in dai primi chilometri, il td 1.6 Renault fa capire di quale pasta sia fatto. Tanto per cominciare, questo turbodiesel fa sentire la sua voce sempre con discrezione. Si può provare a farlo salire e scendere di giri lentamente o il più in fretta possibile, ma non capiterà mai di imbattersi nella minima traccia di fastidiose rumorosità. La sua risposta, poi, è fatta di una progressione continua e costante, mostra una buona propensione a salire di giri e spinge in maniera fluida in tutto l’arco di utilizzo. In sostanza, quando si preme sull’acceleratore, si ha la certezza di disporre della potenza da subito e per intero: quanto basta per far cambiare ritmo alla Mégane con continuità, oltre che con intensità, ma il bello è che tale progressione avviene sempre nella massima souplesse.
La Mégane mostra inoltre credenziali interessanti dal punto di vista dinamico, in virtù di un comportamento brillante che al tempo stesso resta molto omogeneo, facile da assimilare e da gestire in tutte le condizioni. Gli inserimenti sono piuttosto precisi e non ci sono difficoltà nel mantenere le traiettorie volute, persino nei curvoni autostradali più veloci e impegnativi, dove è facile mantenere un ritmo sostenuto, favorito dalla progressività con cui la vettura segue le variazioni di linea. E nel caso si entri in curva lunghi il recupero di linea appare progressivo e naturale.
Soltanto in prossimità del limite la sostanziale neutralità assicurata dall’assetto lascia spazio a un minimo di sottosterzo, peraltro agevole da contenere. Il rollio non è mai eccessivo e non ritarda più di tanto l’appoggio laterale in curva, che anzi sul veloce si rivela sempre sincero e ben definito, così come, pur senza mostrare una reattività eccessiva, la vettura risponde con buona prontezza ai rapidi cambi di direzione, così da assecondare a dovere la guida nel misto più stretto, ma in linea generale il comportamento dinamico risulta equilibrato, tanto da sopportare con disinvoltura anche correzioni marcate, dove la sensibilità al rilascio dell’acceleratore comporta effetti limitati anche per il valido contenimento dei trasferimenti di carico. Il cambio a sei rapporti ha innesti molto precisi, anche in scalata ed esenti da fastidiosi impuntature.
La corsa della leva non è eccessivamente lunga e la spaziatura delle marce sembra offrire un buon compromesso tra la necessità di una guida “al risparmio” e quella, invece, di sfruttare al massimo le caratteristiche del motore. Gli innesti non saranno velocissimi, ma scorrono sempre con apprezzabile scioltezza, a patto di non richiedere al comando movimenti troppo rapidi. Pochi problemi sul fronte del confort: il motore si fa sentire con discrezione, e in modo mai fastidioso, anche alle velocità più elevate e in fase di massima accelerazione. Di buon livello appare anche l’impianto frenante, che vanta potenza sufficiente a garantire spazi di arresto sempre contenuti. Dove la Mégane svetta, in senso positivo, è nei consumi, che si rivelano da riferimento nella categoria, come ben testimoniano le percorrenze medie di oltre 16 chilometri con un litro in città e di quasi 18 km/ litro in autostrada e a velocità stabilizzata, per una media complessiva di 18,6 km/litro.