All’inizio sembra quasi che si sia imborghesita: il sound del motore è molto filtrato, il 6 cilindri spinge talmente forte ai bassi da non invogliare più di tanto a spostarsi verso la zona rossa del contagiri e i freni si modulano bene anche a bassa andatura nonostante l’esemplare che stiamo guidando utilizzi l’impianto carboceramico (optional a 7.500 euro). Prima di trarre delle conclusioni affrettate proviamo però ad affidarci alla “magia” dell’elettronica: sospensioni attive (optional anch’esse, ma a 1.950 euro) nel settaggio più rigido possibile, controllo di stabilità in modalità Dynamic, sterzo e risposta del motore in Sport+.
Ed ecco finalmente la degna erede della M3, che si esprime ora con un motore molto più presente a livello acustico, una risposta decisamente più “cattiva” ai richiami del pedale del gas, lo sterzo diventa poi consistente come ci si aspetta su una creatura del reparto Motortsport e non è più necessario avere le ruote dritte per dare sfogo ai 431 cavalli, altrimenti imbrigliati da un’elettronica che massimizza la sicurezza a scapito delle prestazioni.
Non abbiamo però ancora agito sul cursore vicino alla leva del cambio DKG che ne modifica la sportività, in effetti fino a questo momento i passaggi di marcia ci sembravano fin troppo vellutati per una coupé di tale caratura. Inoltre abbiamo ancora in mente il doppia frizione della “vecchia” M3, efficace certo, ma afflitto da un lieve ritardo tra l’impulso sul paddle e l’effettivopassaggio di marcia, oltre che da innesti fin troppo dolci nell’ottica di una vettura che deve prima di tutto procurare emozioni nella guida.
LA CAMBIATA È DIVENTATA “CATTIVA”
Ora la situazione è cambiata parecchio, scegliendo il programma più improntato alla sportività gli innesti diventano decisamente più secchi, con tagli di coppia che, pur senza mai infastidire, regalano quella sensazione di grinta che ci si aspetta dalla M4; in salita di marcia la cambiata è immediata, mentre in scalata lo è un pochino meno, pur non arrivando mai in ritardo, neppure nelle staccate della pista di Portimao dove abbiamo avuto occasione di provare a fondo la nuova nata. Anche qui ci ha colpito la sua doppia personalità: da un lato mette immediatamente a proprio agio chi guida, è molto istintiva nelle reazioni, composta anche quando si sbaglia qualcosa, scivolando dolcemente con il muso qualora si imposti la traiettoria con troppa foga, oppure allargando con la coda in uscita, ma solo selezionando il programma Dynamic del controllo di stabilità e trazione.
L’altra faccia della M4 si scopre invece quando di alza il ritmo, situazione in cui colpisce quanto questa sportiva facile e fruibile su strada si dimostri straordinariamente efficace e redditizia anche tra i cordoli. E’ pronta in inserimento nonostante gli oltre 1.500 kg di peso, poi corre precisissima lungo la traiettoria voluta, con un grip elevato e senza richiedere correzioni di sterzo. In uscita resta composta, sovrasterza leggermente all’occorrenza, ma lo fa in modo progressivo fino all’intervento, peraltro mai troppo brusco, dell’elettronica.
BMW M4 Coupé 2014
BMW M3 e M4 Coupé 2014, storia