In questo caso, si chiama Aventador LP 750-4 Superveloce, limitata a 600 soli esemplari di cui circa 520 già venduti a circa 400.000 euro. Il nome svela molto, ma non tutto. Non è solo una variante alleggerita e più performante. Qui tecnici e ingegneri sono intervenuti pesantemente sull’hardware dell’intera supersportiva. Prendete l’aerodinamica. Nel creare la Superveloce, gli ingegneri della parte aerodinamica hanno lavorato in stretta collaborazione con i designer del centro stile fin dal principio per assicurare che le forme della vettura garantissero anche un bilanciamento ideale.
L’obiettivo era di accrescere sia il carico verticale che l’efficienza aerodinamica, senza aumentare quindi i valori di resistenza all’avanzamento. Globalmente l’aerodinamica è stata migliorata del 150% in termini di efficienza mentre per quanto riguarda il carico il guadagno è stato ancora più alto, 170% in più rispetto alla Aventador standard. L’anteriore della vettura è stato ridisegnato completamente: ora il look è più “aperto”, con lo splitter che si allunga verso l’avanti e due profili alari, uno in nero carbonio e l’altro nel colore della carrozzeria, che contribuiscono a generare alti valori di carico all’anteriore. Questo migliora stabilità e maneggevolezza, rende l’inserimento in curva alle alte velocità ancora più preciso; prese d’aria anteriori maggiorate e ottimizzano il raffreddamento dell’impianto frenante. Lasciato completamente a vista, lo scarico è avvolto da uno speciale rivestimento, molto leggero, con una struttura a quattro terminali che contribuisce al risparmio di peso.I condotti di raffreddamento posti sopra alle ruote posteriori, mobili nella Aventador standard, sono invece fissi sulla Superveloce.
Filippo Perini Chief Designer Lamborghini spiega le linee:
Il merito, tra l’ altro, è del vistoso alettone posteriore in fibra di carbonio regolabile manualmente su tre tre livelli. Un’ulteriore novità è lo sterzo elettromeccanico LDS (Lamborghini Dynamic Steering), lo stesso che trovate sulla Huracán e che adatta in tempo reale il rapporto di sterzo alla velocità della vettura in base alla modalità selezionata. Pronto, preciso, sensibile ai piccoli angoli, richiede ancora un input muscolare, ma riduce di molto il vostro sforzo nelle curve più strette grazie anche alle sospensioni push-rod con ammortizzatori magnetoreologici.
La monoscocca in fibra di carbonio, impiegata anche per i pannelli porta, per il vistoso alettone posteriore e i nuovi sedili sportivi a guscio, i telaietti anteriore e posteriore in alluminio forgiato superleggero, i brancardi in materiali compositi superleggeri (SMC), hanno permesso di risparmiare in tutto 50 kg. Il bello è, che molte delle nuove parti in carbonio sono ora a vista nell’abitacolo. E’ di fatto la prima vettura di produzione a fregiarsi dell’innovativa tecnologia Carbon Skin, un materiale leggero, flessibile e resistente. Associato a una resina altamente specializzata, questo tessuto in fibra di carbonio è molto morbido al tatto, ma estremamente resistente all’usura.
Il cielo, così come parte dell’abitacolo, ne sono avvolti. Il telaio in carbonio è inoltre visibile in più punti, inclusi il tunnel centrale e i brancardi. E pazienza se la totale focalizzazione sulla leggerezza ha portato all’eliminazione dei tappetini, di una parte dei materiali fonoassorbenti e del sistema infotainment. Onestamente: chi ne sente il bisogno? Qui parliamo di un rapporto peso/potenza di di 2,03 kg/Cv e a tenervi adeguata compagnia provvede il sound entusiasmante del V12 aspirato da 6,5 litri la cui potenza è stata qui incrementa fino a 750 Cv.