13 January 2005

Land Rover Discovery 3 2.7 TDV6 HSE

Land Rover Discovery 3 2.7 TDV6

Introduzione


Al primo colpo d’occhio la nuova Discovery, ribattezzata 3, sembra essersi imborghesita, volendo attribuire al termine borghese una sorta di distacco dall’impiego fuoristradistico.

Saranno alcuni tratti molto simili alla raffinata Range Rover, le generose dimensioni (4,84x1,92 e 1,89 metri d’altezza) o gli interni più lussuosi, ma ora la Range e la Discovery sono molto simili. Anche se a parità di allestimento la sorella maggiore, spinta dal TD 3 litri con 177 Cv di origine Bmw, costa circa 20.000 euro in più della vettura che abbiamo provato, equipaggiata con il nuovo TD V6 2.7 da 190 Cv di origine Ford-PSA.

Altre analogie tra le due Land Rover si trovano nella tecnica con le sospensioni a bracci oscillanti e la carrozzeria portante, oltre che nelle applicazioni elettroniche che gestiscono il motore, le sospensioni, la trazione integrale (permanente) e i sistemi di stabilità. Dove la Discovery rimane quella di sempre è nell’ottima gestione degli spazi interni, tanto che possono trovare comodamente spazio anche sette persone o 2.558 litri di carico. Gli unici difetti sono gli ingombri non proprio urbani e i consumi che in media non vanno oltre i 9 km/litro.

Prezzo Land Rover Discovery 3 2.7 TDV6 HSE Aut.: 51.970 euro.
Prezzo vettura provata: 61.380 (prinicipali optional: clima post., differenziale post. bloccabile, navigatore, 7 sedili, pack climi freddi, tetto apribile elettrico).



Al primo colpo d’occhio la nuova Discovery, ribattezzata 3, sembra essersi imborghesita, volendo attribuire al termine borghese una sorta di distacco dall’impiego fuoristradistico.

Saranno alcuni tratti molto simili alla raffinata Range Rover, le generose dimensioni (4,84x1,92 e 1,89 metri d’altezza) o gli interni più lussuosi, ma ora la Range e la Discovery sono molto simili. Anche se a parità di allestimento la sorella maggiore, spinta dal TD 3 litri con 177 Cv di origine Bmw, costa circa 20.000 euro in più della vettura che abbiamo provato, equipaggiata con il nuovo TD V6 2.7 da 190 Cv di origine Ford-PSA.

Altre analogie tra le due Land Rover si trovano nella tecnica con le sospensioni a bracci oscillanti e la carrozzeria portante, oltre che nelle applicazioni elettroniche che gestiscono il motore, le sospensioni, la trazione integrale (permanente) e i sistemi di stabilità. Dove la Discovery rimane quella di sempre è nell’ottima gestione degli spazi interni, tanto che possono trovare comodamente spazio anche sette persone o 2.558 litri di carico. Gli unici difetti sono gli ingombri non proprio urbani e i consumi che in media non vanno oltre i 9 km/litro.

Prezzo Land Rover Discovery 3 2.7 TDV6 HSE Aut.: 51.970 euro.
Prezzo vettura provata: 61.380 (prinicipali optional: clima post., differenziale post. bloccabile, navigatore, 7 sedili, pack climi freddi, tetto apribile elettrico).


Com'è fatta


Le linee tese, i volumi massicci, i paraurti alti oltre una spanna e le superfici vetrate tra le più ampie della categoria non hanno penalizzato più di tanto l’aspetto aerodinamico: 0,41 il Cx dichiarato. Per continuare a offrire volumi importanti e parecchia abitabilità non si è scesi a compromessi. Rispetto alla vecchia, la nuova Discovery è cresciuta innanzitutto in lunghezza 484 cm (+ 13) e nel passo 289 cm (+ 35), ma anche in larghezza ha beneficiato di 5 cm in più arrivando a 219 cm (192 cm senza specchi).

Come la precedente versione, anche questa ha mantenuto il tetto su due livelli, un segno di distinzione  e un vantaggio in termini di capacità di carico, che nella 3 può variare da 280 a 2.558 litri. Il primo valore potrebbe sembrare un po’ scarsino, ma non va dimenticato che è misurato con tre file di sedili per un totale di 7 singole poltrone
. L’opzione a 7 posti (veri) costa 1.450 euro e ha il pregio di offrire la terza fila di sedili a scomparsa: quando non servono le poltroncine queste si chiudono sotto il piano di carico, senza limitare il bagagliaio.


