più possibile componenti standard (come i gruppi ottici a LED non specifi ci) e conservando un aspetto destrutturato della carrozzeria, traspirante e che copre solo in parte il telaio in fi bra di carbonio.
Non era facile conservare l’essenzialità della Seven senza parafanghi esterni e i fari tondi, infatti la concept appare troppo carica all’anteriore e priva di muscoli. Concettualmente è molto interessante aver inserito il profilo giallo della tipica mascherina Caterham sospeso nella grande apertura a tutta larghezza, come un elemento grafico, la memoria visiva di un tratto distintivo non più necessario. Non c’è però confronto fra la cura riservata al frontale, comunque ricco di spunti interessanti, e il posteriore, vuoto, piatto e sgraziato; un errore abbastanza frequente fra i giovani car designer.
Tutto il loro entusiasmo si riversa frequentemente in progetti simili, ispirati all’epoca d’oro delle competizioni motoristiche, compresa tra gli anni cinquanta e settanta che, di fatto, ha dato la maggior parte dei riferimenti iconografici e stilistici che usiamo tutt’ora. Uno degli esercizi riusciti meglio non viene dal Vecchio Continente, ma dal Giappone.
La Nissan IDx Freeflow è una concept che reinterpreta il sapore vintage della Datsun 510, di cui ripropone anche la livrea da gara nella versione Nismo. E’ proprio quest’ultima che sa evocare gli anni settanta grazie alle proporzioni raccolte e ad un sofisticato aspetto piatto: la coda è tronca e la fanaleria rimane racchiusa nelle viste anteriore e posteriore. Il gioco di linee oblique è pressoché perfetto, creando zone concave e fortemente inclinate che la proiettano in avanti con dinamismo e pulizia generale. Ancora competizioni e una nostalgica scarica di adrenalina ce la propone Renault con la Twin’Run, omaggio alla gloriosa R5 Turbo da Rally degli anni ottanta e creata per celebrare lo spirito sportivo che da sempre contraddistingue il marchio francese. Trattandosi di una Twingo, non c’è molto da dire a livello stilistico, ma è un’ulteriore conferma di quanto appeal abbia il binomio vintage e racing.
Come è tradizione della Casa, l’aspetto grafico gioca un ruolo importante: il frontale è costruito attorno a figure geometriche con spigoli arrotondati, tanto che i 4 grandi proiettori a LED appaiono perfettamente integrati nel design generale. Salendo di categoria, è d’obbligo citare la Bmw 328 Hommage del 2011 con cui Van Hooydonk si concede una parentesi romantica nella sua opera di definizione del nuovo corso stilistico. Concept di questo tipo servono sì a sognare ad occhi aperti, ma soprattutto a rimarcare il posizionamento e il target di riferimento del marchio. Bmw è un brand per gentlemen drivers, spiccatamente maschile e sempreorientato al piacere di guida.
La Hommage vuole ricordare proprio questo, se ce ne fosse bisogno, ma lo fa senza cadere nella trappola del retrò fine a sé stesso. Le forme e le superfici sono quanto di più attuale possa esserci, perfettamente in linea con le concept presentate in quel periodo, come la ConnectedDrive. Solo i fari tondi con il nastro adesivo, la forma del doppio rene e le fasce di cuoio riportano indietro nel tempo, il resto è proiettato nel futuro.
Si sale a bordo scavalcando la fiancata, un gesto che aiuta a far rivivere emozioni ed esperienze ormai irripetibili e trasformare ogni piccolo viaggio in città in una tappa della MilleMiglia. Ancora più esplicita è l’Aston Martin CC 100, creata per le celebrare il secolo di storia del marchio e ispirata alla DBR1 di cui riprende l’uso vistoso del colore giallo intorno alla mascherina. L’idea originale della concept è il saper valorizzare l’elemento più importante del family feeling, la forma della griglia anteriore, raddoppiandola. In questo modo si crea un’unica apertura che convoglia anche l’aria ai freni, senza ricorrere a prese ausiliarie e si da una giustificazione tecnica a sovradimensionamento della griglia stessa. L’idea è riproposta al posteriore, a suggerire che l’intera vettura sia attraversata dall’aria per assecondare le prestazioni del motore e garantire le migliori performance aerodinamiche, secondo un trend attualissimo fra le sportive e non solo.