Nissan Pulsar Black Edition: anima nera

La versione speciale della berlina media nipponica si fregia di finiture e componenti dal look total black. È disponibile con i motori 1.2 turbo benzina da 115 Cv e 1.5 dCi da 110 Cv.

Motori turbo benzina e Diesel

Meno diffusa rispetto alle rivali tedesche, la Nissan Pulsar è una berlina concreta, gradevole esteticamente e rifinita con buona cura. Un modello “solido”, dal buon rapporto qualità/prezzo, che ora vede ampliarsi la gamma grazie all’inedita versione Black Edition. Caratterizzata da un design ricercato e da un moderno sistema multimediale, la media nipponica in edizione speciale è proposta con le motorizzazioni 1.2 DIG-T da 115 Cv o 1.5 dCi da 110 Cv.

Interni parzialmente in pelle

Basata sull’allestimento Acenta, la Nissan Pulsar Black Edition si distingue dalla versione “classica” per una serie di dettagli in nero quali i profili dei fari a Led, le calotte dei retrovisori laterali e i cerchi in lega da 18 pollici. Una caratterizzazione “total black” rafforzata dai cristalli posteriori oscurati. L’abitacolo, forte di nuove sedute parzialmente rivestite in pelle, è arricchito dal sistema multimediale NissanConnect corredato di touchscreen da 5 pollici, radio digitale, connettività Bluetooth e prese Aux/Usb.

Look sbarazzino

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Nasce per le famiglie, ma nell’allestimento Black Edition punta su di un look più sbarazzino rispetto alla versione tradizionale. Un’inclinazione rafforzata dai propulsori in gamma, vale a dire i quadricilindrici 1.2 turbo a iniezione diretta della benzina da 115 Cv e 190 Nm di coppia e 1.5 turbodiesel common rail da 110 Cv e 260 Nm. Analogamente alle comuni versioni della Pulsar, anche la Black Edition può avvalersi di una dotazione di sicurezza di prim’ordine che include la frenata automatica d’emergenza in caso di collisione imminente, l’assistenza al parcheggio con monitoraggio degli oggetti in movimento, l’avviso di superamento involontario dei limiti di corsia e il rilevamento degli ostacoli in corrispondenza degli angoli di visuale ciechi. Un pizzico di pepe, ma senza alterare la “ricetta” base.

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