Rimanendo nell’ambito della funzionalità la Discovery 3 ha abbandonato l’apertura verticale del bagagliaio e, al posto delle due ante fissate lateralmente, è presente un classico portellone incernierato alla parte superiore e una pratica e robusta ribaltina nella parte inferiore. Oltre a richiedere meno spazio durante l’apertura, quando il portellone è sollevato garantisce una valida copertura in caso di pioggia.

Quanto agli interni, il maxi abitacolo è contraddistinto da materiali di diversa qualità: mediocri le plastiche della plancia, decisamente migliori i rivestimenti in pelle dei sedili. La strumentazione è composta da classici strumenti analogici sul cruscotto e, nel caso dell’esemplare provato, da un display multifunzione con navigatore satellitare touch screen (2.790 euro).

Sul tunnel centrale l’elettronica regna sovrana: sulla sinistra il comando del freno di stazionamanento elettrico, la leva per variare l’altezza da terra attraverso le molle ad aria, il Terrain Response, il comando dell’HDC per limitare la velocità in discesa, e lo switch per passare dai rapporti normali a quelli corti. Concludendo con i sedili ogni ordine di posto ha parecchio spazio a disposizione e la posizione rialzata ne facilità l’accesso, peccato risultino poco profilati e dunque poco contenitivi in curva.  



Le linee tese, i volumi massicci, i paraurti alti oltre una spanna e le superfici vetrate tra le più ampie della categoria non hanno penalizzato più di tanto l’aspetto aerodinamico: 0,41 il Cx dichiarato. Per continuare a offrire volumi importanti e parecchia abitabilità non si è scesi a compromessi. Rispetto alla vecchia, la nuova Discovery è cresciuta innanzitutto in lunghezza 484 cm (+ 13) e nel passo 289 cm (+ 35), ma anche in larghezza ha beneficiato di 5 cm in più
arrivando a 219 cm (192 cm senza specchi).

Come la precedente versione, anche questa ha mantenuto il tetto su due livelli, un segno di distinzione  e un vantaggio in termini di capacità di carico, che nella 3 può variare da 280 a 2.558 litri. Il primo valore potrebbe sembrare un po’ scarsino, ma non va dimenticato che è misurato con tre file di sedili per un totale di 7 singole poltrone
. L’opzione a 7 posti (veri) costa 1.450 euro e ha il pregio di offrire la terza fila di sedili a scomparsa: quando non servono le poltroncine queste si chiudono sotto il piano di carico, senza limitare il bagagliaio.


Rimanendo nell’ambito della funzionalità la Discovery 3 ha abbandonato l’apertura verticale del bagagliaio e, al posto delle due ante fissate lateralmente, è presente un classico portellone incernierato alla parte superiore e una pratica e robusta ribaltina nella parte inferiore. Oltre a richiedere meno spazio durante l’apertura, quando il portellone è sollevato garantisce una valida copertura in caso di pioggia.

Quanto agli interni, il maxi abitacolo è contraddistinto da materiali di diversa qualità: mediocri le plastiche della plancia, decisamente migliori i rivestimenti in pelle dei sedili. La strumentazione è composta da classici strumenti analogici sul cruscotto e, nel caso dell’esemplare provato, da un display multifunzione con navigatore satellitare touch screen (2.790 euro).

Sul tunnel centrale l’elettronica regna sovrana: sulla sinistra il comando del freno di stazionamanento elettrico, la leva per variare l’altezza da terra attraverso le molle ad aria, il Terrain Response, il comando dell’HDC per limitare la velocità in discesa, e lo switch per passare dai rapporti normali a quelli corti. Concludendo con i sedili ogni ordine di posto ha parecchio spazio a disposizione e la posizione rialzata ne facilità l’accesso, peccato risultino poco profilati e dunque poco contenitivi in curva.  


La tecnica


Lussuosa senza perdere lo spirito off-road. Nell’evoluzione tecnologica la Discovery si è in parte civilizzata con alcune soluzioni a livello telaistico e con sospensioni più stradali
, per contro l’elettronica ha permesso di mantenere un’inalterata mobilità in ogni condizione. Forse il dakariano specializzato nelle trasferte desertiche, potrà disquisire sulla difficoltà di intervento e sul fai da te tra le dune (anche se per lui c’è sempre la più spartana  Defender), ma a tutti gli effetti la Discovery 3 è una 4x4 con pochi compromessi.

