25 February 2016

Civic Type R TCR, attenti all' Honda

Per la stagione che va ad iniziare il Turismo tricolore resetta tutto e attua una vera e propria rivoluzione, sia sotto il profilo tecnico sia per il format di gara. Ma anche nella denominazione, dove sparisce la parola “Endurance”. Il “Campionato Italiano Turismo” non si disputerà più con la formula mini endurance ma....

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Per la stagione che va ad iniziare il Turismo tricolore resetta tutto e attua una vera e propria rivoluzione, sia sotto il profilo tecnico sia per il format di gara. Ma anche nella denominazione, dove sparisce la parola “Endurance”. Infatti, il “Campionato Italiano Turismo” non si disputerà più con la formula mini endurance ma con due gare sprint da 25 minuti + 1 giro in ognuno dei sette round in programma. Un format più tradizionale per le gare Turismo, come avviene nei campionati internazionali e come avveniva in passato ai tempi d’oro del CIVT. Una formula che può piacere o meno, a seconda dei punti di vista: certo i piloti staranno meno in macchina, ma anche tra loro c’è chi apprezza maggiormente questo tipo di gare dove bisogna sparare tutto e subito, forse a vantaggio dello spettacolo, invece di dover “risparmiare” pneumatici e vettura e studiare la strategia più corretta per la sosta obbligatoria ai box e il cambio pilota. Vedremo. Due le categorie in pista: in configurazione TCR mutuata dal regolamento internazionale, con classe unica 2.0 litri turbo, e TCS, con quattro classi (1.4, 1.6, 1.8, 2.0 turbo), che rappresenta la categoria di accesso con vetture di stretta derivazione di serie così da limitare i costi.

Attesa protagonista
In entrambe le categorie la Honda Civic Type R dovrebbe fare la parte del leone, anche se in base allo spirito regolamentare si cercherà di uniformare le prestazioni delle vetture in gara tramite il “balance of performance” (BOP). Al momento in cui scriviamo, la vettura in configurazione TCS sta ancora attendendo che il regolamento tecnico venga definito per essere deliberata, anche perché la JAS vorrebbe proporla ai clienti sportivi in diverse formule: vettura completa, kit da montare a cura dei team oppure preparazione scocca e kit da montare.


La sorella “maggiore”, invece, sta macinando chilometri con vari piloti, sia alla ricerca della migliore messa a punto, anche in funzione degli pneumatici che saranno utilizzati nei vari campionati (nel Tricolore Turismo Hankook), sia per testare per bene quelle componenti che l’anno scorso in alcune occasioni hanno creato qualche grattacapo. “Più che alla performance abbiamo lavorato sull’affidabilità – spiega Mads Fischer, a capo del progetto TCR targato Jas -, mettendo a frutto l’esperienza maturata l’anno scorso sulla vettura step 1, che oggettivamente avevamo dovuto costruire in fretta e furia per partecipare al campionato”. L’ingegnere danese un po’ si nasconde, non volendo quantificare il miglioramento in termini cronometrici della nuova vettura rispetto a quella che l’anno scorso ha chiuso la stagione a Macao con una perentoria pole position e una vittoria in gara 1 dello specialista Rob Huff, mancando il potenziale bis in gara 2 perché coinvolta in un incidente multiplo. Ma se tanto ci dà tanto, non possiamo fare a meno di pensare che tutta la concorrenza dovrà fare i conti con la nuova Civic Type R TCR.

Ed evidentemente come noi la pensano anche tanti altri, perché in Jas sono letteralmente piovuti gli ordini per questa vettura, tanto che ad Arluno sono impegnate circa una ventina di persone nel progetto TCR e si lavora a pieno regime per esaudire le richieste. “Onestamente me lo aspettavo – sottolinea Alessandro Mariani -. Direi che è la logica conseguenza di un lavoro fatto bene, sulla vettura nonostante i tempi ristretti ma anche come assistenza ai clienti. Questo per noi è un aspetto importante, perché Jas è sopravvissuta negli anni proprio grazie ai clienti sportivi. Inoltre, la qualità della macchina è evidente e mi aspetto che quella nuova sia certamente migliore rispetto alla “Step 1”, di cui raccoglie tutte le esperienze. Per il campionato internazionale dipenderà anche molto dai piloti, per i quali noi non abbiamo voce in capitolo, mentre a livello nazionale mi sento più tranquillo. Infatti abbiamo creduto fin da subito nella validità della categoria TCR, che abbiamo sposato investendo nostre risorse, soprattutto in ambito nazionale, così come crediamo nel TCS che grazie ai costi contenuti potrebbe tornare a rappresentare una interessante valvola di sfogo per i piloti e categoria di acceso per i giovani”.

