23 April 2014

Nuova Mini Cooper, come va su strada: vibra poco e spinge ai medi

Le nostre sensazioni al volante della nuova Mini con il motore a tre cilindri sono positive, specialmente per la risposta del motore. Ecco come va e quanto consuma

Nuova mini cooper, come va su strada: vibra poco e spinge ai medi

Il motore della nuova Mini Cooper è la più grande sorpresa, non tanto per la sua riserva di coppia fin dai regimi più bassi, quanto soprattutto per l’assenza di vibrazioni e per una sound che con lo sgradevole “frullo” dei 3 cilindri ha davvero poco da spartire. Almeno nella condizione d’uso più frequente, ovvero tra i 1.500 e i 4.500 giri, perché oltre questa soglia qualche parentela con il frazionamento dispari si avverte, ma il calo della spinta nella zona alta del contagiri non invoglia più di tanto a raggiungere il regime di potenza massima. Molto meglio restare dove la curva di coppia è più favorevole per godere di riprese molto rapide e di una progressione che fa guadagnare rapidamente velocità, fino a raggiungere una punta di 209,1 km/h, un valore sensibilmente migliore rispetto ai 196,8 km/h della precedente Cooper con il motore di 1,6 litri aspirato.

 

I 16 Cv di potenza in più dichiarati avvantaggiano anche le accelerazioni (da 0 a 100 km/h in 7,87 secondi contro i 9,49 secondi della precedente Cooper con cambio manuale), il tutto però a fronte di consumi leggermente peggiori, come conferma la percorrenza media rilevata di 13,4 km/litro in luogo dei precedenti 14,3 km/litro. In realtà il confronto non rende il dovuto merito alla nuova nata per la presenza del cambio automatico che ne sminuisce leggermente l’efficienza complessiva, anche se il nuovo 6 marce non fa affatto rimpiangere il manuale grazie a innesti rapidi in manuale associati a una piacevole dolcezza in automatico, quando la logica di gestione nella modalità normale è orientata al contenimento dei consumi, inserendo via via le marce più alte intorno ai 2.000/2.500 giri. Per avere un po’ di brio supplementare è quindi opportuno selezionare il programma S, o meglio ancora passare in manuale, condizione in cui emerge però la mancanza dei sempre più diffusi comandi dietro le razze del volante, purtroppo disponibili solo a richiesta. Nonostante l’attenzione rivolta a emissioni e consumi, la Mini non perde nulla della sua proverbiale sportività grazie allo sterzo molto diretto, alla prontezza con cui le ruote anteriori raggiungono l’appoggio e alla capacità di chiudere con il muso al rilascio del gas, una condizione che chiama spesso in causa un controllo di stabilità sempre solerte nel contrastare la vivacità della coda. Trattandosi si una versione tutt’altro che estrema, oltre un certo limite il sottosterzo diviene più marcato, ma la taratura delle sospensioni resta comunque orientata verso il rigido, con conseguenti ripercussioni sullo sconnesso, quando anche le ruote da 17” montate sull’auto in prova contribuiscono a sottrarre ulteriore capacità di assorbimento.

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