La scocca in acciaio e alluminio è integrata a un telaio body-frame che non disponendo di longheroni e traverse ha una notevole serie di nervature e saldature a prova di sollecitazioni. Per le sospensioni la Land Rover ha preferito passare a una soluzione più stradale
con doppi bracci indipendenti davanti e dietro (prima dietro c’era un ponte rigido). All’avantreno l’escursione è pari a 255 mm, al retrotreno ben 330 mm
.

La versione base S dispone di molle elicoidali, abbinate ad ammortizzatori idraulici, le più complete SE ed HSE di sospensioni pneumatiche con interconnessione incrociata. Queste sono controllate da una centralina elettronica che ne modula la smorzatura in base al tipo di percorso. Sul tunnel è poi presente un comando che seleziona due diverse altezze da terra: Low la cui altezza minima su strada è di 185 mm e  che sale a 240 mm quando si seleziona la modalità High, indispensabile nel fuoristrada impegnativo.

La Discovery 3 equipaggiata con il motore a gasolio è disponibile con il cambio manuale a 6 marce o automatico ZF 6HP26 a sei rapporti (2.170 euro), entrambi con la funzione ridotte che raddoppia la disponibilità dei rapporti. ll gruppo riduttore/ripartitore, definito Transfer Box, è a due gamme di velocità e il passaggio da quelle lente alle veloci è a controllo elettronico e può essere effettuato anche a veicolo in movimento.

La dotazione di sicurezza comprende il clima automatico, i fendinebbia, i fari allo Xeno e fino a 10 airbag per la versione a sette posti. Un accenno anche al nuovo diesel. Il motore è il 2.7 con testate in alluminio e blocco dei cilindri in acciaio grafitato di PSA e Ford (gruppo di cui la Land Rover fa parte) ed è già impiegato dalla Jaguar S-Type e Peugeot 607.



Lussuosa senza perdere lo spirito off-road. Nell’evoluzione tecnologica la Discovery si è in parte civilizzata con alcune soluzioni a livello telaistico e con sospensioni più stradali
, per contro l’elettronica ha permesso di mantenere un’inalterata mobilità in ogni condizione. Forse il dakariano specializzato nelle trasferte desertiche, potrà disquisire sulla difficoltà di intervento e sul fai da te tra le dune (anche se per lui c’è sempre la più spartana  Defender), ma a tutti gli effetti la Discovery 3 è una 4x4 con pochi compromessi
.

La scocca in acciaio e alluminio è integrata a un telaio body-frame che non disponendo di longheroni e traverse ha una notevole serie di nervature e saldature a prova di sollecitazioni. Per le sospensioni la Land Rover ha preferito passare a una soluzione più stradale
con doppi bracci indipendenti davanti e dietro (prima dietro c’era un ponte rigido). All’avantreno l’escursione è pari a 255 mm, al retrotreno ben 330 mm
.

La versione base S dispone di molle elicoidali, abbinate ad ammortizzatori idraulici, le più complete SE ed HSE di sospensioni pneumatiche con interconnessione incrociata. Queste sono controllate da una centralina elettronica che ne modula la smorzatura in base al tipo di percorso. Sul tunnel è poi presente un comando che seleziona due diverse altezze da terra: Low la cui altezza minima su strada è di 185 mm e  che sale a 240 mm quando si seleziona la modalità High, indispensabile nel fuoristrada impegnativo.

La Discovery 3 equipaggiata con il motore a gasolio è disponibile con il cambio manuale a 6 marce o automatico ZF 6HP26 a sei rapporti (2.170 euro), entrambi con la funzione ridotte che raddoppia la disponibilità dei rapporti. ll gruppo riduttore/ripartitore, definito Transfer Box, è a due gamme di velocità e il passaggio da quelle lente alle veloci è a controllo elettronico e può essere effettuato anche a veicolo in movimento.

La dotazione di sicurezza comprende il clima automatico, i fendinebbia, i fari allo Xeno e fino a 10 airbag per la versione a sette posti. Un accenno anche al nuovo diesel. Il motore è il 2.7 con testate in alluminio e blocco dei cilindri in acciaio grafitato di PSA e Ford (gruppo di cui la Land Rover fa parte) ed è già impiegato dalla Jaguar S-Type e Peugeot 607.


Al volante


Una volta accomodati al volante, ancor prima di affrontare la strada, si capisce che la Discovery ha una stazza non indifferente. L’altezza da terra, il lungo frontale, la larghezza imponente sono di classe superiore. Una sensazione filtrata solo dallo sterzo sempre leggero e demoltiplicato
. Nei primi metri lo scatto non sembra particolarmente esuberante: in realtà il motore ha una spinta lineare e costante fino alla soglia dei 4.000 giri.

