15 April 2016

Mercedes-Benz GLC 220d 4Matic, la nostra prova

L'erede della GLK si presenta con una linea più convenzionale ma offre contenuti tecnici ancora più sofisticati. E' piacevole da guidare, ma l'assetto rigido si sente sui fondi sconnessi...

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Il passo allungato di 118 mm prefigura una vettura più spaziosa rispetto alla sua progenitrice, ma l'erede della GLK si caratterizza anche per un maggiore dinamismo, oltre che per un affinamento generale della meccanica che, sommato alla migliore aerodinamica, assicura consumi ancora più bassi. L'accoppiata tra motore td da 170 Cv e cambio automatico a 9 marce esalta poi le prestazioni in accelerazione, dove la voce del 2,1 litri 4 cilindri è un po' troppo presente, esattamente come quando il propulsore non ha raggiunto la temperatura di esercizio ideale.


Abbandonate le linee tese e i tagli netti della GLK, la sua erede segue un design più convenzionale, che richiama la GLA ma si distingue immediatamente grazie alle maggiori dimensioni, che vedono la lunghezza crescere di 120 mm rispetto alla GLK, mentre il passo è passato da 2.755 a 2.873 mm. Ne guadagna l’abitabilità, soprattutto quella posteriore, con un maggiore spazio a disposizione delle gambe e un’accessibilità che non risente dell’andamento più filante del padiglione. Resta sempre la sporgenza del tunnel della trasmissione a consigliare di viaggiare al massimo con quattro passeggeri a bordo, mentre la capienza del vano bagagli cresce di 80 litri arrivando fino a quota 550, che possono diventare 1.600 reclinando gli schienali posteriori, operazione molto agevole che richiede solo la pressione di appositi tasti collocati sia nel bagagliaio stesso sia in corrispondenza degli schienali.

Anche la plancia è stata completamente rivoluzionata e segue un layout comune alle ultime vetture della Stella, evidente fin da subito dal generoso monitor in stile tablet sopra la consolle. I comandi di uso più frequente sono molto intuitivi da usare, mentre il sofisticato sistema di infotainment richiede un po’ di concentrazione in più, sia per le numerosissime opzioni disponibili, sia perché il controller centrale per spostarsi da un sottomenù all’altro non è posizionato in corrispondenza dei tasti per richiamare immediatamente le aree desiderate (navigatore, radio, media, telefono e impostazioni della vettura). A richiesta è comunque disponibile una sorta di mouse che consente di scrivere direttamente con il dito numeri, lettere e caratteri speciali. Un po’ laboriosa infine anche la gestione del computer di bordo, demandata a tasti sulla razza sinistra del volante.

TECNICA

Anche la meccanica è stata oggetto di numerosi affinamenti, tra cui spiccano il passaggio dalle sospensioni anteriori a tre bracci a quelle a quattro bracci, il sensibile aumento delle carreggiate e l’impiego di numerosi componenti in alluminio per alleggerire le masse non sospese. Tra gli optional debuttano invece le sospensioni pneumatiche Air Body Control, mentre la dotazione di serie include il Dynamic Select, ovvero un sistema di regolazione della dinamica di marcia composto da 5 programmi che intervengono su sospensioni, cambio, sterzo e risposta del motore ai comandi dell’acceleratore.

Il cambio automatico con convertitore di coppia prevede ora 9 rapporti, mentre il ripartitore di coppia del sistema di trazione integrale 4Matic non è più integrato nella scatola del cambio ma flangiato alla stessa. Il massiccio aumento dell’uso dell’alluminio ha consentito di ridurre di 50 kg il peso della scocca rispetto alla GLK nonostante le maggiori dimensioni, mentre l’ottimizzazione dell’aerodinamica (CX da 0,34 a 0,31) e della meccanica hanno permesso una riduzione del 19% dei consumi e delle emissioni. Per quanto riguarda la sicurezza, oltre ai vari air bag, tra cui spicca quello per le protezioni delle ginocchia del guidatore, si segnala la presenza di serie del sistema per rilevare il grado di stanchezza del guidatore e l’avviso dell’insufficiente distanza di sicurezza dal veicolo che precede la GLC, che provvede a frenare automaticamente qualora il guidatore non intervenga in tempo utile.

SU STRADA

Le Mercedes con l'assetto morbidissimo e lo sterzo leggero come una piuma che fatica a ritornare in uscita dalle svolte più strette sono un lontano ricordo. La GLC è tutta un’altra cosa, pur pesando quasi 1.900 kg in ordine di marcia si destreggia bene nei tracciati ricchi di curve, soprattutto dopo aver selezionato il programma di guida Sport, che rende anche molto pronto il motore ai comandi dell’acceleratore e più secco e pronto un cambio a 9 marce che segna un ulteriore passo in avanti rispetto al passato. I rapporti sono talmente ravvicinati da esaltare la progressione di una sport utility che sorprende negli scatti, anche se in piena accelerazione il timbro del motore a gasolio resta un po’ sopra le righe, come del resto avviene finché lo stesso non ha raggiunto la temperatura di esercizio ottimale.

In compenso la spinta non manca fin dai regimi appena superiori al minimo, la risposta ai comandi dell'acceleratore è pressoché immediata, così come ad andatura stabilizzata la rumorosità resta sugli standard che ci si aspetta da una sport utility della Stella. Certo, la taratura tendente al rigido delle sospensioni rende un po’ più ostica la marcia sullo sconnesso rispetto al passato, ma chi predilige il confort rispetto al dinamismo può comunque optare per le sospensioni pneumatiche offerte a richiesta. Sensibili anche i miglioramenti ottenuti sul fronte dei consumi, soprattutto per quanto riguarda quelli autostradali, che possono essere quantificati in una percorrenza effettiva prossima ai 14 km/litro. Pur caratterizzandosi per l’indole più sportiva, la GLC resta sempre molto sicura e composta nelle reazioni in caso di brusco cambio di direzione o nelle manovre di emergenza, oltre che capace di decelerazioni di tutto rispetto, come attestano i 63,1 metri rilevati nella frenata da 130 km/h

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