 

Nelle pagine seguenti un approfondimento tecnico e le prime impressioni in pista. Qui l' on board su circuito Tazio Nuvolari:

 

TECNICA

In Jas partono da una scocca grezza, solo con uno strato di primer protettivo della lamiera, alla quale viene applicata la gabbia di sicurezza, saldata. Il regolamento non consente ulteriori rinforzi, mentre sono modificati i passaruota e allargata la carrozzeria, con parafanghi in vetroresina, per alloggiare le ruote di dimensioni maggiori e le carreggiate allargate. Le uniche appendici aerodinamiche consentite sono uno splitter anteriore, di dimensioni e sbalzo uguali per tutti, e l’ala posteriore regolabile, mentre non è ammessa la carenatura del fondo scocca né il diffusore posteriore. Le sospensioni possono essere modificate e variati i punti di attacco entro un raggio di 20 mm. Lo schema anteriore rimane MacPherson, mentre è stato rifatto il triangolo inferiore, tubolare con ancoraggio tramite uniball, i montanti e il “top mount” di fissaggio superiore dell’ammortizzatore, entrambi ricavati dal pieno. Gli ammortizzatori sono Ohlins regolabili a due vie (per regolamento), mentre la barra antirollio è regolabile su tre posizioni.

Al posteriore, anche per economizzare dato il prezzo imposto (105.000 euro), è stato mantenuto il ponte torcente, rinforzato, mentre il portamozzo è stato realizzato dal pieno e la barra antirollio, regolabile su tre posizioni, riprogettata e fissata in una posizione differente. L’impianto frenate, con doppie pompe Tilton con ripartitore di frenata e sensori di pressione sui due assi, monta dischi freno anteriori autoventilati da 380 mm con pinze AP racing a sei pompanti mentre al posteriore vi sono dischi da 220 mm e pinze a due pompanti. A completare l’impianto un regolatore della frenata posteriore e il freno a mano da utilizzare per le partenze. Il motore rimane di serie per quanto riguarda gli organi interni, così come il gruppo turbocompressore e relativi condotti, mentre è stata modificato il condotto di aspirazione e relativa cassa filtro. La gestione elettronica Motec, affiancata al motorbox, controlla e ottimizza tutti i parametri di funzionamento del propulsore verificando che la potenza massima rimanga entro il limite massimo di 330 cv stabilito dalla Federazione. Il cambio sequenziale Sadev a 6 rapporti, elettroattuato con paddle al volante, ha una sola cascata di ingranaggi omologata mentre per il differenziale autobloccante sono omologate quattro differenti rampe oltre alla regolazione del precarico esterna.

 

IN PISTA

Noi ci siamo intrufolati nell’intenso programma di test per saggiare la nuova Civic Type R TCR in pista, al “Tazio Nuvolari” di Cervesina dove fa spesso base la Jas per sviluppare le proprie vetture. Purtroppo non siamo stati molto fortunati con il meteo: una fitta nebbia si è diradata solo a metà pomeriggio lasciando l’asfalto in condizioni piuttosto infide, con chiazze di umido e temperatura bassa che impediva agli pneumatici di andare in temperatura, quindi non abbiamo potuto spingere come avremmo voluto e come avrebbe meritato la vettura.

Però qualche idea ce la siamo fatta: il motore è cattivo, pronto nella risposta, il cambio elettroattuato lavora bene e anche l’assetto, tenendo presente gli pneumatici slick non in temperatura, nelle curve di percorrenza e nei cambi di direzione è sembrato svolgere bene il proprio dovere. La fase più critica, anche per le condizioni precedentemente illustrate, era la frenata, dove appena abbiamo cercato di forzare il posteriore si è rivelato molto nervoso, effetto accentuato anche da un avvallamento che si trova sulla pista anticipando la violenta staccata a fine rettilineo. Peccato, perché la prima impressione è che in condizioni normali anche in questa fase la Civic se la possa cavare più che bene. Ma per saperne di più vi rimandiamo al prossimo numero di Automobilismo.

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