Tanta regolarità ed elasticità si apprezzano specialmente nei passaggi di marcia, quando il cambio automatico mantiene sempre in coppia il sei cilindri con una pastosità gradevole. Certo, con quasi 24 quintali e la trasmissione integrale sempre in presa non si può pretendere troppo, anche se poi 12,2” nello scatto da 0 a 100 km/h rappresentano un tempo spesso migliore rispetto a quanto raggiungono fuoristrada simili nell’impostazione, ma con motori meno evoluti.

Nei nostri rilevamenti abbiamo registrato anche un ottimo funzionamento dei freni, con un pedale sempre pronto e spazi d’arresto tra i migliori della categoria
. Dove invece la Discovery ci è piaciuta meno è nella precisione del volante, con uno sterzo molto demoltiplicato e una certa leggerezza che richiede un minimo di adattamento e assuefazione nella guida veloce. Per contro, sempre lo sterzo è esente da fastidiose vibrazioni e proprio in fuoristrada dà il meglio di sé, permettendo di apprezzare il comportamento della vettura.

Su strada la nuova Land Rover si dimostra anche una comoda passista, silenziosa, poco affaticante, frenata solo dai consumi che anche con un po’ di attenzione difficilmente superano il muro degli 8 km con un litro di gasolio, e che si concretizzano in un’autonomia di circa 650 km.

Neve, fango, sabbia, non rappresentano quasi mai un problema, grazie alla notevole coppia motrice del V6 e alla trasmissione gestita dall'elettronica, il tutto a favore anche del fuoristradista occasionale. Agendo su un paio di tasti per selezionare il blocco del differenziale posteriore e i rapporti del cambio o regolando direttamente il Terrain Response su una delle 5 posizioni, la Discovery si arrampica con incredibile agilità. La notevole escursione delle sospensioni e l’altezza minima da terra che sfiora i 25 cm permettono di superare passaggi trialistici non indifferenti.




Una volta accomodati al volante, ancor prima di affrontare la strada, si capisce che la Discovery ha una stazza non indifferente. L’altezza da terra, il lungo frontale, la larghezza imponente sono di classe superiore. Una sensazione filtrata solo dallo sterzo sempre leggero e demoltiplicato
. Nei primi metri lo scatto non sembra particolarmente esuberante: in realtà il motore ha una spinta lineare e costante fino alla soglia dei 4.000 giri.

Tanta regolarità ed elasticità si apprezzano specialmente nei passaggi di marcia, quando il cambio automatico mantiene sempre in coppia il sei cilindri con una pastosità gradevole. Certo, con quasi 24 quintali e la trasmissione integrale sempre in presa non si può pretendere troppo, anche se poi 12,2” nello scatto da 0 a 100 km/h rappresentano un tempo spesso migliore rispetto a quanto raggiungono fuoristrada simili nell’impostazione, ma con motori meno evoluti.

Nei nostri rilevamenti abbiamo registrato anche un ottimo funzionamento dei freni, con un pedale sempre pronto e spazi d’arresto tra i migliori della categoria
. Dove invece la Discovery ci è piaciuta meno è nella precisione del volante, con uno sterzo molto demoltiplicato e una certa leggerezza che richiede un minimo di adattamento e assuefazione nella guida veloce. Per contro, sempre lo sterzo è esente da fastidiose vibrazioni e proprio in fuoristrada dà il meglio di sé, permettendo di apprezzare il comportamento della vettura.

Su strada la nuova Land Rover si dimostra anche una comoda passista, silenziosa, poco affaticante, frenata solo dai consumi che anche con un po’ di attenzione difficilmente superano il muro degli 8 km con un litro di gasolio, e che si concretizzano in un’autonomia di circa 650 km.

Neve, fango, sabbia, non rappresentano quasi mai un problema, grazie alla notevole coppia motrice del V6 e alla trasmissione gestita dall'elettronica, il tutto a favore anche del fuoristradista occasionale. Agendo su un paio di tasti per selezionare il blocco del differenziale posteriore e i rapporti del cambio o regolando direttamente il Terrain Response su una delle 5 posizioni, la Discovery si arrampica con incredibile agilità. La notevole escursione delle sospensioni e l’altezza minima da terra che sfiora i 25 cm permettono di superare passaggi trialistici non indifferenti.



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