16 May 2007

Mitsubishi Outlander 2.0 DI-D

Mitsubishi Outlander 2.0 DI-D

Introduzione


Dimenticate il precedente Outlander, una specie di station wagon anabolizzata dalla linea tozza e dalle prestazioni non brillantissime ottenute in cambio di consumi non certo
contenuti. Quella di oggi, che conserva solo il nome della precedente, è un’altra macchina, con un’estetica più moderna e allineata a quella dei Suv più in voga, uno spazio abitabile ampio e vivibile e un motore diesel in grado di coniugare prestazioni brillanti a consumi accettabili. Un taglio netto con il passato quindi, che se da una parte rende la nuova vettura meno originale e “automobilistica” della precedente, dall’altro le apre possibilità commerciali decisamente più ampie in diretta concorrenza con i modelli più affermati del segmento come Honda CR-V, Hyundai Tucson, Land Rover Freelander, Nissan XTrail, Opel Antara e Toyota Rav-4. Rispetto alle quali può vantare un progetto moderno basato su una piattaforma realizzata exnovo abbinato alla pluriennale competenza Mitsubishi nel campo dell’off-road.

Come è fatta


L’impostazione del nuovo Outlander, decisamente differente rispetto al modello che l’ha preceduta, avvicina la nuova Mitsubishi alle più accreditate rivali del segmento: con un lunghezza aumentata di 10 cm da 454 a 464 cm e una crescita di circa 6 cm anche in altezza, l’immagine complessiva è stata resa decisamente più attraente e moderna. Il frontale, caratterizzato dal corto sbalzo tipico delle ultime generazioni della Pajero e dalla mascherina denominata “monte Fuji”, presenta la familiare impostazione Mitsubishi spigolosa e affilata, mentre il resto del corpo vettura è piacevolmente massiccio e robusto con alcuni particolari tipici delle off-road come le protezioni inferiori e laterali o i passaruota in evidenza. Qualche particolare, come i gruppi ottici posteriori, è invece un po’ troppo vistoso ma forse anche “obbligato” per differenziare l’Outlander dalle vetture del Gruppo PSA create sul medesimo pianale e con carrozzeria largamente condivisa. Lo spazio in abitacolo è decisamente più ampio e vivibile rispetto alla precedente: due adulti viaggiano bene davanti e dietro (un eventuale terzo sconta la presenza del tunnel tra i piedi), favoriti anche dalla possibilità di far scorrere longitudinalmente i sedili posteriori per aumentare all’occorrenza lo spazio.

Tecnica


Il telaio dell’Outlander sfrutta una piattaforma completamente nuova, con passo allungato di 5 cm rispetto alla precedente, destinata a numerose future vetture dei segmenti medio e medio – superiore della Casa giapponese. E’ stata progettata e sviluppata in collaborazione con DaimlerChrysler e verrà usata anche come base per l’imminente Suv del
Gruppo PSA. Si tratta di una struttura molto rigida, adeguatamente progettata per dissipare le forze in caso di urto, ma anche sufficientemente elastica da permettere una accettabile dinamica di guida anche su strada. Per questo scopo le sospensioni sono di tipo McPherson con barra stabilizzatrice davanti e multilink dietro, caratterizzate dall’ampia escursione delle molle utile in caso di utilizzo su terreni accidentati. I miglioramenti strutturali e l’adozione del sistema di controllo della trazione e della stabilità, attivo anche con inserita la trazione integrale, hanno poi migliorato le doti della vettura nonostante l’aumento delle dimensioni e del peso, peraltro con un aggravio non eccessivo grazie ad alcune soluzioni di pregio come la realizzazione del tetto in alluminio. La trazione può essere selezionata secondo tre modalità: 2WD per la marcia con sola trazione anteriore e 4WD per l’inserimento anche della trazione posteriore che può avere ripartizione variabile o fissa in modalità 4WD Lock. Il motore è il collaudato 2 litri 16 valvole a iniettore – pompa di origine VW da 140 Cv (oltre 150 Cv rilevati sul banco a rulli), con filtro antiparticolato e accoppiato a un cambio manuale giapponese a sei marce.

Su strada


L’aumento delle dimensioni, con particolare riferimento all’altezza, non ha pregiudicato le buone doti dinamiche dell’Outlander. L’impostazione è orientata ai terreni accidentati, con posizione di guida raccolta, sospensioni ad ampia escursione e notevole efficacia nell’affrontare ogni tipo di fondo grazie alle tre diverse modalità di selezione della trazione.  Ciononostante, la buona impostazione ha portato benefici anche nel comportamento su strada normale: il motore, potente anche rispetto ai dati dichiarati, è un po’ vuoto sotto i 2.000 giri e tende così a spostare in alto il campo di utilizzo, ma grazie alle buone caratteristiche del cambio a sei marce, riesce quasi sempre spingere con vigore ed efficacia gli oltre 16 quintali del Suv giap. Che, in virtù anche di una buona profilatura aerodinamica, riesce a ottenere interessanti prestazioni sia per quanto riguarda la velocità massima (oltre
190 km/h rilevati) sia a livello di tempi di accelerazione e ripresa, con poco più di 10 secondi nello scatto breve da 0 a 100 km/h e adeguata elasticità soprattutto ai regimi superiori. L’unico appunto che si può muovere è l’estrema instabilità del regime di minimo soprattutto a freddo, che talvolta impedisce partenze regolari e progressive arrivando addirittura a far spegnere il motore. Le buone prestazioni non influenzano negativamente i consumi d’uso, con una media durante la prova di oltre 12 km/litro che permette rapidi spostamenti
senza un esborso eccessivo di carburante e senza soste troppo frequenti al distributore.

Le ultime news video

© RIPRODUZIONE RISERVATA