All’inizio, queste due lettere stanno per Super Leicht (super leggera) e identificano una piccola produzione di 11 auto da competizione realizzate nel 1952 (da qui il sessantesimo anniversario) e all’inizio del 1953. A partire dal 1954, la sigla prende il significato di Sport Leicht (sport leggera) con l’avvio della produzione in serie dei modelli 300 e 190 SL. Per coloro i quali non avessero molta dimestichezza con la giungla di sigle che da sempre caratterizza la gamma Mercedes-Benz, forniamo tre semplici parole: ali di gabbiano. Una definizione che indica le porte con apertura verso l’alto delle quali è dotata una delle più famose coupé di tutti i tempi: la Mercedes-Benz 300 SL, appunto.
Una vettura talmente nota che riparlarne sarebbe quasi superfluo. Per fortuna, anche trattando argomenti storici, ogni tanto si presenta qualche spunto più originale del solito. In questo caso si tratta di una storia molto interessante e non molto conosciuta. Mercedes-Benz, grazie al suo dipartimento Classic Center, ha riportato a nuova vita il più vecchio esemplare di SL che ci sia in circolazione. Risale al 1952 ed è il secondo esemplare costruito di quella serie di undici citata all’inizio. Oggi è il più vecchio perché il primo telaio assemblato andò distrutto. L’abbiamo ammirato dal vivo, provato, e chi l’ha restaurato ci ha raccontato le varie fasi dei lavori. Non è stato difficile: è un italiano.
ALLEGGERIMENTO
I fatti ci riportano al 1951. Il dado è tratto, MercedesBenz decide di tornare alle corse. Il primo passo verso il rientro in grande stile (che si avrà nel 1954 con la monoposto W 196 e la partecipazione al mondiale di F1) è la progettazione di una nuova vettura Sport contraddistinta dalla sigla interna W 194. Il suo motore deriva dal sei cilindri in linea 3 litri M 186 che equipaggia la grande berlina di rappresentanza della serie 300, quella soprannominata Adenauer, e l’elegante coupé 300 S. Qui è montato inclinato sulla sinistra di 50° e, dagli originali 115 Cv, la potenza sale a 170 Cv. Sempre per risparmiare spazio in altezza e avere un frontale il più possibile rastremato, si decide anche per il carter secco al posto della coppa dell’olio. L’obiettivo principale è l’alleggerimento. Il responsabile del nuovo progetto è l’ingegnere “volante” Rudolf Uhlenhaut (valido sia come tecnico, sia come pilota) che studia un telaio tubolare a traliccio per dare forma ad un coupé decisamente sportivo e aerodinamico.
GABBIA
La gabbia di tubi d’acciaio così creata pesa soltanto 50 kg e diviene la solida ossatura della vettura. Si presta particolare attenzione alla cellula centrale, che conferisce rigidità all’intera struttura. Tanto che, per arrivare a questo risultato, ci sono tubi intrecciati anche dove ci dovrebbero essere le porte. I carrozzieri di Unterturkheim e Sindelfingen producono un “vestito” in lega di alluminio e magnesio semplice e razionale. Il profilo, per l’epoca, è molto basso ma ciò che colpisce di più sono le fiancate completamente lisce, su cui sembra appena appoggiarsi il minuscolo padiglione. Non c’è traccia dei tagli per le porte. Questi, stranamente, si trovano sul tetto. Proprio così: le porte sono incernierate in alto e la loro particolare apertura le fa assomigliare a due bellissime… ali di gabbiano. E un nuovo mito spicca il volo. Sui primi esemplari costruiti, le porte delle 300 SL W 194 non scendono oltre la linea di cintura. All’epoca i regolamenti internazionali non specificavano il tipo delle porte da usare, ma in occasione della Mille Miglia del 1955 (prima gara affrontata da queste vetture) i commissari verificatori rimasero perplessi di fronte alle piccole aperture delle Mercedes, tanto che la Casa -a scanso di equivoci- decise di modificarle (allungandole fin sulle fiancate) prima della successiva competizione.
ABITACOLO
L’abitacolo è più piccolo possibile, si sviluppa nella parte posteriore per rastremarsi dolcemente verso la coda, tonda e avvolgente. L’area frontale ha un impatto di 1,8 metri quadri. Un buon valore per l’epoca. La prima 300 SL, telaio # W 194 010 00001/52, mette le ruote in terra sul circuito della Solitude (impegnativo stradale nei pressi di Stoccarda, ndr) nel novembre 1951. Seguono poi altri test al Nürburgring e ad Hockenheim. Il 12 marzo 1952, su un tratto di autostrada tra Stoccarda e Heilbronn, la nuova vettura è ufficialmente presentata alla stampa. Nella stessa occasione si annuncia la partecipazione alla Mille Miglia che si sarebbe disputata il 3 e 4 maggio successivi. Per la stagione 1952 sono costruiti dieci esemplari di W 194. A questi, all’inizio del 1953, se ne aggiunge un altro completamente riprogettato e modificato.