Lamborghini Urus: il nuovo mondo

Svelata la prima Suv della storia Lamborghini. Forte di un V8 4.0 biturbo benzina da 650 Cv di derivazione Audi, scatta da 0 a 100 km/h in 3,6” grazie alle 4WD e al cambio automatico a 8 marce.

Rapporto peso/potenza di 3,38 kg/Cv

Signore e signori, i mutanti sono tra noi. La Lamborghini Urus, la tanto attesa sport utility della Casa di Sant’Agata Bolognese, è finalmente realtà. Una vettura di rottura, dato che riporta in gamma la sovralimentazione e, soprattutto, consente al brand del Toro di debuttare in un segmento, quello delle iper Suv, al momento presidiato dalla sola Bentley Bentayga.

850 Nm di coppia

Derivata dalla concept svelata nel 2012 e ispirata esteticamente alla show car Asterion LPI 910-4, la Urus può contare su di un V8 biturbo benzina di derivazione Audi. Più precisamente un 8 cilindri a V (di 90°) di 3.996 cc da 650 Cv e 850 Nm di coppia, caratterizzato dall’iniezione diretta della benzina, dalla fasatura variabile lato aspirazione e scarico nonché della sovralimentazione mediante due turbocompressori twin scroll. Tecnologia, quest’ultima, che prevede per ogni bancata il convogliamento dei gas di scarico alla relativa turbina mediante condotti separati. Un motore che richiama alla mente quanto adottato dalle Audi RS6 Avant ed RS7 Sportback, ma adattato per ottenere un’erogazione tipicamente “Lambo”, toccare i 6.800 giri/min e sprigionare 650 Cv anziché i 605 Cv appannaggio delle versioni Performance del brand degli Anelli.

Scocca in alluminio e carbonio

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Il V8 4.0 biturbo è “calato” all’interno di una scocca in alluminio e carbonio concettualmente simile a quanto adottato dalla “cugina” Huracán. Diversamente da quest’ultima, forte di una trasmissione a doppia frizione a 7 marce, la Urus adotta un cambio automatico a 8 rapporti ZF del tipo mediante convertitore di coppia. La trazione, da tradizione Lamborghini, è integrale permanente ed è caratterizzata dalla ripartizione della spinta prevalentemente verso il retrotreno, con il differenziale centrale TorSen che si accompagna a un’unità posteriore di tipo Torque Vectoring, così da distribuire in modo variabile i kgm tra le ruote sul medesimo asse, agevolando l’inserimento in traiettoria e contenendo il sottosterzo.

Freni carboceramici monstre

Lontana parente di Audi Q7 e Porsche Cayenne, la Urus segue uno schematismo delle sospensioni Multilink sia all’avantreno sia al retrotreno e si avvale di molle pneumatiche – anziché delle sospensioni magnetoreologiche delle supercar del Toro – e barre antirollio attive. L’assale posteriore sterzante deriva dalla Centenario, prima Lamborghini di sempre a fregiarsi di questa tecnologia, ed è chiamato a lavorare in fase o controfase rispetto all’avantreno in funzione della velocità della vettura. Tanta raffinatezza trova conferma nell’impianto frenante di tipo carboceramico con dischi anteriori da 440 mm di diametro e posteriori da 370 mm sui quali agiscono pinze, rispettivamente, a 10 e a 6 pistoncini. Delle vere e proprie “morse” chiamate a contenere l’esuberanza della Urus, tanto da garantirle di arrestarsi da 100 km/h in 33,7 metri (!) nonostante un peso di 2.197 kg.

305 km/h di velocità massima

La iper Suv di Sant’Agata Bolognese, accreditata di un rapporto peso/potenza di 3,38 kg/Cv, vanta prestazioni da capogiro, dato che scatta da 0 a 100 km/h in 3,6 secondi, da 0 a 200 km/h in 12,8 secondi e raggiunge una velocità massima di 305 km/h. Performance ancor più degne di nota qualora si consideri la mole della vettura, lunga 5,1 metri e larga oltre 2 metri a fronte di un’altezza di 1,64 metri. Valori in grado di far apparire “piccola” persino la nuova Porsche Cayenne, più corta di quasi 20 cm. E il prezzo? Da 206.000 euro. Se siete degli sceicchi, iniziate a compilare l’assegno…

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