Più di 10 anni di carriera sono tanti, anche per un modello che è stato per generazioni all’avanguardia come la Gallardo. E riaffacciarsi oggi su un mercato in cui Ferrari, McLaren e Porsche hanno introdotto di recente modelli al top per tecnologia e prestazioni non è certo facile, anche per una Casa del calibro di Lamborghini. Oltretutto tenendo in vita uno degli ultimi motori aspirati e mantenendo la trazione integrale, ma introducendo anche il cambio a doppia frizione e cercando di contenere il più possibile il peso, nemico numero uno nel mondo delle supercar più sportive. Bene, la Huracán è riuscita in un compito difficilissimo, ovvero stabilire i nuovi record prestazionali tra le vettura provate finora da Automobilismo, ma rendendo al tempo stesso più facile da guidare e fruibile una supercar che, se non fosse per l’estetica che non passa certo inosservata, potrebbe anche essere utilizzata quotidianamente.
STILE
Davanti sembra una Aventador in scala ridotta, dietro presenta invece alcuni richiami alle vetture che hanno fatto la storia della Casa del Toro, anche se nel complesso la Huracán non introduce elementi stilistici tali da renderla così particolare come fu la Gallardo al lancio.L’abitacolo ha invece un look molto innovativo, sia per la particolare conformazione delle bocchette di aerazione che interrompono bruscamente la linearità della plancia, sia per la presenza dello schermo TFT che funge da quadro strumenti.
Può assumere tre diverse visualizzazioni, privilegiando il contagiri, la gestione del sistema di infotainment, oppure il navigatore satellitare, mentre sulla consolle si trova una nutrita serie di comandi, parte dei quali ripresi dalla produzione Audi. Gestirele varie funzioni disponibili è comunque abbastanza intuitivo, mentre il desiderio di ingrandire i paddles del cambio per renderli più facili da raggiungere ha costretto a eliminare i classici devioluci sul piantone, demandando la gestione di indicatori di direzione e tergicristalli ad appositi comandi sul volante di non immediata interpretazione. La posizione di guida non presta invece il fianco ad alcun genere di critica, mentre i sedili a guscio disponibili a richiesta sono sì ideali per la guida in pista, ma hanno un’imbottitura talmente ridotta all’osso da affaticare il corpo già dopo pochissimi chilometri di guida.